L’artista combina linguaggi e tematiche differenti che spaziano dalla filosofia alla biologia fino alla politica
Pirelli HangarBicocca presenta fino al 24 luglio 2022 Metaspore, mostra personale di Anicka Yi, una delle figure più innovative e interessanti nel panorama contemporaneo.
Nella sua pratica Yi combina linguaggi e tematiche provenienti da ambiti differenti: dalla filosofia alla biologia, dalla politica alla fantascienza.
A cura di Fiammetta Griccioli e Vicente Todolí, il percorso espositivo prevede oltre 20 installazioni, creazioni multiformi che scardinano i confini tra scienza e arte, tra organico e sintetico, tra umano e non umano, indagando i concetti di metamorfosi, interdipendenza, ecosistema e simbiosi. La mostra stimola l’esperienza sensoriale e percettiva dei visitatori, attraverso odori, forme mutanti ed elementi biologici disorientanti.
Ne sono esempio gli ecosistemi microbici dalle molteplici colorazioni dell’opera Biologizing the Machine (spillover zoonotica), 2022, racchiusa in grandi teche di vetro e nata dalla collaborazione con il dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Testimonianza del dialogo tra arte e scienza proposto da Anicka Yi, l’opera muta e reagisce all’ambiente circostante, plasmando l’esperienza dei visitatori.
Il titolo, “Metaspore”, prende ispirazione dal mondo biologico: le spore sono le unità cellulari che riproducono e danno origine a nuove entità viventi senza la necessità di una riproduzione sessuale, da qui il legame simbolico e concettuale con la mostra di Pirelli HangarBicocca, che si trasforma e muta autonomamente nel corso del tempo.L’esposizione inoltre apre un nuovo capitolo nel lavoro di Anicka Yi: la scelta di approfondire opere del passato si pone come un momento riflessivo e immaginativo per futuri sviluppi ed evoluzioni della sua pratica. Il progetto espositivo è incentrato, da un lato, sulla dimensione olfattiva, presentando una serie di lavori connotati dall’uso di fragranze, e, dall’altro, sull’analisi di processi biologici quali la decomposizione e la metamorfosi.
L’ARTISTA
Anicka Yi è emersa come una delle figure più radicali della scena artistica degli ultimi anni 2000, grazie a una ricerca che, situandosi alla soglia fra arte e scienza, partecipa al dibattito attuale sulla ridefinizione delle categorie tra umano e macchina, naturale e sintetico. La sua opera dà origine a narrazioni che intrecciano quesiti filosofici a immaginari fantascientifici, e crea connessioni tra biologia e letteratura, tra vita e racconto, con un approccio che viene definito ‘bio-fiction’. “Voglio fondere scrittura e vita – la concezione che ogni entità vivente abbia le proprie narrazioni, contesti, prospettive, storie – con lo studio della vita, che ora include l’accoglienza di prospettive non umane” (Anicka Yi in Ross Simonini, In the Studio: Anicka Yi, Art in America, 2017).
Nella sua pratica Yi combina un’acuta sensibilità per il linguaggio dell’immagine in movimento con le potenzialità di sostanze organiche e biologiche come gel, glicerina, lievito o altri microgranismi, realizzando sculture ibride e installazioni che si articolano spesso in complessi ‘eco-sistemi’. Questo è il caso, ad esempio, di Le Pain Symbiotique, realizzata in occasione della Biennale di Taipei nel 2014 ed esposta anche nella mostra di Pirelli HangarBicocca. L’opera si compone di una struttura trasparente e gonfiabile attraverso cui i visitatori possono scorgere un paesaggio caratterizzato da materiali commestibili inframmezzati da proiezioni di batteri al microscopio.
L’artista predilige sensi quali l’olfatto, il tatto e il gusto, largamente trascurati nell’ambito delle culture visive. Perseguendo un approccio di ricerca sinestetico, Yi riflette sulle funzioni fondamentali di elementi legati all’invisibile e all’effimero, come aria, odori e batteri, e sul modo in cui condizionano la nostra vita quotidiana, mettendone in luce, non solo gli aspetti scientifico-percettivi, ma anche la dimensione sociopolitica.
Cover Photo Credits: Courtesy Anicka Yi Shameplex, 2015 Plexiglass, spilli placcati in nichel, gel per ultrasuoni, strisce LED, 7 scatole 60.96 × 121.92 × 60.96 cm ciascuna Veduta dell’installazione, Kunsthalle Basel, Basilea, 2015 Courtesy l’artista, Gladstone Gallery, New York e Bruxelles, e 47 Canal, New York Foto Phillip Hänger/Kunsthalle Basel