Tutti i segreti della fotografia di Sandy Skoglund. In mostra a Senigallia

Un omaggio dovuto a una delle piรน importanti figure della fotografia contemporanea รจ quello a cui potrete assistere nella mostra antologica (โ€œSandy Skoglund: I mondi immaginari della fotografia. 1974 โ€“ 2023โ€) che si snoda per le sale di Palazzo del Duca, a Senigallia, fino al 2 giugno 2024. Parliamo di Sandy Skoglund (Quincy, 1946), pioniera della stage photography (letteralmente โ€œfotografia allestitaโ€, o messa in scena, cioรจ dove si prepara prima accuratamente un set per โ€œcostruireโ€ ciรฒ che si vuole riprendere, ndr), un linguaggio che si รจ diffuso con fortuna dagli anni Ottanta e di cui la fotografa americana รจ una delle  figure chiave.

Sandy Skoglund The Revenge Of The Goldfish 1981

Pensate al volume Constructed Realities. The art of stage photography, dove giร  la copertina riproduce The revenge of the Goldifish, opera famosissima e ultrapubblicata dellโ€™artista, e alla sezione โ€œtableax narrativiโ€ troviamo, assieme a nomi come Joel Peter Witkin e Bernard Faucon, anche Sandy Skoglund. La parola stessa constructed realities rimanda al sottile confine tra realtร  e finzione, che percorre tutta la storia della fotografia, ma ha una โ€œseconda nascitaโ€ a partire dalla fine degli anni Settanta oltre ad essere un tema chiave nelle surreali creazioni di Sandy Skoglund.

Sandy Skoglund Winter 2019

Lโ€™artista, col suo lavoro vivace, colorato, apparentemente disincantato ma in realtร  complesso e profondo, ha colto e in molti casi anticipato i tempi con il suo sguardo e la sua visione. Profetica in questo senso lโ€™opera Winter, che ha visto la luce a breve distanza dalla pandemia di Covid-19, un momento in cui il mondo intero sembrava congelato in un eterno inverno. Ma Skoglund non รจ pessimista, piuttosto lโ€™artista indaga il procedere dellโ€™esistenza nel campo minato del dubbio.

Le opere richiedono anni per essere create, infatti prima dello scatto lโ€™artista realizza minuziosamente ogni dettaglio del set, comprese le complesse sculture realizzate in diversi materiali e che hanno portato Skoglund a confrontarsi con la lavorazione dellโ€™argilla piuttosto che del vetro o ancora del bronzo. Sul set poi vengono inserite persone in posa, immortalate in dimensioni affascinanti, vivaci eppure stranianti, merito anche delle cromie scelte, che paiono trasportarci in una dimensione aliena. โ€œSenza la fotografia, lโ€™arte concettuale si cancellerebbe dalla memoria degli uominiโ€, ha detto lโ€™artista. โ€œIn questa forma, la mia arte puรฒ essere recepita come un dipinto, come una finestra aperta su un altro mondo. รˆ questa dโ€™altro canto la ragione per cui lavoro con la macchina fotografica. Il grande formato si adatta bene allโ€™aspetto burlesco del mio lavoroโ€.

Sandy Skoglund Scattered Clouds dalla serie American Vacation Motel Cabins 1974 Courtesy of Paci contemporary Gallery

Lโ€™esposizione consente di addentrarsi nelle fasi della carriera di Sandy Skoglund, partendo dai primi passi come autodidatta negli anni Settanta. Giร  in una nota del 1974 lโ€™artista scrive: โ€œIl caos puรฒ essere organizzato? Se il disordine avesse una forma, sarebbe sempre disordine? Il caos puรฒ essere compreso? Creare spazio per riempirlo? Fare ordine per distruggerlo. Lasciare che lโ€™ordine distrugga sรฉ stessoโ€.

Proprio la dinamica tra ordine e caos รจ uno dei focus che Skoglund indagherร  lungo la sua carriera, come il concetto di ripetizione. In questi anni realizza The Motel series (1974), una serie di immagini realizzate durante un viaggio da Boston a Portland, in cui Skoglund immortala strutture e case di vacanza americane, tutte uguali eppure tutte diverse, e annota: โ€œla ripetizione รจ esattamente questo: ogni elemento che si ripete รจ differente. Ogni bicchiere di vino รจ differente come ogni fiocco di neve. La ripetizione ci consente di affinare i nostri sensi alle minime differenzeโ€.

