Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 6: Pyotr Pavlensky

Per anni, è stato lo spauracchio non solo di chiunque, in America e fuori dall’America, avesse a cuore le sorti di quella che viene spesso definita “la democrazia più antica del mondo”: non solo per le sue politiche dichiaratamente classiste, xenofobe, estremamente aggresive in tema di immigrazione (ha annunciato “deportazioni di massa” contro gli immigrati irregolari), contrarie ad ogni conquista in tema di diritti civili e sessuali (ha annunciato che metterà fine al “delirio transgender” nel suo primo giorno alla Casa Bianca, tagliando i fondi per le politiche di inclusività e di transizione per le persone transgender), ma anche per la sua spregiudicatezza, la sua arroganza, il suo linguaggio violento, il suo trasformare chiunque abbia un’opinione diversa dalla propria in un nemico da additare al pubblico ludibrio, da screditare, da schiacciare; e ancora, per le iperboliche “balle spaziali” gettate in pasto al pubblico per acchiappare voti (vedi il caso degli “immigrati che mangiano i gatti” in campagna elettorale), oltre che per lo spregio sistematico dei meccanismi di bilanciamento dei poteri e delle regole di base della democrazia rappresentativa (l’inquietante tentativo insurrezionale del il 6 gennaio 2021 con l’assalto al Campidoglio da parte dei suoi sostenitori ne è stata la prova più eclatante).

Il web ha spesso rimbalzato meme, vignette e sfottò su di lui, e molti artisti si sono schierati contro la sua rielezione, anche appoggiando apertamente la candidata democratica, poi risultata sconfitta, Kamala Harris. Oggi, però, piaccia o no, Trump sta per insediarsi per la seconda volta come Presidente eletto degli Stati Uniti. In occasione del suo insediamento, abbiamo chiesto ad artisti, americani e non solo, un parere al riguardo. Ecco le loro risposte.

Pavlensky: “Il potere? Non è né buono né cattivo. Trump come gli altri, l’arte guarda altrove”

Piotr Pavlensky è celebre per le sue performance estreme e radicali, spesso ad alto contenuto politico: tra l’altro, per essersi cucito la bocca davanti alla cattedrale di Kazan a San Pietroburgo nel 2012 per protestare contro la condanna delle Pussy Riot, inchiodato lo scroto sulla Piazza Rossa nel 2014 come “metafora dell’apatia, dell’indifferenza politica e del fatalismo della società russa moderna”, quindi, sempre nel 2014, per essersi tagliato un orecchio sul muro dell’ospedale psichiatrico in cui era stato rinchiuso, e ancora per avere bruciato prima la porta dei servizi segreti russi a San Pietroburgo e poi, espulso dalla Russia e trasferitosi in Francia, nel 2017, quella della Banca di Francia. Infine, nell’ambito del suo ultimo nuovo progetto, Pornopolitics, ha messo online dei video hard che raffiguravano il candidato sindaco di Parigi (che all’epoca aveva basato buona parte della sua campagna sulla difesa della famiglia tradizionale e sulla sua immagine di specchiato marito e padre di famiglia), mentre era intento a masturbarsi: immagini che lo stesso candidato aveva inviato a una giovane studentessa d’arte che non conosceva neppure, Alexandra de Taddeo, contattata dal politico su Facebook (per questa azione, Pavlensky e la studentessa, nel frattempo divenuta sua compagna, sono stato condannati a 6 mesi di reclusione da scontare con braccialetto elettronico per “violazione della privacy”). A Pavlensky, come osservatore privilegiato dell’attualità politica globale, abbiamo chiesto un parere sulla rielezione di Trump come Presidente.

Piotr, le tue azioni hanno sempre mirato a rivelare le contraddizioni della società contemporanea, nei suoi aspetti più repressivi e autoritari: dalla repressione politica a quella sessuale a quella economica. Come giudichi, in questo contesto, la vittoria di Trump in America?

I miei eventi di arte soggetto-oggetto sono sempre stati principalmente mirati a far funzionare il potere per l’arte. Quanto al fatto che ciò abbia rivelato i meccanismi di funzionamento degli apparati di potere stessi, è stato solo un effetto collaterale. Per quanto riguarda “la repressione politica, quella sessuale e quella economica”, a onor del vero, non mi hanno mai interessato. È al di fuori dell’ambito dei miei interessi, poiché vedo il potere come un fenomeno e non valuto le azioni dei suoi rappresentanti dal punto di vista della moralità dominante. Il potere non è né buono né cattivo. Il potere è semplicemente un fenomeno, come la vita o la morte, la pioggia o il sole. In ogni caso, ovunque esistano gli esseri umani, il fenomeno del potere sarà sempre presente. E per essere precisi, non solo gli esseri umani, poiché anche gli insetti creano comunità e civiltà altamente organizzate, basti pensare alla vita delle termiti o delle formiche.

