New York’s Henry Street Gets a New Gallery. But Don’t Expect a White Cube

Girando per New York, un nome viene ripetutamente accennato tra gli appassionati d’arte: Henry Street. Questa strada, situata nel cuore della Grande Mela, si anima di un fascino unico, grazie alla sue venues d’arte che spuntano come fiori primaverili ad ogni angolo. Tra queste, l’ultima arrivata è la Galleria Cabin, precedentemente nota come Cabin Gallery Berlino, che porta con sé un soffio di novità affermando, sin da subito, la propria identità.

Nell’industria dell’arte la “white cube gallery”, o galleria a cubo bianco, è diventata uno standard ampiamente riconosciuto, un luogo neutro progettato per far risaltare solo le opere d’arte. Ma preparatevi ad abbandonare questa concezione perché la Galleria Cabin decide di prendere un percorso diverso. L’intento è chiaro: non aspettatevi un ambiente asettico e impersonale, bensì un cupo cubo marrone, un ambiente avvolgente ed etereo.

Lawrence Hazen, il fondatore di Cabin, anticipa il suo concetto: “Siamo interessati a creare ambienti in cui l’arte viva. Non sicuramente un cubo bianco”. Un pensiero che si riflette pienamente nella prima mostra ospitata, “Scotopia”, aperta fino all’8 Novembre. L’allestimento rispecchia un’atmosfera malinconicamente affascinante, un viaggio sonnambulo tra continenti e secoli, un’immersione nelle profondità dell’oscurità.

Gli artisti presentati spaziano trai diversi generi e periodi, dall’antiquariato all’arte contemporanea. Tra i pezzi forti, spicca un antico rilievo indiano in arenaria rossa che risale tra il X e XII secolo, un ritratto di Lydia au Chapeau disegnato da Henri Matisse nel 1935, fino ad arrivare a dipinti di quest’anno. È proprio questa percezione di “antico” che permea l’intera mostra, rendendo la Galleria Cabin un luogo artistico fuori dal comune, riuscendo così a distinguersi dalle gallerie limitrofe come Situations, Elliott Templeton Fine Arts, e Fierman.

A fare da cornice a questo panorama artistico unico, vi è il riverbero della nuova posizione geografica. Come mette in luce lo stesso Hazen: “C’è un bel senso di comunità con le altre gallerie di Henry Street”. Tale atmosfera è stata sicuramente enfatizzata dall’epico tramonto newyorkese che ha fatto da sfondo alla vernice della mostra.

Dopo aver attraversato l’oceano da Berlino, la Galleria Cabin sembra aver trovato una nuova casa a New York, dove ha l’opportunità di esibire la sua peculiare visione dell’arte. Cabin si propone come luogo dove l’arte non è solo esposta, è viva, respira e conduce il visitatore in un viaggio onirico di luci e ombre, tra passato, presente e futuro. Non resta che farsi avvolgere dall’atmosfera unica che solo l’arte e la Galleria Cabin riescono a creare in Henry Street.

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