L’installazione controversa, che ricostruirà il Muro di Berlino, occuperà due teatri storici a Parigi e, al posto dei biglietti, i visitatori avranno bisogno di visti per poter accedere.
DAU Freiheit sarà un’installazione del Muro di Berlino a Parigi. Proprio così: dal 24 gennaio al 17 febbraio l’opera ricreerà una parte della tristemente nota barriera di separazione nella capitale di Francia. L’installazione sarà collocata tra due teatri di place du Châtelet: il Théâtre du Châtelet e il Théâtre de la Ville. La mente dietro a questo progetto audace e provocatorio, è il filmmaker russo Ilya Khrzhanovsky. Ecco qualche informazione in più sulla nascita e il futuro del progetto.
Una domanda però sorge spontanea: come mai Parigi, e non Berlino?
Il progetto era in effetti stato pensato e proposto dall’artista proprio alla capitale tedesca, logica collocazione dell’installazione. I permessi tuttavia non sono mai arrivati, causa una lettera aperta pubblicata lo scorso autunno e firmata da varie personalità pubbliche cittadine assolutamente contrarie all’iniziativa. Problema: la ricostruzione del muro sarebbe stata considerata particolarmente offensiva, da buona parte dei cittadini, nei confronti della popolazione stessa e della memoria storica del Paese.
Come sarebbe stata la versione berlinese dell’installazione?
La versione di Berlino avrebbe dovuto occupare una striscia dello storico viale Unter den Linden della città per quattro settimane nell’ottobre 2018. I visitatori sarebbero stati guidati in un set a immagine di una città dell’era sovietica. Oltre al passaggio attraverso una serie di checkpoint, il progetto tedesco avrebbe compreso una proiezione di 13 film, girati tra il 2009 e il 2011, quando l’artista invitò circa 400 persone a soggiornare presso The Institute, un luogo creato dallo stesso Khrzhanovsky a Kharkiv, in Ucraina, e ispirato al mondo sovietico. Infine sarebbero stati presenti anche contributi di Brian Eno, Marina Abramović e Massive Attack.
L’installazione del Muro di Berlino a Parigi
La versione parigina prevede, invece, un’installazione alta 15 metri che unirà i due teatri sopracitati, facendo immergere 400 visitatori alla volta nelle atmosfere della Berlino del regime stalinista. Dopo una serie di restauri, le pareti dei teatri saranno colorate di rosso scuro e le stanze saranno caratterizzate dagli interni tipici dell’epoca. Prima di partecipare, il pubblico dovrà compilare dei questionari psicometrici, così da vivere un’esperienza personalizzata, sperimentando la quotidianità della dittatura comunista. Inoltre, il visitatore potrà accedere all’area solo dopo aver richiesto un visto, pagando una tariffa variabile fra i 35 e i 150 euro.
Una versione del progetto di Khrzhanovsky è prevista anche per Londra.
Fonte: Artnet.com