Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 4: Dina Goldstein

Per anni, è stato lo spauracchio non solo di chiunque, in America e fuori dall’America, avesse a cuore le sorti di quella che viene spesso definita “la democrazia più antica del mondo”: non solo per le sue politiche dichiaratamente classiste, xenofobe, estremamente aggresive in tema di immigrazione (ha annunciato “deportazioni di massa” contro gli immigrati irregolari), contrarie ad ogni conquista in tema di diritti civili e sessuali (ha annunciato che metterà fine al “delirio transgender” nel suo primo giorno alla Casa Bianca, tagliando i fondi per le politiche di inclusività e di transizione per le persone transgender), ma anche per la sua spregiudicatezza, la sua arroganza, il suo linguaggio violento, il suo trasformare chiunque abbia un’opinione diversa dalla propria in un nemico da additare al pubblico ludibrio, da screditare, da schiacciare; e ancora, per le iperboliche “balle spaziali” gettate in pasto al pubblico per acchiappare voti (vedi il caso degli “immigrati che mangiano i gatti” in campagna elettorale), oltre che per lo spregio sistematico dei meccanismi di bilanciamento dei poteri e delle regole di base della democrazia rappresentativa (l’inquietante tentativo insurrezionale del il 6 gennaio 2021 con l’assalto al Campidoglio da parte dei suoi sostenitori ne è stata la prova più eclatante).

Il web ha spesso rimbalzato meme, vignette e sfottò su di lui, e molti artisti si sono schierati contro la sua rielezione, anche appoggiando apertamente la candidata democratica, poi risultata sconfitta, Kamala Harris. Oggi, però, piaccia o no, Trump sta per insediarsi per la seconda volta come Presidente eletto degli Stati Uniti. In occasione del suo insediamento, abbiamo chiesto ad artisti, americani e non solo, un parere al riguardo. Ecco le loro risposte.

Dina Goldstein: “Mi aspetto molti drammi, Trump porta sempre il caos”

Dina Goldstein (Tel Aviv, 1969) è nota a livello internazionale per le sue serie fotografiche, che si sviluppano in elaborate tableaux, in cui l’artista, con un linguaggio pop e irriverente, muove una critica sociale mostrando la propria versione degli archetipi della cultura di massa occidentale. Con le sue graffianti opere, Dina Goldstein affronta il cambiamento sotto diversi aspetti. Attraverso un racconto ironico e tagliente nella serie In the Dollhouse la fotografa scoperchia i lati oscuri di una dinamica ormai tossica nel rapporto di coppia, quella tra Barbie e Ken, caratterizzata dall’apparenza e dalla finzione.

Con The Fallen Princess, invece, abbatte il falso mito del “vissero per sempre felici e contenti”, creato da Disney ad uso e consumo di intere generazioni, ricontestualizzando le eroine Disney per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide della società contemporanea. La serie God of Suburbia è un’esplorazione critica di religioni consolidate e marginali, celeberrima l’opera The Last Soupper: nella ricostruzione della cena più famosa della storia religiosa, la Goldstein rappresenta gli apostoli di Gesù come appartenenti a una gang del Downtown Eastside di Vancouver, luogo noto per essere tra i più malfamati e disagiati del Canada. Invece di un banchetto, troviamo lattine di birra vuote e zuppe in ciotole di plastica.

Dina Goldstein

Goldstein, cosa pensa dunque della rielezione di Trump alla Presidenza?

La prima volta che Donald Trump è stato eletto mi è sembrata la fine del mondo.

E ora cosa si aspetta che succederà?

Donald Trump porta il caos ovunque vada, quindi mi aspetto molti drammi nei prossimi quattro anni. Vincere per Trump significa sfogare le sue rimostranze e vendicarsi dei suoi nemici; otto anni fa erano Hillary Clinton, le fake news, la caccia alle streghe e la stampa corrotta, oggi tutti quelli che lo hanno ostacolato. Ancora una volta, in alcuni Stati le donne perderanno il diritto di controllare il proprio corpo. Questo è molto preoccupante.

In che modo queste riflessioni hanno fatto parte del suo lavoro di artista?

