L’inchiostro di Joe Sacco torna a parlare di Palestina

di Massimo Giacon

Joe Sacco è uno tra i più rinomati e famosi autori di graphic journalism del mondo.
Autore di Palestina, graphic novel che meglio di moti altri libri ha raccontato questo pezzo di Storia, le sue origini, le sue problematiche, attraverso interviste sul posto. Joe Sacco è americano, ma non osserva il problema dall’alto, di una posizione privilegiata di chi può permettersi il distacco.

La sua è stata sempre una osservazione civile, attenta, mai settaria. Nel 1996 raccoglie testimonianze, opinioni diverse e realizza un grande reportage fatto di racconti orali che pubblica a puntate. Inizialmente sembrava non interessasse a nessuno, poi è diventato un libro che solo in America è stato ristampato ben 29 volte, fino a diventare un vero classico
A distanza di quasi 30 anni dal suo primo successo, Sacco ha incominciato a gennaio 2024 a scrivere e disegnare on line cosa pensava della situazione terribile che si è creata dal 7 Ottobre in poi.
Una parte del lavoro la trovate nell’ultimo numero di Internazionale in edicola.
Joe è una persona pacata, non è mai stato un fanatico, o un estremista, eppure queste 33 pagine sono intrise di indignazione senza sconti o giustificazioni per le responsabilità della politica americana e israeliana in questo disastro.


È difficile essere indignati e allo stesso tempo cercare di osservare la questione con umanità, in un mondo pieno di giornalisti cerchiobottisti, ma la posizione di Sacco è netta, e anche ben documentata.

L’autore osserva i fatti con una smorfia amara, rendendosi conto di quanto spesso i suoi consigli possano apparire stupidi a un palestinese che vive nella striscia di Gaza, per cui cerca di evitarli. Il lavoro non è finito, ma questo tipo di comunicazione, come ha dimostrato Zerocalcare nei mesi scorsi sulla questione di Ilaria Salis in Ungheria, si dimostra per l’ennesima volta maledettamente efficace per raccontare il nostro presente, molto meglio della televisione o dei quotidiani.

Di cosa parla questo fumetto? Parte dall’attentato di Hamas del 7 Ottobre, e la conseguente reazione di Israele. Non è una fredda narrazione dei fatti, ma da americano a conoscenza delle politiche del suo paese si concentra in buona parte delle pagine su come il governo di Biden abbia affrontato la cosa, partendo da un appoggio incondizionato a Israele a un cambio di rotta (sostanzialmente a fini elettorali) atto a dipingere gli americani come una forza pacifista e super partes, (cosa che ovviamente non è).

Joe Sacco lascia capire tra le righe l’inquietudine per le imminenti elezioni americane, fa trasparire l’amarezza e la consapevolezza che chiunque vincerà le elezioni per i palestinesi cambierà poco o nulla, se non l’aggravante che se vincerà Trump forse Joe Sacco potrebbe non riuscire a pubblicare più le sue necessarie, umane cronache del disastro in un Paese sempre più oscuro.

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