Nuvole migranti – L’Argentina del fumetto da L’Eternauta a Dago

Fino al 4 agosto 2024 il Museo Civico Villa Colloredo Mels di Recanati ospita l’esposizione “Nuvole migranti”, dedicata al fumetto d’autore. In mostra una serie di tavole, circa 60 inedite, prodotte dai maestri del fumetto argentino.

Uno degli autori di spicco fu Héctor Oesterheld, nato nel 1919 a Buenos Aires da padre tedesco e madre spagnola. Héctor Oesterheld muore, si pensa, intorno al 1977-’78: scomparso a causa della dittatura. Attraverso la sua storia a emergere non è solo l’esistenza di un uomo, bensì di un’intera generazione, la vita dell’Argentina e del suo popolo negli anni più bui. Héctor Oesterheld studia geologia, lavora in tipografia come correttore di bozze e per tutta la vita nutrirà una grande passione verso la lettura, in particolare quella dedicata all’infanzia. Fra il 1949 e il 1950 firma le prime sceneggiature a fumetti per la casa editrice di Cesare Civita, che dall’Europa era fuggito in Argentina a causa delle leggi razziali. Uno dei progetti di Oesterheld è El Sargento Kirk, Il Sergente Kirk, ex soldato che dopo la guerra civile finisce nel West e, coinvolto in un massacro di nativi americani, decide di difenderli. Il Sgt. Kirk cambia bandiera e attraversa una linea di confine che è la frontiera fra due popoli e due culture, ma anche una linea immaginaria che è dentro ognuno di noi e che ha che fare con un concetto di umanità più ampio, con la libertà e la consapevolezza dei diritti. Non dimentichiamo che proprio dopo la seconda guerra mondiale, nel 1948, viene firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nata anche da una nuova coscienza della storia e degli orrori della guerra. La serie dedicata al sergente Kirk esce dal 1953 al 1957 sul settimanale a fumetti Misterix: in questo momento storico ci troviamo in quella che sarà celebre come “l’età d’oro del fumetto argentino”. Ma i tempi sono destinati a cambiare. 

Negli anni Cinquanta Oesterheld fonda la sua casa editrice insieme al fratello Jorge: “Frontera” pubblicherà due periodici di fumetti. Nasce la figura di Ernie Pike, giornalista corrispondente di guerra, disegnato da Hugo Pratt, il quale dona al personaggio i tratti di Oesterheld. Contemporaneamente escono Ticonderoga, sull’iniziazione di due giovani e la battaglia del 1759 presso Fort Carillon del 1759, un frammento della guerra franco-indiana combattuta tra Francia e Gran Bretagna, con tribù di nativi alleati da entrambe le parti. Nei fumetti di questo periodo appare il personaggio dello sceriffo Randall, disegnato dal fumettista cileno Arturo del Castillo nel 1957 sui testi di Héctor Oesterheld: arriverà in Italia nel 1964, pubblicato sul Corriere dei Piccoli. 

Invece è del settembre 1957 l’Eternauta, disegnato dall’argentino Francisco Solano Lòpez e in seguito ridisegnato da Alberto Breccia: la storia di un uomo venuto dallo spazio che si materializza all’improvviso a uno sceneggiatore al lavoro nel suo studio, viaggiatore solitario alla ricerca di qualcosa che non sa. Diventerà un mito, uno dei fumetti più celebri in Argentina. Fantascienza, geopolitica, profetica anticipazione di quello che avverrà di lì a poco: il golpe che sconvolge il Paese nel 1976. La dittatura resterà fino al 1983 e secondo le stime a farne le spese saranno circa trentamila persone, un numero che di preciso non potremo mai calcolare perché alle persone scomparse in carcere dovremmo aggiungere tutti i figli sottratti indebitamente ai genitori, centinaia di bambini, tutte le persone minacciate, ridotte al silenzio, torturate; tutti i sognatori a cui sono state tagliate le ali. Uno di questi desaparecidos è Héctor Oesterheld: una squadra armata lo preleva il 21 aprile 1977 e da allora le sue tracce si perdono. Anche le sue quattro figlie, di cui due in gravidanza, saranno assassinate dalla dittatura. 

A un anno dalla morte di Che Guevara, viene pubblicata la sua biografia a fumetti, “Vida del Che”, scritta da Oesterheld, illustrata da Enrico e Alberto Breccia. Siamo nel 1969: nel 1973 l’opera è messa al bando e le tavole originali sequestrate, requisite, bruciate, proibite. Si racconta che sia stato un baule sotterrato nel giardino dei Breccia a conservare, nascoste, le prime tavole originali. Riappariranno dopo gli anni bui della dittatura militare, dopo il 1987. A metà degli anni Ottanta tanti degli artisti del periodo d’oro sono già scomparsi per sempre e altri, come Mordillo, Sampayo, Altuna, emigrati all’estero. Dopo le elezioni del 1984 in cui viene eletto presidente Raúl Alfonsín nasce la rivista “Fierro”. I temi sono altri, i tempi sono cambiati eppure il fumetto continua a essere forma di denuncia, figlio della Storia, lente con cui fare un passo indietro e osservare la realtà attraverso la carta.

La forza del disegno sta in questo. L’illustrazione necessita di una trascrizione, una pausa: è realtà di carta e inchiostro ma non per questo meno vera o meno forte. Anzi, è la potenza del pensiero che ri/pensando se stesso diventa altro, si trasforma, e osa dire ciò che non si può né dire né mostrare. All’inizio del Novecento quelle che diventeranno note come “le historietas” nascono proprio con questo spirito, critica sociale e libero pensiero. Se negli Stati Uniti i fumetti si diffondono soprattutto attraverso i quotidiani, in America Latina “le strisce” verranno pubblicate nelle riviste e sotto forma di allegati che anno dopo anno riscuotono sempre più l’entusiasmo del pubblico dei lettori. Durante l’Ottocento sono volantini distribuiti per le strade, con i tratti della satire dei politici dell’epoca. Poi, con l’avvento della stampa, nel Novecento la possibilità di diffusione si amplifica ma non perde il suo filo conduttore: l’educazione a un libero pensiero, consapevole e capace di unire gli esseri umani in un orizzonte mentale più vasto rispetto alle sbarre che ci vorrebbero disegnare addosso. 

Così, ecco che guardare oggi queste tavole dal vetro di un museo fa venire un po’ un groppo in gola: salvate, pulite, curate come salvati devono essere i sogni di libertà, in vista di un’umanità migliore. Alle spalle di noi che guardiamo, dentro quei tratti sofferti e scritti con coraggio su carta, sembra un po’ di ritrovare anche l’ombra e la mano di chi non c’è più ma continua a esistere: continuerà a essere presente fino a quando avremo il coraggio di raccontare la Storia.

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