Il mercato globale dell’arte, secondo il nuovo report di Art Basel e UBS, continua la sua parabola lievemente discendente, concludendo il 2023 l’anno a una cifra stimata di $65 miliardi, il 4 percento rispetto al 2022, ma rimane superiore alla stima pre-pandemica del 2019, che si attestava a $64.4 miliardi.
L’economista Clare McAndrew, curatrice del report annuale, cita una concomitanza di fattori per questo decremento: tassi di interesse elevati, pressioni inflazionistiche e instabilità geopolitica, tutti elementi che hanno influenzato il rallentamento delle vendite, specialmente nel segmento alto del mercato, quegli oggetti d’arte che superano i 10 milioni di dollari. Nonostante questa contrazione sia meno drammatica rispetto ad altri periodi di flessione, come quelli registrati nel 2014 e nel 2009, essa costituisce comunque un’indicazione del clima economico generale.
Gli Stati Uniti hanno mantenuto la loro posizione predominante nel mercato, anche se con un calo del 3% su base annua, rappresentando il 42% delle vendite globali, ovvero $27.2 miliardi. In contrasto, la Cina ha fatto un salto avanti, superando il Regno Unito e conquistando il secondo posto con una quota del 19%. Il mercato cinese ha visto un aumento del 9%, grazie in parte alla riduzione delle restrizioni da Covid-19, una scena d’asta florente accompagnata da inventari provenienti da vendite posticipate e la nascita di nuove fiere d’arte in tutto il continente asiatico.

Il Regno Unito si è posizionato al terzo posto con una percentuale del 17%, registrando un calo dell’8% con vendite per $10.9 miliardi. Francia segue con una quota del 7% a livello globale, mantenendosi al quarto posto. Il mercato degli Stati Uniti, nonostante abbia sperimentato una flessione del 10% rispetto al picco storico del 2022, ha continuato a essere centrale per le vendite di alto valore, seppure con una lieve diminuzione rispetto ai livelli pre-pandemia.
Sia le aste pubbliche che le vendite dei dealer sono diminuite nel 2023, con le prime che hanno subito un calo 7% mentre i secondi solo del 3%, grazie anche all’iniezione di vendite posticipate dal 2022 in Cina. In controtendenza sono andate le vendite private presso le case d’asta, che sono aumentate del 2% su base annua.
Interessante notare un rinnovato dinamismo nelle vendite online nell’arte, con un incremento del 7% a $11.8 miliardi, rispetto al picco di $13.3 miliardi nel 2021. Questo trend, che rappresenta il 18% delle vendite totali, sottolinea l’importanza crescente dei canali digitali nel settore, offrendo nuove opportunità sia per gli artisti che per i collezionisti. Inoltre, il fenomeno degli NFT, nonostante una flessione nelle vendite, continua a rappresentare una nicchia vibrante e sperimentale del mercato, attirando l’interesse di un pubblico giovane e tecnologicamente savvy.
Infine, i dealer hanno espresso un cauto ottimismo guardando al 2024, con il 36% che anticipa un incremento delle vendite. Tuttavia, molti tra loro percepiscono il futuro come incerto, con l’instabilità politica ed economica e i costi di mantenimento dei rapporti con i clienti e la partecipazione alle fiere d’arte come principali preoccupazioni. Quest’analisi rappresenta non solo un riflesso delle dinamiche economiche correnti ma anche un’opportunità per nuovi trend e narrativi all’interno dell’energico e mutevole mondo dell’arte.