Ozmo, uno di più noti e virtuosi tra gli urban artist italiani, è in trasferta a New York. Qua, nella prestigiosa sede dell’Istituto di Cultura italiano in Park Avenue, l’artista è stato chiamato a realizzare una grande installazione pittorica site-specific, che si snoda lungo le pareti tondeggianti della grande scalinata centrale dell’Istituto. L’opera, intitolata Transatlantica, è realizzata in occasione della mostra ”Sotto le stelle di Giotto”, che ripropone virtualmente gli affreschi della Cappella degli Scrovegni (la realizzazione è stata affidata a Hidonix, azienda italiana specializzata in realtà aumentata e intelligenza artificiale). Ozmo gioca, col suo segno inconfondibile e rigorosissimo, sempre tenuto sui toni del bianco e nero, con una delle caratteristiche di base della società americana, l’immigrazione: personaggi del passato che dialogano, nel consueto mix di storia e contemporaneità che caratterizza lo stile dell’artista, con oggetti e immagini di ogni tempo, a ricordare le origini miste – anche italiane –, dell’America: tra gli altri, un Amerigo Vespucci che arriva negli States a bordo di una Vespa, Sacco e Vanzetti (i due anarchici italiani ingiustamente condannati a morte nell’Ottocento), Rodolfo Valentino, sul quale è ironicamente sovrapposta la sigla dell’omonimo stilista, e Cristoforo Colombo; e ancora, il volto della Statua della Libertà (considerata simbolo dell’America delle migrazioni, dal momento che Ellis Island, dove ha sede, era la prima stazione di ricevimento degli immigrati, e ancora oggi ospita il National Museum of Immigration), una nave piena di migranti e Amadeo Peter Giannini, banchiere di origine italiana, fondatore della Bank of America, ironicamente trasformata, nel murale di Ozmo, in Bank of Italy. Voluta dal direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Fabio Finotti, l’installazione di Ozmo è una ventata di freschezza e una bella promozione per l’arte italiana più interessante nella Grande Mela, non sempre tenuta nella giusta considerazione.