Si è conclusa la seconda edizione di ReA! Art Fair 2021, fiera d’arte contemporanea dei giovani artisti per i giovani collezionisti.
“Giovane” è senz’altro l’aggettivo migliore per descrivere la sfida – egregiamente portata a termine da un team imprenditoriale under 35, tutto al femminile – che è stata ReA! Art Fair nella sua edizione del 2021. La priorità delle organizzatrici è stata, ancora una volta, offrire una vetrina d’eccezione a cento artisti indipendenti, italiani e internazionali, non ancora rappresentati da alcuna galleria.
Presso la Fabbrica del Vapore di Milano, la tipologia dei lavori esposti è stata estremamente varia e ha compreso pittura, scultura, mixed media, fotografia, performance, video e istallazioni. Accolti da Whishing Well di Joep Caenen, istallazione interattiva che rivisita il gesto propiziatorio del lancio della moneta in una fontana, si è proseguito tra opere figurative – come All’ombra dell’aiuola dei fiori di giglio di Ilaria Simeoni, in cui il giardino ed i suoi processi naturali sono visti come metafore della vita psichica – fino a video istallazioni quali Uova di Davide Giuseppe Fracasso, una riflessione sulla popolarizzazione delle mostre d’arte. Oppure, ancora, Things I do sometimes: step in gum, di Patrick Stratton, artista inglese nelle cui opere convivono elementi meccanici e tappezzerie raffiguranti quotidiani microsistemi sociali, ma anche Work day for 2, istallazione multisensoriale di Antonello Enrico, che ritrae attraverso un loop sonoro ripetitivo e alienante l’esperienza del lavoro in fabbrica.
La fragilità umana, la memoria, la violenza nella società contemporanea, il corpo, la materia, il tempo, la metamorfosi, il rapporto con la natura sono solo alcuni dei molti temi affrontati dagli artisti di ReA! 2021.
Il motivo di una scelta così ampia è stato il desiderio di «cambiare il punto di vista della società sul valore dell’arte». Il mercato dell’arte e il sistema collezionistico internazionale troppo spesso, infatti, tendono a ridurre l’opera d’arte a mero oggetto d’arredo o ennesima aggiunta ad una collezione. ReA! vuole, invece, far riscoprire il valore di un collezionismo “consapevole”, che consideri l’acquisto di un’opera d’arte quale vero e proprio atto politico, dal momento che ne conseguono possesso, sostegno e incoraggiamento di idee.
A promuovere ulteriormente il dialogo tra artisti, pubblico e operatori del settore culturale, i ReA! Talks hanno accompagnato tutti e tre i giorni dell’esposizione: incontri e conferenze con esperti del mondo dell’arte in dialogo su temi quali “Curare l’arte emergente”, “NFTs: la rivoluzione digitale”, “Arte e tecnologie: le nuove tendenze”, “Collezionista come esperto”, il tutto puntualmente trasmesso in diretta sull’account Instagram dell’organizzazione.
Apertura nei confronti della tecnologia ed un invito a mettersi in gioco rivolto specialmente a chi sta muovendo i primi passi nelle professioni del contemporaneo – sottolineano Manuela Nobile, art director di State Of, e Marta Orsola Sironi, fondatrice di co_atto – è quanto principalmente emerso dagli interventi.
Sul primo punto si sono invece espressi Alessia Romano e Federico Montagna, cofondatori di Artoday, progetto curatoriale 100% digitale e, ad oggi, vera e propria galleria d’arte sul web che ogni settimana dà spazio ad un diverso artista emergente. Sulla stessa linea si è svolto il talk relativo ad arte e tecnologie, aperto da Maryna Rybakova, presidentessa di ReA! ma anche fondatrice di Artsted: e-commerce e marketplace digitale di arte contemporanea che mette in contatto artisti e collezionisti con un click.
Tecnologia gaming al servizio degli espositori nella creazione di spazi virtuali, information design, su cui lavora – nell’ambito delle digital humanities – Matteo Bonera, direttore creativo di The Visual Agency, esperienze immersive come quelle realizzate da Particle, di Chris Schutte, sono alcuni degli esempi riportati durante i ReA! Talks e nati dal connubio tra arte e tecnologia. Tuttavia, alla domanda se, post pandemia, la tecnologia si troverà a sostituire l’esperienza fisica, ha prontamente risposto Andrea Zardin, socio fondatore di Wide VR, sostenendo che essa non si rivelerà sostitutiva del reale, ma andrà tendenzialmente ad incrementare qualcosa di già esistente. Non è potuta mancare, in ultima analisi, una riflessione sul fenomeno degli NFTs: vero e proprio medium artistico del presente.
«Reattiva, aperta» e «radicalmente nuova» ReA! Art Fair si è distinta ancora una volta nel panorama fieristico milanese, istillando già curiosità per la sua edizione 2022.
Cover Photo Credits: Rea! Art Fair 2021, Fabbrica del Vapore, Milano