Museo Faggiano a Lecce: tra archeologia e leggenda, una storia da copertina

A Lecce, a pochi passi da Porta San Biagio, c’è un museo che ha due caratteristiche particolari. La prima è che la sua storia è finita in copertina sull’edizione statunitense del New York Times, nel 2015, occupando gran parte della prima pagina del periodico; la seconda è che le sue stanze sono regolarmente visitate.

Cosa lo distingue da tutti gli altri musei d’Italia? Non turisti, curiosi e gente appassionata di archeologia, che ha incluso l’ingresso al museo nel suo itinerario di visita al capoluogo barocco, ma i suoi visitatori abituali. Chi? Sarebbero due. Sarebbero due. Un cavaliere templare e un monaco, o una figura luminosa dalle sembianze umane, che indossa un saio fornito di cappuccio. Entrambi fantasmi.

La leggenda che circola sul Museo Faggiano narra, infatti, che i suoi piani siano abitati da due spettri, visti e percepiti più volte da turisti e da alcuni addirittura immortalati in video.

Partiamo, però, dal primo punto. Il museo non è finito sulla prima pagina del quotidiano newyorkese per i suoi misteriosi inquilini, ma per la sua storia. Si tratta di un edificio storico-archeologico privato ubicato nel centro storico di Lecce. La proprietà è di Luciano Faggiano, da cui il museo prende il nome. Fu lui, durante dei lavori di ristrutturazione, a rompere i pavimenti dell’immobile allo scopo di controllare lo stato della fognatura, già usurato. E fu durante questi lavori di routine che, dal suolo fino ad allora mai intaccato, cominciarono ad affiorare testimonianze storico-archeologiche che si dimostrarono di grande interesse, prova del susseguirsi nei secoli di popoli antichi.

Dopo la scoperta di veri e propri edifici, posti sotto la casa dei Faggiano, il museo fu aperto nel 2008, con lo scopo di permettere a tutti di visitare gli spazi portati alla luce: fra questi, un ex convento di suore chiuso nel Seicento, un granaio di età romana e un pavimento di una casa dei Messapi, antica civiltà indoeuropea pre-romana.

Dal progetto di aprire una trattoria – motivo per cui Luciano aveva avviato i lavori di ristrutturazione in via Ascanio Grandi 56 – il proprietario e i suoi due figli, a cui aveva chiesto un aiuto per mettere mano alle tuberie, scoprirono che il pavimento, che erano abituati a vedere, celava sotto di sé un altro pavimento di età medievale, ingresso a una tomba dei Messapi, a cui seguirono la scoperta di una stanza usata per immagazzinare il grano, di epoca romana, e delle basi di una stanza di un convento francescano.

Il New York Times raccontava che la famiglia fu segnalata alle autorità da alcuni vicini, insospettiti dal via vai di materiali e oggetti in casa Faggiano, tanto che fu imposto l’ordine di smettere di scavare. L’autorizzazione a continuare gli scavi arrivò un anno dopo, con la collaborazione della Sovrintendenza archeologica, che ne curò i lavori. I reperti venuti alla luce sono vari: frammenti di vasi, un anello con incisi alcuni simboli cristiani, affreschi e diversi oggetti di epoca medievale, cisterne di epoca romana, misteriose incisioni riconducibili ai Cavalieri Templari, resti delle civiltà che hanno abitato il Salento nelle epoche passate.

Da questa storia rimase affascinato Jim Yardley, turista e giornalista del New York Times che ne scrisse per il quotidiano, guadagnandosi la prima pagina e stupendo tutti, lettori e cittadini leccesi.

Passiamo ora all’altra caratteristica del museo, la più intrigante e la meno tangibile: la presenza di spettri che si aggirano all’interno delle stanze sotterranee. Non solo se ne è parlato negli anni, ma c’è chi giura di averli sentiti, visti, e chi ne vorrebbe accertare l’esistenza, con veri e propri appostamenti durante la notte. Si parla di oltre 50 avvistamenti di movimenti e misteriose presenze. Alcune persone dichiarano di aver intravisto un uomo in abiti talari attraversare una delle stanze al primo piano dell’edificio, probabilmente uscendo da uno dei camini. 

A indagare il fenomeno, è stato anche Fabio Tavaglione, fondatore della Paranormal Detection Unit (PDU), una squadra di ghostbusters che si occupa di analizzare i fenomeni soprannaturali che non trovano spiegazione nelle vie tradizionali.

“Il Museo Faggiano è stata una vera e propria scoperta” – ha detto Tavaglione, intervistato dal Quotidiano di Puglia – “Quel luogo era attivo già ai tempi dei Templari e questo ci ha fatto capire che eravamo nel posto giusto. E siamo rimasti sbalorditi quando, in diretta, abbiamo sentito dei rumori, quasi un grido provenire dall’interno delle stanze, in particolare dall’essiccatoio, il luogo dove venivano depositati i cadaveri e per questo, non c’è bisogno di sottolinearlo, gli spiriti abbondano”.

Nel 2015, l’assessore Andrea Guido, per Halloween, ha organizzato una misteriosa notte al museo, e nel settembre 2023, Fabio Tavaglione ha lanciato un’inchiesta su YouTube, in cui si ripercorrono le tappe che hanno portato alla luce luoghi, reperti, leggende e, forse, qualcosa in più.

Che sia accertata o meno la presenza di creature non troppo umane, è certo che a loro e a qualche tubatura rotta sia imputabile la fama di quello che oggi è conosciuto come Museo Faggiano e che sia per curiosità, per interesse archeologico o per attrazione al soprannaturale, non sembra che la sua notorietà sia destinata a scemare.

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