“Giuliana Musso affronta il tema dell’occultamento della violenza nel contesto familiare: “Dentro non è teatro d’indagine, è l’indagine stessa, quando è ancora nella vita, la mia stessa vita. Dentro non è un lavoro sulla violenza ma sull’occultamento della violenza. Dentro è un piccolo omaggio teatrale alla verità dei figli”
Prima ancora di addentrarci nello spettacolo, tra la trama e le sue specifiche di scena, è interessante analizzare il titolo della rappresentazione in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano. Dentro. Qualcosa di trattenuto, non detto, forse anche prigioniero. Una storia vera. Non finzione scenica, non invenzione. D’altronde, Giuliana Musso* è tra le migliori esponenti del teatro d’indagine*. Se volete. Se il pubblico vuole ascoltare, se vuole credere, persino. Spesso i racconti più sconcertanti, anche se veri, non vengono creduti da chi li ascolta, perché accettare la loro esistenza significherebbe sconvolgere i punti fermi della nostra società. L’associazione tra l’immagine personale e l’affidabilità, per esempio, o l’amore di un genitore per un figlio.
In effetti “Dentro – una storia vera, se volete” è proprio la messa in scena di una storia vera in cui Giuliana Musso incontra una madre che dopo anni scopre che in casa sua si è consumata una violenza ai danni della figlia, che lei non ha saputo scongiurare né tantomeno vedere fino a quel momento e che ora lotta per trovare riconoscimento in Tribunale. Attorno alle due donne, uno stuolo di professionisti del settore: avvocati, terapeuti, consulenti, medici ed educatori che non vogliono sapere la sconvolgente verità.
Per dirla con le parole dell’autrice: “da sempre, pur di salvare l’ordine dei padri, costruiamo impalcature concettuali che fanno perdere consistenza alla realtà dei traumi e alla voce dell’esperienza. E se la nostra esperienza di violenza non può essere riconosciuta, allora viene minata alla radice la nostra dimensione ontologica, noi stessi forse smettiamo di esistere.”
La scena di “Dentro – una storia vera, se volete” è nera, come neri sono i costumi delle due attrici sul palco, Maria Ariis e Giuliana Musso, che è interprete di sé stessa. Unica nota di colore, file e file di sedie rosse, che durante lo spettacolo vengono scosse, occupate, spostate e buttate a terra, sottolineando i diversi aspetti della vicenda e soprattutto il loro significato occulto, non immediatamente comprensibile agli occhi del pubblico.
Pubblico che è il terzo protagonista della rappresentazione, perché fin dall’inizio è chiamato a una scelta ben precisa e che non può evitare: credere alla vittima, oppure no. Decidere che nella vita possono verificarsi eventi sconvolgenti, che sovvertono l’immagine che abbiamo della società in cui viviamo, e quindi l’immagine che abbiamo di noi stessi, oppure chiudere gli occhi e rimanere nella comfort zone che le generazioni prima di noi hanno costruito e che noi continuiamo a mantenere.
Accade durante lo spettacolo di Giuliana Musso, come nella vita vera. E d’altronde, cos’è il teatro, se non immagine della realtà?
Note
Giuliana Musso: Vicenza, 1970. Attrice, ricercatrice, autrice teatrale, diplomata alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Grassi di MIlano e vincitrice di numerosi premi di drammaturgia, tra cui il Premio della Critica (2005), il Cassino Off (2017) e l’Hystrio (2017). Inizia la sua carriera attoriale sperimentando le tecniche dell’improvvisazione e della maschera, dal 2001 si dedica al teatro d’indagine. Tra i suoi lavori, alcuni tra i più conosciuti, indagano sulla distruttività del sistema patriarcale. Vedasi “La città ha fondamenta sopra un misfatto”, “La fabbrica dei preti”, “Mio eroe”.
teatro d’indagine: commistione tra drammaturgia, ricerca e giornalismo, questo stile teatrale indaga su eventi ed esamina fenomeni che poi diventano protagonisti della rappresentazione.
Fonti e crediti fotografici
Piccolo Teatro Milano
DENTRO
Una storia vera, se volete
drammaturgia e regia Giuliana Musso
con Maria Ariis e Giuliana Musso
musiche originali Giovanna Pezzetta
consulenza musicale e arrangiamenti Leo Virgili
scene Francesco Fassone
assistenza e direzione tecnica Claudio Parrino
produzione La Corte Ospitale
coproduzione Operaestate Festival Veneto
con il sostegno di MiC e Regione Emilia-Romagna
spettacolo ideato per La Biennale Teatro ATTO QUARTO: NASCONDI(NO)
si ringraziano per il supporto il Teatro di Artegna, l’Associazione Amici del Teatro, Servizi Teatrali S.r.l. – Casarsa
Durata: 90 minuti con un intervallo
Piccolo teatro Grassi, 14 – 18 febbraio 2024