Tiziana Lorenzelli, dal design all’arte, tra tecnologia e natura. E un materiale creato ex novo…

Aluflexia® è un materiale insolito e, soprattutto, unico. Tiziana Lorenzelli, architetto, designer e, soprattutto, artista, l’ha brevettato qualche anno fa e ne ha fatto lo strumento espressivo d’elezione della sua ricerca scultorea: esuberante, magmatica, incoercibile. Oggi a Milano, alla Cortesi Gallery si può vedere una selezione di sue opere recenti, a confronto con altre storiche, nell’ambito della mostra “Distico Elegiaco” (fino Al 25 marzo). Carmelo Strano, autore della monografia presentata per l’occasione – ricca di un suo esaustivo testo critico e corredata dalle impeccabili fotografie di Matteo Piazza –, all’opening ha introdotto l’opera di Lorenzelli insieme ad Alessandro Ubertazzi, mentore dell’artista fin dagli anni Ottanta, quando furono entrambi assistenti di Marco Zanuso al Politecnico di Milano. Il titolo dell’esposizione allude all’opera murale Distico, composta di due elementi accoppiati – aggettanti dalla parete centrale dello spazio espositivo –, che paiono cullati dal soffio impalpabile della poesia.

Tiziana Lorenzelli Santu Santinu 2024 Foto Tiziana Lorenzelli

Dalla mostra emerge il complesso percorso compiuto all’insegna della continua sperimentazione che nel tempo – si parla di più di quindici anni, tenendo conto che la medaglia di bronzo in Sustainable Design fu vinta da Lorenzelli al concorso IDA (Industrial Design Award) di Los Angeles, con il Vaso Foil, nel 2011 – ha visto Aluflexia evolversi sia dal punto di vista formale che cromatico, con intrusioni oro, blu cobalto o pennellate viola, rosso cremisi, azzurro intenso.
Alluminio a sandwich, il componente fondamentale, lavorato secondo procedimenti industriali che permettono alla materia di fluttuare leggera assumendo una luminosa corporeità di sapore astratto, pur sottendendo allusioni naturalistiche.

Tiziana Lorenzelli Attraction 2022 Foto Matteo Piazza

In particolare, il dialogo fra scienza e natura, innescato dall’artista fin dagli esordi – emblematici a questo proposito, gli Alberi elettrologici realizzati, fra recycling design e arte, negli anni Ottanta ­ – si sviluppa prepotentemente là dove le sculture appaiono collocate in ambienti paesaggistici di forte suggestione – sia incastonate fra le rocce della Sardegna che installate in maestosi ambienti alpini –, come testimoniano le immagini fotografiche scattate da Lorenzelli stessa, che è solita utilizzare l’obbiettivo come lente interpretativa di processi concettuali quanto morfogenetici.

Tiziana Lorenzelli Albero Elettrologic Luminoso 1989 Foto Matteo Piazza

Tecnologia e spiritualità, due poli opposti fra i quali navigare per non tradire la doppia anima di un’ispirazione che si origina dallo studio della materia – e delle pratiche operative a essa connesse –, per giungere a una sorta di respiro cosmico, come ha sottolineato in passato il maestro Agostino Ferrari, che ha applicato il suo fluttuante, ma stringente intervento segnico ad alcune delle Pepite di Lorenzelli. È vero infatti che la tecnica applicata ai metalli gioca un ruolo fondamentale, ma certamente non è fine a sé stessa.

Tiziana Lorenzelli Gold Attraction 2016 Foto Matteo Piazza

In particolare, Carmelo Strano ha spesso sottolineato a proposito dell’artista “l’attenzione consapevole e costante a caos e frattali”. Sorge dunque l’ipotesi di un’assimilazione delle sue opere a prove d’investigazione volte a trasformare – o ri-creare tout-court – la natura stessa secondo parametri che interpretano “il clima scientifico e culturale” che domina la nostra era, esaltandone la dimensione universale: multiforme, composita, spesso contraddittoria.  

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