L’artista David Wojnarowicz è considerato una delle voci più autorevoli della sua generazione, collocandosi tra gli attivisti e i visionari.
Nato nel New Jersey nel 1954 in un contesto familiare molto difficile e abusante, David Wojnarowicz a 16 anni abbandona gli studi e vive per strada.
Grazie all’arte è riuscito a trasformare la sua infanzia devastante in espressività potente e multiforme, grezza ma incredibilmente strutturata.
A partire dalla fine degli anni ‘70, Wojnarowicz ha creato un corpus di opere che spazia dalla fotografia alla pittura, dalla musica al cinema, dalla scultura alla scrittura e all’attivismo.
É salito alla ribalta negli anni ‘80, un periodo caratterizzato da energia creativa commisionata alla precarietà finanziaria e ai profondi cambiamenti culturali.
La ricerca artistica di David Wojnarowicz
Graffiti, musica new e no wave, fotografia concettuale, performance e pittura neo-espressionista hanno reso la città di New York un vero e proprio laboratorio di innovazione.
Wojnarowicz adotta un’ampia varietà di tecniche e diffida dalle strutture ereditate, variando il suo repertorio per infiltrarsi meglio nella cultura dominante.
L’artista mostra ciò che non si deve mostrare, tra la banale brutalità dei bassifondi cittadini, l’incubo dell’AIDS o la bellezza di due uomini che fanno sesso su un molo di Manhattan.
David vedeva nell’outsider il suo vero soggetto. Queer e successivamente diagnosticato come sieropositivo, divenne un appassionato sostenitore delle persone affette di AIDS.
La lotta personale e la documentazione dell’AIDS
Il suo lavoro documenta un periodo disperato della storia americana, quello della crisi dell’AIDS e delle guerre culturali della fine degli anni ‘80 e dei primi anni ‘90.
Attraverso fotografie, performance e installazioni esplora la dimensione personale e politica dell’AIDS con toccante chiarezza e usando la malattia come stimolo per far sentire la propria voce e sottolineando il ruolo dell’artista come figura pubblica.
In una lotta senza sosta contro il conformismo, il materialismo e l’omologazione, il posto di Wojnarowicz è tra le voci iconoclaste, rabbiose e ossessionanti che esplorano i miti americani, la loro perpetuazione, le loro ripercussioni e la loro violenza.
Altri come lui sono stati Walt Whitman e William S. Burroughs e, insieme a loro, David affrontò direttamente i temi senza tempo del sesso, della spiritualità, dell’amore e della perdita.
L’ultima grande retrospettiva dedicata all’artista è stata al Whitney Museum of American Art History Keeps Me Awake at Night nel 2018.
Qui è stata espressa l’inquietudine vissuta dall’artista che rifiutò la società in cui viveva ma allo stesso tempo chiedeva di essere accettato nonostante la sua diversità.