Intervista a Giuseppe Stampone, uno degli interpreti più conosciuti e rappresentativi del panorama artistico italiano e internazionale, in mostra al MAC di Lissone fino al 29 Gennaio 2023.
L’ARTISTA DEV’ESSERE RICONOSCIBILE!
Abile disegnatore, tanto da aver dato vita ad un nuovo colore della popolare penna Bic, il Blu Stampone, l’artista Giuseppe Stampone nato in Francia è oggi apprezzato nel mondo grazie alla sua riconoscibilità.
Il tratto distintivo di Giuseppe Stampone si muove su due canali: la Galleria e il Network. Da una parte c’è il gallerista come mediatore, dall’altra c’è una rete globale che è dialogo e interconnessione. Il Focus risiede nella doppia responsabilità dell’opera d’arte e dello spettatore di interagire e sensibilizzare, creando reti di condivisione in uno spazio fisico e virtuale.
LA MOSTRA DI STAMPONE AL MAC DI LISSONE
Personale Connettivo, è il titolo dell’esposizione al MAC di Lissone che ospita i lavori di oltre 25 anni di carriera dell’artista.
Il primo piano è dedicato a progetti partecipativi di Global Education, volti a creare coscienza su tematiche cruciali. Tra loro gli oramai celebri “Abecedari” realizzati con la penna Bic.
Ancora le “mappe geopolitiche” che, attraverso le immagini proposte e la partecipazione attiva delle persone, sviluppano processi in cui la comunicazione è intesa come messaggio ma allo stesso tempo comunità.
“Acquerelli per non sprecare la vita” è un progetto iniziato nel 2006 e concluso nel 2012, all’interno del più ampio We are the planet. Si tratta di un’azione sociale che indaga tematiche di salvaguardia ambientale ed educazione alla consapevolezza e al corretto uso di risorse idriche. Il momento artistico e didattico entra in una rete fisica, lo spazio reale e virtuale, il Network, coinvolgendo giovani, studenti ma anche persone all’interno del sistema dell’arte.
Al secondo piano troviamo tavole, disegni, mappe che popolano oggi Musei, Fondazioni, Gallerie. Questi lavori prendono avvio da una tradizione pittorica classica ma diventano reinterpretazioni applicate al vivere attuale. Per questo motivo e per il carattere d’immediatezza Stampone si definisce una fotocopiatrice intelligente.
L’INTERVISTA A GIUSEPPE STAMPONE
Oggi, nell’era del medium digitale, come sono cambiati il messaggio e la comunicazione dell’arte?
“Con i new media e l’era della globalizzazione l’arte è partecipativa e finalmente libera. L’arte è più autoreferenziale grazie ai media. Non sono contro i media, però li percepisco come divulgatori del contenuto e non come contenuto stesso. Il mezzo è il messaggio, diceva Marshall McLuhan. Per me non è così.”
Esiste oggi una critica d’arte e qual è il suo ruolo?
“Penso che la critica d’arte in questo periodo abbia un valore maggiore rispetto alla figura del curator. Io conosco gli artisti, le gallerie, posso organizzare da solo una mostra. Mentre lo storico e il critico vanno a contestualizzare, storicizzare, archiviare, fissare un contenuto dell’artista, il curatore non ha più ragione di essere perché non esiste più il sistema dell’arte.”
Lavorando con i giovani cosa senti di dire loro a proposito di responsabilità?
“Ci vuole una grande struttura teorica. Chiedo ai miei studenti di leggere Hauser, Calvesi, McLuhan, Barilli, fare una ricerca e giustificarla. Devono confrontarsi con la storia dell’arte e contestualizzare la ricerca. Quando fai le opere cosa fai Stamp? Mi chiedono. Respiro. Rispondo.“
Immagine di copertina: Palla Corda, 2019. Penna Bic su tavola, 40X30 cm. Collezione Oscar Damiani, Milano. Courtesy Marie-Laure Fleisch, Bruxelles