Querelle Museo Egizio: il direttore di un museo deve essere competente e non obbediente

Se sei così ignorante da non poterti occupare di cultura, prova ad occuparla.

Penso che sia questo il pensiero della destra radicale in Italia ora che hanno “finalmente” il potere (nessuno dica che Giorgia Meloni era già ministro dal 2008 al 2011 nel quarto governo Berlusconi). Estirpare l’egemonia di sinistra nella cultura e farlo in fretta e furia: con le nomine, anche dei più impreparati purché fedeli, e con le intimidazioni a chi è preparato veramente, per non far fare brutta figura ai nuovi arrivati.

In queste ore si sta consumando l’ennesima farsa con la sparata del vicesegretario della lega Andrea Crippa contro il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco. Il politicante in questione chiede le dimissioni dell’egittologo perché “lui è di sinistra” e dunque se ne deve andare.

Ovviamente il direttore in questione era già stato attaccato dalla destra, reo di avere un atteggiamento multiculturale e aperto al mondo. Aveva addirittura avuto l’ardire di fare degli sconti per le persone di lingua araba. Per non parlare dell’apertura internazionale mostrata nei progetti portati avanti con le università di Basilea e Liegi. O peggio di essere il responsabile del coordinamento del consorzio musei europei composto dal Museo egizio di Torino in quanto capofila, British Museum, Louvre, Ägyptisches Museum und Papyrussammlung e Rijksmuseum van Oudheden, nell’ambito del progetto “Transforming the Egyptian Museum of Cairo”, finanziato dalla Comunità Europea.

Ad aggravare il quadro già agghiacciante in cui un politicante dall’italiano discutibile può attaccare uno dei maggiori egittologi del mondo, è l’atteggiamento del ministro Sangiuliano: “Sono a Milano, non parlo di Torino”… Ponzio Pilato in confronto è un cuor di leone!

Lavarsene le mani non è un atteggiamento neutro, è di fatto avallare l’approccio predatorio che una certa politica ha nei confronti di chi la pensa diversamente, o peggio: di chi pensa con la propria testa.

Con questo intendo chiaramente dire che la cultura non è una prerogativa della sinistra, anche la destra ha esponenti di calibro, persone integerrime che non si prestano a queste meschinità e che, anzi, vengono danneggiate da questi episodi e senz’altro concordano con me nel deprecarli.

Ma dobbiamo prendere atto di un fenomeno in atto nel mondo della cultura: una nutrita massa di terze e quarte file che, ora che c’è un governo di destra, conta di far valere l’appartenenza politica per occupare tutti gli spazi.

Ovviamente non capendo la differenza fra comandare e governare. Pensano di averne titolo pur non avendone i titoli.

Scribacchini che, come la volpe e l’uva, lamentavano una occupazione della cultura da sinistra per non ammettere di essere esclusi per mancanza di spessore intellettuale.

Non serve affatto che io difenda Christian Greco: il suo ottimo lavoro e il suo curriculum lo difendono benissimo. Però non posso non prendere posizione contro l’arroganza del potere che vuole minare l’indipendenza dei direttori dei musei e degli operatori culturali.

Il direttore di un museo deve essere competente e non obbediente. E su questo non sono disposto a fare un passo indietro, nemmeno per prendere la rincorsa.

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