Yann Leto, venerdi 21 giugno alle 18 presso la Galleria Andrea Festa Fine Art di Roma, di fronte a Castel Sant’Angelo, inaugurerà la sua nuova personale.
In questa ultima serie di opere, comprendente cinque dipinti ed una scultura centrale, Leto si avventura in una narrazione visuale che esplora le dicotomie della vita moderna, giocando abilmente con elementi di luce e di ombra.
La visita alla mostra si apre con “Breaking News“, un dipinto che cattura i visitatori con una scena domestica, quasi banale, in cui i protagonisti sono assorti a guardare la tv. Quest’opera pone l’attenzione sul tema del distacco e della quotidiana alienazione, argomenti ricorrenti nelle opere di Leto. L’utilizzo di tonalità ripetitivamente blu crea un effetto di monotonia molto forte, accentuando l’apatia dei soggetti rappresentati.
Proseguendo, ci si imbatte nel pezzo forte della collezione: un diittico dialettico che ricorda l’opera “Metropolis” di Otto Dix, ma che, invece di evidenziare le spaccature sociali del dopoguerra tedesco, si concentra su un istante di “esplosione” e sulle sue immediate conseguenze. Leto implementa un gioco di luci sottili, che fa eco alle luminose vedute urbane da lui tanto amate, inserendo i visitatori in uno scenario in cui comprendere se il protagonista sia in luce o in ombra, diventa una vera e propria sfida interpretativa.
Altrettanto impressionante è il lavoro “La Fine della Giornata“, dove le figure, sorprese dalla loro stessa banalità e riportate bruscamente alla realtà dai loro impegni quotidiani, sembrano cercare risposte in un contesto che rasenta l’incubo. Il confine tra chi sa e chi osserva è evidenziato solo da una sottile lastra di vetro, rappresentando così una profonda divisione interiore e sociale.
Il tocco finale è rappresentato dalla pittura “Meditazione sul Sé“. All’interno di uno spazio ristretto, quasi opprimente, una figura lotta con la propria immagine riflessa e fa i conti con le aspettative altrui, rappresentate metaforicamente da un piccione, simbolo della quotidianità. L’opera chiude idealmente la mostra, lasciando il pubblico sospeso tra auto-riflessione e critica sociale.
L’arte di Yann Leto, intrisa di riferimenti a maestri come Magritte e Botticelli, si conferma un prezioso strumento di indagine della realtà, portando gli osservatori a riconsiderare la propria percezione degli eventi quotidiani grazie ad un vivace spirito ironico e provocatorio.