Continuano gli omaggi al celebre artista nell’anno del suo novantesimo compleanno
Mai ci fu titolo più azzeccato per una retrospettiva dedicata a Michelangelo Pistoletto, uno dei creativi italiani che meglio ha saputo interpretare, in chiave artistico concettuale, i temi esistenziali sui quali si è via via dibattuto nell’arco della storia umana, costantemente reinventandosi e mettendosi alla prova.
A cominciare dalla metà degli Anni Cinquanta del Novecento, quando inizia ad interrogarsi sul concetto di identità, scegliendo il mezzo espressivo dell’autoritratto per dar forma all’idea che l’individuo esista in relazione agli altri. Approderà così, dal 1962, ai famosi “quadri specchianti”, congiungendo all’interno di un’opera d’arte spettatore e mondo circostante e ottenendo una fama globale. Quindi Michelangelo Pistoletto uscirà fuori dai tradizionali spazi espositivi, dando luogo ad “azioni” che rappresenteranno le prime manifestazioni di quella “collaborazione creativa” che unirà artisti provenienti da diverse discipline. Animato da un costante spirito di ricerca costituirà negli Anni Novanta a Biella la “Cittadellarte-Fondazione Pistoletto” con l’obbiettivo di far sì che la creatività entri in relazione con differenti ambiti della società per trasformarla. Nel 2003/2004, dopo aver ricevuto il Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia e varie lauree honoris causa, approderà alla fase più recente del suo lavoro: il Terzo Paradiso.
“Michelangelo Pistoletto. Molti di uno” al Castello di Rivoli ripercorre così tutta la sua carriera e sarà visitabile fino al 24 febbraio 2024 negli spazi della Manica Lunga. La mostra ne reiventa completamente l’architettura creando al suo interno ben 29 settori denominati “Uffizi”. Il progetto vede la curatela di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, ma l’artista ne ha seguito passo passo la formulazione. Insomma visitarla significa entrare in contatto diretto con Michelangelo Pistoletto, come si evince anche nella scelta di non pubblicare un catalogo a corredo dell’esposizione, bensì di utilizzare una delle sue ultime pubblicazioni.
Nello specifico “La Formula della Creazione”, edito nel 2022, nel quale l’artista esamina il proprio percorso, identificando 31 passi che, conducendo alla genesi di una nuova società, diventano i punti cardine di una novella “formula della creazione”. Del resto per Pistoletto il soggetto individuale prende vita soprattutto in relazione agli altri e così la Manica Lunga del Castello di Rivoli si trasforma in una sorta di città ideale, scandita da spazi aperti e collegati tra loro, dedicati alle seguenti tematiche: arte, scienza, filosofia, legge, diritto, architettura, comunicazione, politica, ecologia, sorveglianza, sport, matematica, spiritualità, religione, mitologia, formazione, nutrimento, simbologia, cosmologia, design, sepoltura, storia, urbanistica, moda, spazio, scrittura, salute, informatica, natura.
Nel loro complesso formano la struttura che, secondo l’artista, è alla base della vita civile, fautrice di una rete di relazioni in grado di abbattere qualsiasi tipo di separazione. Significativa è la forma delle porte dei vari Uffizi che riprende il “Segno Arte” concepito da Pistoletto nel 1976 e formato dall’intersezione di due triangoli che inscrivono idealmente un corpo umano con braccia alzate e gambe divaricate.
La mostra include anche un’azione partecipativa nell’Uffizio Sorveglianza, in cui la tecnologia diventa spunto per una riflessione sul controllo sempre più pressante e continuo delle azioni umane. Inoltre il percorso di visita è arricchito dalla presenza di un professionista di ciascun Uffizio secondo un preciso calendario di incontri che coinvolgono, a vario titolo, anche i lavoratori del Museo in un vero e proprio microcosmo.
Ovviamente nell’esposizione vengono riproposte tutte le opere più significative della sua carriera. Senza dubbio “Michelangelo Pistoletto. Molti di uno” è il progetto più completo tra quelli recentemente dedicati all’artista in altre città italiane per festeggiare le sue novanta primavere.