Le fotografie di Fabio Barile e Domingo Milella esposte alle Terme di Diocleziano nella mostra “Le Forme del Tempo”
Arriva “Le Forme del Tempo” alle Terme di Diocleziano. La mostra curata da Alessandro Dandini de Sylva espone le fotografie di Fabio Barile e Domingo Milella in dialogo con alcuni reperti selezionati dai magazzini del Museo Nazionale Romano.
Il percorso espositivo de Le Forme del Tempo
La mostra “Le Forme del Tempo” nasce dal progetto “Archeologia e Fotografia”, patrocinato dal Museo Nazionale Romano, che due anni fa ha indetto una chiamata partecipativa.
Il progetto è il risultato della volontà di celebrare il patrimonio archeologico mondiale attraverso il mezzo della fotografia.
Le opere di Barile e Milella hanno subito attirato l’attenzione del direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verger, e l’esibizione ha preso vita – coordinata da Sara Colantonio, Antonella Ferraro e Agnese Pergola e prodotta da Istmo in collaborazione con Camilla Grimaldi e Greta Voeller.
“Le Forme del Tempo” approda alle Terme di Diocleziano dopo due occasioni espositive passate: la prima al Centro Arti Visive Pescheria e la seconda nella Sinagoga di Pesaro.
Per l’occasione, le fotografie di Milella e Barile vengono messe in dialogo tra loro, ma anche con alcuni reperti archeologici selezionati dall’archivio del Museo Nazionale Romano.
Il tutto si svolge nella meravigliosa cornice delle Terme di Diocleziano, luogo carico di memoria e cultura.
La scelta segue il percorso espositivo ideato da Alessandro Dandini de Sylva che vuole espandere la conversazione sul tempo introdotta dalle opere, sottolineandola attraverso lo spazio espositivo.
Le fotografie di Fabio Barile e Domingo Milella
Fabio Barile e Domingo Milella parlano, rispettivamente, dell’impronta archeologica del tempo sul paesaggio naturale e del dialogo tra tempo e umanità.
Due ricerche che si incontrano e che seguono il percorso contrario dell’archeologo nell’esaltare l’unione tra le linee temporali del presente e del passato.
Le fotografie comunicano con i reperti selezionati per suggerire rimandi di senso e significato.
Barile porta avanti dal 2005 un percorso fotografico di ricerca finalizzato a indagare i processi naturali che coinvolgono il paesaggio. Milella, invece, segue un percorso più umanistico, che si interessa dell’impatto dell’uomo sul territorio come risultato della cultura.
La fotografia analogica di Milella e Barile, come loro stessi ci raccontano, cattura spazi di tempo piuttosto che attimi. Il percorso espositivo è una riflessione su come il tempo dell’uomo coesista con il tempo della Terra in una fusione eterna di natura e cultura.
Emblematica è l’opera con cui si apre la mostra: una fotografia di Cheope e Chefren scattata da Domingo Milella in Egitto nel 2009.
Un ritratto paesaggistico che rivela il contrasto tra le antichissime piramidi e le recenti palazzine urbane, che ci introduce al racconto di come le microstorie del presente umano si intrecciano con la macro-storia della nostra civiltà e del nostro pianeta.