Tra le increspature: riflessi di una storia oceanica è il titolo della seconda edizione di 8 albe, curata da Carolina Ciuti, un festival d’arte contemporanea e di video arte mirante a promuovere – attraverso lo scambio internazionale – lo sviluppo dell’arte contemporanea in Sicilia e nell’Italia meridionale. Dopo la prima edizione: Quattro Radici. Appunti su un’idea di parentela, 8 albe quest’anno, il festival conta sulla collaborazione con TBA21 Thyssen-Bornemisza Art Contemporary che ha ceduto alcune delle opere in mostra dai propri archivi video. La rassegna, in programma fino al 29 agosto è promossa dalla tenuta ottocentesca situata negli altopiani iblei di Noto: Dimora delle Balze. L’evocativa spettacolarità del luogo all’interno del quale il festival prende forma è arricchita dalla mediterraneità del contesto: distese di limoneti, essenze di gelsomini e carrubi caratteristici contornano l’atmosfera del festival contemporaneo.
La rassegna artistica, dedicata alla video arte, esplora – attraverso le storie di artisti internazionali – il tema dell’oceano come entità complessa e plurale; “vasto abisso che sfugge a definizioni univoche. In un continuum concettuale con la passata edizione di 8 Albe, questa rassegna video si propone di esplorarlo in quanto elemento naturale, dispositivo culturale e palcoscenico di scambi infiniti” scrive la curatrice Carolina Ciuti.
A partire dalla definizione dell’oceano come “crocevia culturale e palcoscenico di storie umane» gli artisti in mostra restituiscono, attraverso visioni soggettive e storie individuali, i pluralismi dell’elemento vitale acquatico. Storie di sopraffazioni, tragedie sociali, umanitarie, ma anche di scambi culturali, l’oceano diviene dispositivo culturale, vivente e significante.”
La rassegna è stata inaugurata il 1° agosto alle 21.30 con la proiezione del cortometraggio This is How We Walk On The moon di Johanna Billing, seguita dalla conversazione tra la curatrice e la scrittrice Giulia Civardi, per concludersi con la proiezione di Pacifico Oscuro di Camila Beltrán. Ogni giovedì del mese è possibile assistere alle proiezioni di “storie oceaniche” cangianti ed eterogenee, che affrontando tematiche ambientali, sociali e culturali, raccontano le increspature di una storia ancora pressocché ignota, che necessita tuttora d’essere raccontata.
The Everyday Ritual of Solitude Hatching Monkeys è il viaggio proposto da Basim Madgy, itinerario odisseico dell’uomo contemporaneo alla ricerca del sé, mirante alla comprensione del proprio ruolo all’interno di una società cui si pensa di non appartenere.
In un interscambio di paesaggi interiori ed esteriori, tra le increspature esistenziali e oceaniche, la storia del mare diventa vicenda individuale e collettiva, contemporanea, ma anche storia del passato che rivive. L’attualità delle migrazioni è esplorata da Enrique Ramírez in Cruzar un Muro (Attraversare un muro), film ispirato dall’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani in cui si rivendica la libertà di lasciare il proprio paese o il paese straniero. Mostrando la sala d’attesa di un ufficio pubblico il film cattura “l’essenza dell’attesa, della convinzione, del desiderio e dei diritti universali di sognare, viaggiare e cercare libertà di movimento e residenza all’interno dei confini statali, o il diritto di ritornare nel proprio Paese d’origine”.
The Sea as Common Ground (From a Wave Point of View) di Aimeé Zito Lema esplora il mare di Whistable nel Regno Unito, attraverso documenti d’archivio del museo locale e interviste alla comunità inglese. Il risultato è un intreccio di “racconti presenti e passati di episodi di inondazioni estreme, la lotta per la difesa marittima, la conquista della terra […] e la pressante questione della migrazione” scrive la curatrice.
Gli altri artisti in rassegna fino alla fine di agosto sono: Daniel García Andújar con El juguete de los hados, 2023, 6’25’’, Fito Conesacon Anoxia, Un preludio constante, 2023, 25′, Regina de Miguel con Aguas intoxicadas, cometas nunca más vistos y una reunión de suicidas, 2021; Julian Charrière con Iroojrilik, 2016, 21’30’’ e Himali Singh soin e David Soin Tappese con We are opposite like that (2017-2022).
A chiudere la rassegna, il 29 agosto, sarà la proiezione di Fito Conesa e la sua performance unitamente alla cantante d’opera Claudia Schneider. Come maglie intricate di una questione unanime l’oceano intesse relazioni sociali, storiche, culturali e come scrive la curatrice: “Attraverso un coro di voci e di linguaggi artistici che uniscono il documentario, il saggio, e la finzione speculativa, questa rassegna video unisce diverse possibili storie oceaniche, invitando lo spettatore a considerarne non solo la bellezza ma anche il mistero e le sfide”.