Cosa accomuna un museo al Campidoglio degli Stati Uniti?
Nel 1997 una statua lascia nella notte la cripta dell’edificio simbolo della politica americana per essere posizionata alla luce della celebre Rotonda: sette tonnellate di marmo che parlano di uguaglianza e coraggio.
Elizabeth Candy Stanton, Susan B. Anthony e Lucretia Mott sono i volti scolpiti da Adelaide Johnson, la “scultrice del movimento femminile” che riuscì ad esibire le donne simbolo della lotta al voto in compresenza ai maggiori rappresentanti maschili della nazione.
L’opera venne conservata nella cripta dell’edificio per 76 anni, lontana dagli occhi e dalle coscienze del popolo americano, ridotta a un tentativo fulmineo di ricordare l’impronta lasciata da eroine inconsapevoli. Tentativi di riposizionamento vennero puntualmente sabotati, in attesa di una personalità che mettesse anima e cuore in questa missione, con la cieca devozione verso chi prima di lei ha cambiato le sorti della storia.
Questa persona arrivò in punta di piedi sotto la veste della moglie del senatore Stevens, aggirandosi tra le stanze del Campidoglio guidata da un’istintiva curiosità. Dal giorno in cui Karen Stevens scoprì la cripta, la statua divenne la portavoce di una battaglia ben più ampia: con la forza della solidarietà si inaugurò una vera e propria campagna per riportare la statua nella sua collocazione originaria e simbolicamente ricordare il ruolo delle donne nella storia americana.
Nel 1996 venne istituito il National Women’s History Museum, un’istituzione che dal cuore di Washington DC parla di donne, di quelle donne che al pari degli uomini hanno la responsabilità e il dovere di rendere il mondo migliore.
Il 10 maggio 1997 la statua tornò nella posizione originaria, o per meglio dire legittima; poche ore di lavoro, tra pizze take away e champagne, sono bastate per smuovere un’ideale granitico, ma non abbastanza radicato da non essere messo in discussione.
Cover: Adelaide Johnson, Portrait Monument to Lucretia Mott, Elizabeth Cady Stanton and Susan