Dopo aver assistito per un paio d’anni al crollo dei principi democratici e aver capito che la Bibbia continua a giocare un ruolo importante nella vita pubblica americana, in quanto i politici, i candidati e gli attivisti si rivolgono direttamente ad essa a sostegno di una serie di posizioni, programmi e politiche, ho creato l’opera 10 Commandments come dichiarazione sul ruolo di primo piano che la religione svolge nella società e nel governo americani. Questi principi obsoleti hanno intaccato i diritti delle donne in modo lento ma inesorabile, allontanandosi dal “sogno americano”

Dina Goldstein 10 Commandments Lincoln Courtesy the artist

Cosa sono i 10 Comandamenti?

La narrazione che ho creato per i 10 Comandamenti cerca di esaminare la composizione socio-politica dell’America attraverso le sue icone politiche, ovvero le figure presidenziali che segnano i capitoli più importanti e controversi della storia americana. Ogni tavola presenta un presidente ritratto attraverso il prisma della sua politica, della sua popolarità e/o della sua notorietà, ulteriormente contestualizzato da uno sfondo contemporaneo e a cui viene assegnato uno dei postulati morali ed etici dei Dieci Comandamenti. L’opera di base raffigura Lincoln, il 16° e più popolare presidente americano, all’indomani della sparatoria alla scuola elementare Sandy Hook. La sua figura imponente si inserisce a malapena nel corridoio della scuola, altrimenti vuoto e disseminato di vestiti di bambini, frammenti di vetro, proiettili e macchie di sangue. Eppure, il senso di lutto e di perdita che emana dalla scena lo rende piccolo e sconfitto. Per estensione, l’immagine rende piccoli i principi costituzionali su cui sono stati fondati gli Stati Uniti. Accoppiato con il 6° comandamento “Non uccidere”, l’opera evoca l’assassinio pubblico del Presidente stesso e sottolinea ulteriormente il problema della violenza delle armi e della politica sulle violenza delle armi e della politica sulle armi.

Quindi, tra gli altri presidenti, ha raffigurato anche Trump…

Certamente.

Dina Goldstein 10 Commandments Trump Courtesy the artist

Ce ne vuole parlare?

Era il 2016, mi ero svegliata alla notizia della sua prima vittoria a Parigi, appena un giorno prima dell’inaugurazione della mia mostra Modern Girl. Donald Trump aveva vinto le elezioni presidenziali… Donald Trump, l’uomo d’affari e l’ex star dei reality, con i suoi tweet arroganti e infantili, nonché il suo decisionismo disinformato e spesso scostante. È stato uno shock allora, e purtroppo ora dovremo sopportarlo per altri 4 anni…

Come è stato realizzato lo scatto dedicato a Trump, e cosa esprime all’interno della serie? Vediamo Trump seduto che si ingozza davanti alla televisione, c’è anche una forte dose di ironia…

Ho immaginato Trump nelle prime ore del mattino (poiché è noto che si alza alle 4 del mattino sui social media). Si abbuffa del suo fast food preferito, twitta e guarda il conduttore di notizie Sean Hannity su Fox News da qualche parte nella suite presidenziale della Casa Bianca.

Come ha realizzato lo scatto?

Quando ho iniziato a scegliere il modello che avrebbe ritratto Trump, mi sono resa conto che si trattava di un compito difficile. Trump è un uomo grande, all’epoca era più pesante, e poi ci sono i suoi piccoli lineamenti del viso. In realtà ha dei tratti molto femminili, come il naso piccolo e le mani piccole. Sono giunto alla conclusione che il casting di una donna per interpretarlo fosse una direzione migliore. Il trucco arancione e la parrucca di Trump hanno dato vita al look. Ho anche fatto realizzare la vestaglia e le pantofole con le insegne del DT.

Dina Goldstein 10 Commandments Trump backstage Courtesy the artist

Alla fine come è riuscita a trovare l’attrice giusta per la parte?

Ho provato alcune donne e infine ho trovato Sue Sparlin (è venuta a mancare di recente purtroppo). Non solo era fisicamente adatta, ma ha anche interpretato il ruolo di Donald Trump in modo brillante. Ci sono piccoli dettagli in tutto il pezzo, come pillole sul pavimento, una rivista del National Enquirer, un ritratto di sua figlia Ivanka per unire la storia…

E questo scatto con Trump, dunque, che comandamento rappresenta nella serie?

Trump rappresenta il Primo Comandamento: “Non avrai altro Dio al di fuori di me”.

Dina Goldstein 10 Commandments Trump backstage Courtesy the artist


Le interviste precedenti le potete trovare qua:

Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 1: Andres Serrano: “Siamo nati con la violenza, per noi non è una novità”

Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 2: Timothy Greenfield-Sanders

Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 3: Wang Guangyi



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