Sono le giornate italiane di Richard Avedon, gli Italian Days citati nel titolo della mostra ospitata dalla galleria Gagosian nella sua sede romana, in via Francesco Crispi 16. Il fotografo americano, nato a New York nel 1923 e morto a San Antonio nel 2004, tra i piรน influenti nomi del ventesimo secolo, ritorna a Roma attraverso le sue opere per una retrospettiva che ne celebra una carriera brillante e il contributo rivoluzionario.
Mercoledรฌ 12 marzo lโinaugurazione: Da Gagosian unโampia sala circolare ha accolto il pubblico in unโatmosfera colloquiale, scandita dal bianco e nero delle immagini. Presente anche il nipote di Richard, Michael, che ha seguito le orme del nonno paterno realizzando ritratti per la sua ricerca personale e collaborando con maison del calibro di Louis Vuitton e Calvin Klein.ย
Il โviaggio in Italiaโ di Richard Avedon avvenne per la prima volta nel 1946, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Poi si ripetรฉ molte volte nel corso del decennio successivo. Piรน di venti le fotografie in esposizione scattate in Italia, tra le strade di Roma, Venezia e in Sicilia, diciotto delle quali della serie Italy 1946-48. Se Avedon ha ridefinito la fotografia come forma dโarte e strumento di introspezione psicologica, lo deve in una parte sostanziale anche alle sue โvacanze romaneโ e alle sue giornate spese a visitare su e giรน la Penisola come in un โgrand tourโ. Fu affascinato dallโItalia dellโepoca, dalla grandiositร della sua storia, dalla varietร di espressioni umane e dallo spirito di resilienza che osservava ovunque volgesse lo sguardo. Questo raccontano le immagini scattate nel corso dei suoi โitalian daysโ.

Ma cโรจ di piรน. Questa lettura introspettiva, caratterizzata sempre da una grande naturalezza, presente nei suoi ritratti in studio cosรฌ come in quelli โrubatiโ per strada, sarร una costante dei lavori successivi. E ne sono testimonianza in questa ben strutturata mostra alcune straordinarie fotografie, di grande impatto per il visitatore. Non poteva mancare lei, Marilyn Monroe, che siย prende la scena con una sequenza di ritratti piรน iconici scattati da Richard Avedon nel 1957. Quel giorno la diva posรฒ in una serie di immagini in cui appare rappresentata in differenti sfumature. In molti scatti รจ luminosa e seducente, รจ il personaggio che il pubblico amava e acclamava, perfetta per le copertine di magazine e riviste di Hollywood. In esposizione, perรฒ, cโรจ anche una delle foto piรน celebri, dove Marilyn ha unโespressione malinconica, con lo sguardo abbassato e unโaria di profonda tristezza. Lo scatto mostra la sua intimitร e vulnerabilitร , empatizzando ancor di piรน con il visitatore che ne incontra lo sguardo. Un naturalismo fotografico, dunque, che viene ancor piรน enfatizzato dalla specificitร e dalla notorietร del soggetto ritratto.

Un passo oltre e al fianco della โMarilyn tristeโ cโรจ Ruby Holden, impiegata del banco dei pegni, in unโimmagine ripresa della serie In the American West del 1985. Nel suo sguardo perso, quasi attonito, cโรจ lโincarnazione perfetta di quel torpore dei cittadini romani che Richard Avedon aveva conosciuto nelle sue giornate italiane. E lo stesso approccio il geniale fotografo lo avrร anche con cowboy, minatori e senzatetto che catturano lโanima dellโAmerica profonda. Cosรฌ anche il suo autoritratto del 1963 ricorda lโimmagine di un giovane siciliano fiero e affascinante, apparso dalle ceneri della guerra e pronto a iniziare una nuova vita.
Un altro gruppo di immagini trasmette uno stato dโanimo piรน leggero, tracciando una linea ironica e popolare, a volte irriverente. Si va dalla giocosa figura danzante di Italy #8, Palermo, Sicily, 1947 alle successive che ritraggono la modella americana Dorian Leigh in posa con un ciclista sugli Champs-Elysรฉes o alla scena di Audrey Hepburn che balla con Fred Astaire sul set di Funny Face. E non poteva mancare in questa ricca retrospettiva romana una serie di foto destinate a entrare nella leggenda, quelle dedicate a Rudolf Nureyev. Nel 1961 Avedon conobbe a Parigi lo straordinario ballerino, allโepoca una promessa della danza mondiale. Da questo incontro prese vita un servizio fotografico che rese omaggio allโesotica bellezza di Rudolf e al suo corpo modellato da una ferrea disciplina e da rigorosi allenamenti.