Testino e Basilè, affinità molto elettive

Le eleganti sale di Palazzo Bonaparte s’intrecciano oggi con le campiture cromatiche di Mario Testino, qui in versione antropologo visivo, immerso tra costumi etnici, culture native e rivelazioni plastiche del mascheramento tribale. La mostra, voluta da Arthemisia per l’estate romana 2024, azzera ogni virtuosismo da fashion brand per scivolare, con sensuale perfezionismo installativo, nel Costume che precede ogni Moda, nell’essenza esoterica dei riti collettivi, nelle culture primitive che richiamano geometrie alchemiche, connessioni invisibili, simbologie cosmiche, in bilico gravitazionale tra forze della Natura e genius loci maestoso.

Mario Testino A Woman of the Akhe Eastern Shan State Myanmar 2018 stampa di tipo C prodotta digitalmente 90×60 cm <br>

Il peruviano Testino, uomo di mondi narrabili e bellezze femminili su carta fotografica, maestro riconosciuto di una Moda che deve la sua potenza ai designer visionari ma anche ai fotografi da copertina, porta nel museo corpi che diventano archetipi di radici tribali e memorie orali, di un vestire che qui significa fusione panteistica, fuori da qualsiasi richiamo industriale. Le luci basse di Palazzo Bonaparte si fanno grotta chagalliana per questi portali climatici che fondono corpi e costumi in una visione sciamanica dell’essenza, tra echi favolistici e spiriti che aleggiano, ecologia radicale e baluginio del sacro. 

Mario Testino Children of the Kara Duss Omo Valley Ethiopia 2019 stampa di tipo C prodotta digitalmente 180×120 cm

Camminavo avanti e indietro, rivedendo le opere splendidamente illuminate, vive nei minimi dettagli di quei corpi su fondali monocromi. Un pensiero dubbioso mi diceva che mancava un passo prima del’incanto: ero sospeso in un presente che sfiorava la metafisica dei corpi universali. Mancava il quid che rende l’istante del ritratto un frangente del tempo astronomico. Sentivo troppa gravità terrestre in quei ritratti dai colori brillanti, come se la bellezza espressiva annichilisse la funzione rituale dei costumi, come se le radici degli abiti non producessero ulteriori memorie oltre l’evidenza. 

Matteo Basilé Nemesi 2021

La risposta mi è arrivata come dialogo affidabile, un completamento che solo un artista poteva rendere leggibile: Matteo Basilé. Avevo in testa le opere realizzate dall’artista romano negli ultimi anni, in particolare alcune fotografie dei cicli “Hybrida” e “Mnemosyne”. Ho sentito immediata fratellanza tra Basilé e Testino, figlio e padre iconografico per un completamento che è scambio filtrante, passaggio reciproco, moto generoso che spezza il solipsismo dell’arte. Se confronto alcune loro opere sembrano dittici separati alla nascita, doppia versione di uno sguardo agli antipodi adiacenti: Basilé che parte dall’interno (l’anima e il contenuto) per sviluppare l’esterno (il corpo e i suoi abiti e accessori), Testino che parte dall’esterno (il corpo e gli abiti tribali) per sviluppare l’interno (l’anima e il contenuto). Un moto centripeto e complementare che connette miti e tecnologia, simbologie e spirito del presente, lungo sguardi che donano e gesti che accolgono, tra battesimi del gender e liberazioni dall’attualità tenace. Vincono entrambi in modi diversi: Testino confermando la sua attitudine per un sistema manageriale a scadenze ossessive, dove solo l’ispirazione trasforma l’evento in una durata estetica oltre la campagna; Basilé confermando la necessità di un’ispirazione iniziale, un lampo che durerà oltre l’istante, una nuova misura estetica che metabolizza il neobarocco (cifra dominante anche nella mostra di Testino) per portare la forma dell’abito nel contenuto dell’habitus.

Mario Testino A Woman of the Himba Otjahorovara Kunene Region North West Namibia 2022 stampa di tipo C prodotta digitalmente 180×120 cm

Mario Testino sceglie territori primordiali in cui affiorano le sue radici latinoamericane, Matteo Basilé sceglie luoghi in cui la memoria archeologica esprime la circolarità leggendaria dei suoi ritratti. Entrambi scivolano nel cuore atavico dello spazio per ragionare sul corpo collettivo, sulla democrazia dello sguardo antropologico, su aperture e contaminazioni che sono il ponte tra gesta dei Sapiens e corpi da intelligenza artificiale. 

Una bellissima mostra reale che ho completato con l’uso libero del pensiero, divertendomi a costruire la mostra che un giorno curerò o che lascerò chiusa nel museo privato dei miei pensieri. Un esercizio che consiglio ad ogni spettatore: usate le mostre come oggetti instabili da trasformare nella vostra mente, ridefinendo confini e superfici, giocando coi dettagli, inventando storie e parentele che un giorno potrebbero diventare realtà. Perché l’arte, non dimentichiamolo mai, è sempre più libera della vita.

Mario Testino A Woman of Ayacucho dressed for Holy Week Huamanga Peru 2022 stampa di tipo C prodotta digitalmente 90×60 cm

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