Tra le fiere collaterali indipendenti di Torino durante la settimana dell’arte contemporanea The Others, fondata da Roberto Casiraghi e Paola Rampini, si è presentata con una nuova sede. Tradizionalmente nomade, quest’anno si colloca all’interno degli spazi del centro Internazionale di formazione dell’Ilo (Agenzia per il lavoro dell’Onu), nel Padiglione Americas 2. Un luogo prestigioso e accogliente (anche se logisticamente ostico), e una direzione artistica che si riconferma ottima, per via della indiscutibile professionalità e competenza di Lorenzo Bruni. Molte le gallerie straniere e quelle italiane, che hanno indagato il tema proposto “L’arte come viaggio: il mondo”. Gli ambienti distribuiti, su due piani con un corpo centrale di affaccio, hanno accolto linguaggi diversi, un programma di talk, performance realizzate con la collaborazione dell’Accademia di belle Arti e Design di Bratislava e dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, e alcuni progetti speciali.
Il viaggio è intimo da A.More gallery con i volti trasfigurati nella pittura di Marco Bacoli, i dipinti di Marty Schnapf e le immagini frammentate di idropittura su legno di Vittorio Valiante. Delicate e eleganti le stampe in digitale su tessuto di Alessandra Cecchini, che fanno da sfondo ai calchi e alle sculture dell’artista parigina Margaux Bricler. Creature informi, che sembrano un prestito di formazioni geologiche quelle proposte da Gero Canalella da AD GALLERY. Geologie della materia suggerite anche in diverse delle opere presenti nella sezione dedicata a ARTbite Project di Nicoletta Rusconi, attenta a selezionare artisti di altissima qualità, come i calchi della bravissima Marina Cioffi. Ma anche le ceramiche di Giusy Pirrotta e Alberto Gianfreda, e quelle coloratissime e ironiche di Luca Staccioli.
Le impronte di Francesca Piovesan e la gabbia con la foglia d’oro di Manuela Carrano, così come la pittura di Arjan Shahaj e di Jaime Poblete. Il processo di costruzione e distruzione è la cifra processuale e stilistica dell’artista Kouzo Takeuchi, mentre la ricerca di Takeshi Igawa ruota intorno al concetto di infinito e all’uso delle lacche giapponesi da ESH Gallery.
È ancora la natura che appare nello spazio dedicato alla galleria BianchiZardin, questa volta con i fili e i fiori seccati e intrecciati da Alissa Marchenko (presente anche da ARTbite Project). Emilia Faro, artista siciliana riporta le sue origini nelle iconiche palme blu realizzata a acquerello, ma anche nella produzione scultorea coloratissima. Una stratificazione di immagini, memorie e fotografie, danno vita ai raffinati paesaggi dell’artista cinese Lu Yidan, vincitrice del Premio Zenato Academy. La Sicilia con lo Stombolicchio di Godot presentato da Studio Godot vince insieme a un’opera di Giorgia Mascitti di Ceravento il Premio Operæ per l’Arte Contemporanea.
E è ancora il paesaggio naturale nei monocromi di Francesca Vergnano presente da HR Lab, in cui gli artisti creano un dialogo concettuale e visivo tra le fotografie, la pittura di Max Tomasinelli e i pupazzi di juta di Luca Razzano cuciti a mano.
Come cucito a mano è l’arazzo di Iryna Maksymova per Antonio Colombo Arte Contemporanea, e sempre a mano sono fatti i ricamati di Loredana Galante per AREA\B. I fili sono quelli elettrici invece in parte privi della guaina che li nasconde, per Horst Beyer da MA-EC Gallery, i cui lavori rendendo prezioso il materiale di recupero che utilizza. Tra i premi-residenza Prospettiva Insulare, che porterà a Tenerife per tre mesi nello spazio dell’artista Giovanni Ozzola (che insieme a Silvia Ballario hanno voluto il premio), l’artista Lucia Tallovà della galleria di Bratislava Tomas Umrian.
Mentre Giacomo Erba della galleria StayOnBoad sarà per un mese ospite a Torino con il Premio Comitato PDA Amore e Colore. Spazio 88 premia le artiste Daphne Christoforou di Antonio Colombo Arte Contemporanea e Jilan Wu di BoA Spazio Arte Bologna, mentre l’acquisizione di Behnoode Foundation si arricchisce dell’opera di Viktor Fuček della FlatGallery (Bratislava). Tra i vagabondaggi negli ambienti della fiera i lupi dell’artista Jelena Vasiljev che si arrampicano sulle pareti sulle pareti nello spazio dedicato alla galleria Gagliardi e Domke, sono forse emblema inquietante e affascinante al medesimo tempo, di quanto le specie umane e non umane siano più simili di quanto non si immagini.