Sandy Skoglund Radioactive Cats 1980

รˆ del 1980 Radioactive Cats, famoso scatto in cui Skoglund vede i gatti verdi dominare la scena come dopo una catastrofe nucleare. In sei mesi, Skoglund ha scolpito ventiquattro gatti in filo di ferro e gesso, dipingendoli di verde. Il set fu realizzato in un piccolo appartamento sopra un negozio di ferramenta. Skoglund dipinse le pareti in due tonalitร  di grigio cospargendolo abbondantemente, in modo che da asciutto il colore desse lโ€™impressione di piccoli ghiaccioli. I modelli in posa erano una coppia di conoscenti che vivevano nello stesso quartiere di Skoglund, Elizabeth Street (Little Italy) a New York.

Per realizzare Revenge of the Goldfish, del 1981, lโ€™artista scolpisce i pesci in terracotta e successivamente, per lasciali sospesi, li assicura a fili trasparenti, dando lโ€™impressione che galleggino, come in un sogno, in una stanza blu dove posano due modelli, che sono madre e figlio.

Sandy Skoglund The Cocktail Party 1992

Cโ€™รจ anche The cocktail Party, scatto del 1992, che nacque dallโ€™interesse di Skoglund per gli snack americani e la loro natura artificiale. Lโ€™artista scelse di ricoprire totalmente le scena con puff al formaggio, che sembrano bruchi arancioni. Per essere coerente con il concetto che artificiale equivale a durare per sempre, questi puff sono stati infine ricoperti di resina. Ora questa installazione si trova al Museo McNay in Texas.

Walking on Eggshell, del 1997, si interroga sul significato culturale del coniglietto di pasqua con cui lโ€™artista era cresciuta: questi conigli compaiono a primavera portando uova, ma i conigli non depongono uovaโ€ฆ Skoglund guarda alla storia dellโ€™arte, riproducendo sulle pareti immagini opposte come il serpente (che simboleggia potere e paura) in contrasto al coniglio (che รจ invece simbolo di fertilitร  e mitezza). Nessuno prevale sullโ€™altro, sono ognuno vincenti a modo loro, come a sottendere che lโ€™astuzia puรฒ dare potere ai deboli.

Breathing Glass, del 2000, enfatizza l’aspetto congelato della fotografia fissa utilizzando il materiale del vetro e la caduta di modelli vivi fermati a mezz’aria prima di toccare il suolo. Si tratta di un paesaggio ultraterreno, quasi fantascientifico, con la risonanza blu profonda dello spazio esterno sopra e sotto di noi. Fu realizzato su invito dellโ€™American Craft Museum di New York, ora Museum of art end design.

โ€œImparare nuove tecniche e nuovi media mi dร  molto entusiasmo, anche perchรฉ portano inevitabilmente nuove ideeโ€. In questo caso lโ€™artista รจ stata ispirata dalle tante possibilitร  di lavorare il vetro, imparando la tecnica, diffusa molto in Italia durante Medioevo e Rinascimento, della lavorazione a lume. La scena รจ popolata da tante libellule, simbolo di speranza (รจ tra gli insetti piรน antichi che vivono nella loro forma originaria), mentre i puntini bianchi sono minuscoli mushmellow in riferimento alle caramelle dellโ€™antico Egitto, una rara delizia a beneficio della classe dirigente dellโ€™epoca, quelle di oggi sono alla portata di tutti.

Sandy Skoglund The Green House 1990

โ€œDurante la lavorazioneโ€, racconta lโ€™artista, โ€œavvertivo lo spazio come โ€˜esternoโ€™ e cosรฌ ho deciso di capovolgere il negativo, in modo che i personaggi sembrassero precipitare in un universo blu. Un focus particolare viene riservato allโ€™ultimo lavoro di Sandy Skoglund, Winter, realizzato in dieci anni, dal 2008 al 2018. Lโ€™elaborazione di questo progetto ha impegnato anni di sperimentazione, arrivando alle nuove tecniche e ai processi digitali focalizzati sullโ€™immagine del fiocco di neve. รˆ proprio dalla struttura del fiocco di neve che lโ€™artista ha formato il primo concetto di Winter.

Sandy Skoglund Cats In Paris 1993

Nella realizzazione del progetto, Skoglund ha ricorso alla tecnologia 3D e racconta: โ€œรˆ stata unโ€™avventura. Mentre imparavo a scolpire ho dovuto accettare che il risultato finale sarebbe stato realizzato da una macchina, per questo motivo cโ€™รจ una sensazione di levigatezza a rigiditร  che pervade le scultureโ€. Winter รจ uno studio sulla perseveranza e la persistenza, un paesaggio artificiale che celebra le belle e spaventose qualitร  della stagione piรน freddaโ€, racconta Skoglund.

Oltre alla fotografia omonima, lo spettatore potrร  entrare letteralmente nellโ€™opera: infatti รจ stato ricreato per lโ€™occasione il setting di realizzazione con gli sfondi e alcune delle sculture originali. รˆ unโ€™occasione imperdibile per poter ammirare da vicino il set e capire quanto lavoro e quanta abnegazione si celi dietro un singolo scatto.

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