Come vedi il futuro dell’America e del mondo dopo il ritorno di Trump?

Non lo vedo affatto. Non mi dedico alla cartomanzia o alla lettura delle foglie di tè.

Ma credi che, con il suo ritorno al potere, la democrazia americana sia in pericolo, o che stia semplicemente cambiando pelle, trasformandosi in qualcos’altro, più vicino all’autocrazia delle ex repubbliche sovietiche, composta da leader autoritari circondati da oligarchi molto ricchi a cui viene dato tutto?

No, non credo. E niente cambierà la sua forma. “Panem et circenses“, così dicevano gli antichi romani, non è vero? In ogni caso, tutto questo non ha assolutamente nulla a che fare con i problemi degli artisti. Ti faccio un esempio semplice e molto chiaro: in Francia, dal 2015 al 2021, Serge Lasvignes è stato Presidente del Centro Pompidou. Lasvignes è un agente di alto rango dei servizi segreti francesi. Era responsabile del progetto di sorveglinza di massa, dopo aver terminato i suoi doveri di controllo del Centro Pompidou ha ricevuto un’altra promozione (Serge Lasvignes, Presidente del Centre Pompidou dal 2015, il 1 ottobre 2021 è stato nominato da Emmanuel Macron capo della Commissione nazionale per il controllo delle tecniche di intelligence, ndr), ma allo stesso tempo la stampa francese ha potuto scrivere apertamente chi fosse veramente Serge Lasvignes, perché mentre era Presidente del Centro Pompidou il fatto che fosse un agente dei servizi segreti è stato nascosto dai media. Ora fate attenzione al fatto che nel 2015 François Hollande (partito socialista) era Presidente e nel 2017 è diventato Presidente Emmanuel Macron (partito centrista liberale). Quindi, il fatto che i servizi segreti francesi controllino l’arte contemporanea in Francia non dipende da chi esattamente sia e da quale partito provenga il Presidente. Insomma, per gli artisti non importa chi è il Presidente, ma il fatto che il più grande museo d’arte contemporanea in Francia sia controllato dai servizi segreti ha importanza, perché questo significa che per avere mostre al Centre Pompidou o nella maggior parte delle altre istituzioni importanti, un artista deve creare opere d’arte che soddisfino i requisiti dei servizi segreti francesi.

Vedi un parallelo tra l’arroganza autoritaria di Trump e quella di Putin, e che l’America rischi di arrivare a una sorta di autocrazia come quella russa?

Non ho tempo di analizzare le sfumature del carattere e della personalità di ogni presidente o di qualsiasi altro funzionario. Questo è il lavoro degli esperti di scienze politiche. L’unico rappresentante del potere che potrebbe interessare a un artista che voglia comprendere il fenomeno del potere è Ludwig II, re di Baviera.

E mon credi che l’immagine del grande alleato di Trump in questa elezione, Elon Musk, sia un fenomeno interessante da indagare come artista?

Elon Musk è un talentuoso uomo d’affari e un audace innovatore nel campo della tecnologia. Penso che tutti gli americani siano orgogliosi che lui sia uno di loro, indipendentemente da ciò che dicono di lui ad alta voce.

Come pensi che un artista possa reagire a ciò che sta accadendo negli Stati Uniti e nel mondo?

Come gli pare. Perché la libertà artistica è il valore assoluto e più alto di tutto ciò che esiste in questo mondo.

Le interviste precedenti le potete trovare qua:

Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 1: Andres Serrano: “Siamo nati con la violenza, per noi non è una novità”

Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 2: Timothy Greenfield-Sanders

Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 3: Wang Guangyi

Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 4: Dina Goldstein

Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 5: Matt Gondek












































































Piotr, le tue
azioni hanno sempre mirato a rivelare le contraddizioni della società
contemporanea, nei suoi aspetti più repressivi e autoritari: dalla repressione
politica a quella sessuale a quella economica. Come giudichi, in questo
contesto, la vittoria di Trump in America? 
I miei eventi
di arte soggetto-oggetto sono sempre stati principalmente mirati a far
funzionare il potere per l’arte. Quanto al fatto che ciò abbia rivelato i
meccanismi di funzionamento degli apparati di potere stessi, è stato solo un
effetto collaterale. Per quanto riguarda “dalla repressione politica a
quella sessuale a quella economica”, a dire il vero, non mi ha mai
interessato. È al di fuori dell’ambito dei miei interessi, poiché vedo il
potere come un fenomeno e non valuto le azioni dei suoi rappresentanti dal
punto di vista della moralità dominante. Il potere non è né buono né cattivo.
Il potere è semplicemente un fenomeno, come la vita o la morte, la pioggia o il
sole. In ogni caso, ovunque esistano gli esseri umani, il fenomeno del potere
sarà sempre presente. E per essere precisi, non solo gli esseri umani, poiché
anche gli insetti creano comunità e civiltà altamente organizzate, prendiamo ad
esempio la vita delle termiti o delle formiche.
 Cospirazioni,
fake news, ossessioni per nemici immaginari, autoritarismo: Trump incarna
l’intero repertorio dei peggiori regimi autocratici. In questo contesto, come
vedi il futuro dell’America e del mondo dopo il ritorno di Trump? 
Io non lo vedo
affatto. Non mi dedico alla cartomanzia o alla lettura delle foglie di tè.Pensi che, con
il suo ritorno al potere, la democrazia americana sia in pericolo, o che stia
semplicemente cambiando pelle, trasformandosi in qualcos’altro, più vicino alla
“democrazia” delle ex repubbliche sovietiche, composta da leader
autoritari circondati da oligarchi molto ricchi a cui viene dato tutto?
 No, non credo.
E niente cambierà la sua forma. “Pane e circensi”, così dicevano gli
antichi romani, non è vero? In ogni caso, tutto questo non ha assolutamente
nulla a che fare con i problemi degli artisti. Vi faccio un esempio semplice e
molto chiaro: in Francia, dal 2015 al 2021, Serge Lavigne è stato il presidente
del Centro Pompidou. Serge Lavigne è un agente di alto rango dei servizi
segreti francesi. Era responsabile del progetto di sorveglianza di massa, dopo
aver terminato i suoi doveri di controllo del Centro Pompidou ha ricevuto
un’altra promozione e allo stesso tempo la stampa francese ha potuto scrivere
apertamente su chi fosse veramente Serge Lavigne, perché mentre era presidente
del Centro Pompidou il fatto che fosse un agente dei servizi segreti è stato
nascosto dai media. Ora fate attenzione al fatto che nel 2015 François Hollande
(partito socialista) era presidente e nel 2017 Emmanuel Macron (partito
centrista liberale) è diventato presidente. Quindi, il fatto che i servizi
segreti francesi controllino l’arte contemporanea in Francia non dipende da chi
esattamente e da quale partito sia il presidente. Cioè, per gli artisti non
importa chi è il presidente, ma il fatto che il più grande museo d’arte
contemporanea in Francia sia controllato dai servizi segreti ha importanza,
perché questo significa che per avere mostre al Centro Pompidou o nella maggior
parte delle altre istituzioni importanti, un artista deve creare opere d’arte
che soddisfino i requisiti dei servizi segreti francesi.
 Link (solo per
Alessandro, non per la pubblicazione):
https://www.lemonde.fr/societe/article/2021/10/01/un-nouveau-president-pour-le-gendarme-des-services-de-renseignement-francais_6096758_3224.html https://www.liberation.fr/societe/police-justice/serge-lasvignes-un-familier-du-coeur-de-letat-au-controle-de-la-surveillance-20211003_DPJSNDJQ5FBDPAWO3WR7YDZ36I/
 Pensi che ci
sia un parallelo tra l’arroganza autoritaria di Trump e quella di Putin, e che
l’America rischi di arrivare a una sorta di autocrazia come quella russa?
 Non ho tempo
di analizzare le sfumature del carattere e della personalità di ogni presidente
o di qualsiasi altro funzionario. Questo è il lavoro degli scienziati politici.
L’unico rappresentante del potere che potrebbe interessare a un artista che
voglia comprendere il fenomeno del potere è Ludwig II, il re di Baviera.
 Pensi che
l’immagine del grande alleato di Trump in questa elezione, Elon Musk, sia un
fenomeno altrettanto interessante da indagare come artista? E se sì, come pensi
che sia possibile affrontare un fenomeno così nuovo e sfuggente, con il suo
carico di megalomania, intuizioni profetiche e mancanza di scrupoli? 
Elon Musk è un
talentuoso uomo d’affari e un audace innovatore nel campo della tecnologia.
Penso che tutti gli americani siano orgogliosi che lui sia uno di loro,
indipendentemente da ciò che dicono di lui ad alta voce.
 Come pensi
che, come artista, tu possa reagire a ciò che sta accadendo negli Stati Uniti e
nel mondo?
 Come vuole
lui. Perché la libertà artistica è il valore assoluto e più alto di tutto ciò
che esiste in questo mondo.

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