On The Wall, mostra curata da Demetrio Paparoni alla Building Gallery 

L’esposizione collettiva presenta 40 opere di pittori internazionali realizzate appositamente per l’occasione.

L’idea è quella della finestra come luogo per guardare lontano o come luogo da attraversare […], perché abbiamo la necessità di vedere concentrata in una sola immagine, in un solo istante una serie di sentimenti […]”. Con queste parole Demetrio Paparoni ci introduce alla mostra da lui curata.

Intitolata On the Wall, sarà visitabile fino al 19 marzo negli spazi milanesi della Building Gallery.

Paola Angelini, Rafael Megall, Justin Mortimer, Nicola Samorì, Vibeke Slyngstad e Ruprecht von Kaufmann, sono i sei artisti chiamati a indagare la figurazione attraverso la pittura, con soluzioni e tecniche differenti per formazione, generazione e cultura di appartenenza. Irrompono con pennellate vigorose, delicati fili d’erba, macchie di colore che sembrano strappate dalla tela, atmosfere cupe e stranianti, ambienti pop e paesaggi naturali come presagio della loro estinzione. 

Lo sguardo realistico di Vibeke Slyngstad (Oslo, 1968) racconta il paesaggio visto con gli occhi di chi si nasconde tra i cespugli. Se il punto di vista è singolare lo è la matrice del suo intervento, che sfrutta i difetti prodotti dalla luce sulla fotografia restituiti sulla tela.

Ruprecht von Kaufmann (Monaco, 1974), evoca invece la catastrofe della natura causata dall’uomo. Per l’artista la prospettiva è quasi cinematografica, con alcuni lavori di grandi dimensioni – come il ghiacciaio di sei metri -. L’artista da qualche tempo dipinge su linoleum, una superficie “privilegiata”, che gli consente un approccio non solo pittorico ma quasi scultoreo. 

Justin Mortimer (Cosford, 1970) è considerato dal curatore un “pittore drammatico”, che trasferisce sulla tela il dramma personale vissuto all’interno degli ospedali. La sua è una pittura potente, cupa che mostra il dolore e il trauma della malattia.

L’effetto scenico drammatico lo ritroviamo nelle tele e nell’unica scultura in mostra di Nicola Samorì (Forlì, 1977). Richiama forme e memorie classicheggianti o danze macabre, per restituirle sottraendo alle figure la pelle e il colore. Un lavoro di stratificazione quasi come se il corpo fosse strappato, lacerato dalle imperfezioni della materia pittorica. 

Nella pittura di Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, 1983) si condensano tutte le suggestioni della memoria storico-artistica tradotte con un linguaggio contemporaneo, in cui fanno capolino elementi e soggetti della sua quotidianità, come il ritratto del padre.

La memoria della cultura armena di Rafael Megall (Rafael Melikyan, Yerevan, 1983), si mescola invece con un’iconografia pop, registrando immagini ricche di simbolismi (come i reticolati di decori armeni) e di una certa idea di frantumazione culturale. 

On The Wall con le sue finestre aperte su esperienze e tradizioni diverse, si colloca in un punto preciso di visione: in uno spazio che amplifica il bisogno dell’uomo di viaggiare oltre confini circoscritti.

Cover Photo Credits: BUILDING Installation view On the Wall, Nicola Samorì e Justin Mortimer, 20.01.2022-19.03.2022 – Ph. Leonardo Morfini, courtesy BUILDING

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