“Una boccata d’Arte”, quali sono i borghi da visitare al Nord Italia

Torna Una Boccata d’Arte, l’evento che, fino al 29 settembre 2024, presenta le opere di 20 protagonisti scelti dalla Fondazione Elpis. Artisti e artiste, italiani e internazionali, sono stati invitati a realizzare progetti site specific, con lo scopo di creare un itinerario che coinvolga tutta la penisola. La manifestazione, che celebra quest’anno la sua quinta edizione, mira a creare occasioni di incontro, riflessione, ascolto e scoperta, nell’esaltazione della sperimentazione e della malleabilità dell’arte.

Gli artisti e le artiste, alcuni emergenti, altri già conosciuti, sono stati selezionati in base all’originalità della produzione artistica e alla varietà della ricerca, con l’obiettivo di offrire una prospettiva quanto più ampia e variegata possibile sull’arte contemporanea. È per questo che le tecniche utilizzate variano dalla pittura, alla scultura, alla fotografia, al video, al suono, all’installazione, fino alla performance.

“L’iniziativa di quest’anno non solo celebra l’arte in varie forme, ma si impegna anche a tessere un dialogo produttivo tra gli artisti e le comunità locali, stimolando una ricca interazione culturale. Il risultato è un itinerario artistico che invita a un viaggio alla scoperta di paesaggi e storie, spesso lontani dai consueti percorsi dell’arte contemporanea”.

I borghi coinvolti per l’edizione 2024, come ogni anno, sono venti, uno per ogni regione d’Italia. A cui si aggiungono le opere permanenti. Partiamo oggi dal Nord Italia.

Berceto, Emilia Romagna

Berceto, il “paese di montagna più vicino al mare”, si trova in provincia di Parma, ha tredici frazioni e conta meno di 2000 abitanti. La sua posizione l’ha reso un importante centro di snodi spirituali e commerciali, caratteristica che ha mantenuto nei secoli, grazie a due attraversamenti: la Via Francigena, cammino che dal VI secolo collega Canterbury a Roma, e la Cisa, valico che dall’età bizantina congiunge l’Appennino parmense al litorale tosco-ligure.

“Con l’opera Sign of Care (“Segno di cura”), Ragnarsdóttir decostruisce l’immaginario antropocentrico della segnaletica classica e attraverso un mutamento di piani sposta l’attenzione sulle altre specie che, insieme all’essere umano, vivono e transitano in questi antichi camminamenti”, indagando l’importanza che una strada può rappresentare per un paese di provincia.

Grazie a un approccio interdisciplinare, tra arte contemporanea e scienza, l’artista si concentra sulla segnaletica di specie floreali, animali e rocce tipiche del paesaggio della regione, formando un percorso di quattordici “cartelli”, per Berceto e le sue tredici frazioni (Bergotto, Casaselvatica, Castellonchio, La Cisa, Corchia, Fugazzolo, Ghiare, Lozzola, Pagazzano, Pietramogolana, Roccaprebalza, Il Tugo, Valbona).

Paluzza, Friuli Venezia Giulia

Tra il Mediterraneo e il Baltico, Paluzza è un borgo ricco di tradizione, reso noto dalla testimonianza di donne che hanno cambiato la storia, divenendo metafora di resistenza. Tra queste, c’è Maria Plozner Mentil, portatrice carnica durante la Grande Guerra. Gli artisti Mariona Cañadas e Pedro Murúa partono dal recupero della storia del luogo, di cui le villotte (canzoni popolari friulane) sono simbolo.

Nasce così l’idea di realizzare un’installazione sonora dal titolo Mandi Mandi. L’intreccio diventa suono, attivabile dai visitatori, reinterpretando le gerle tradizionali, “contenitori in cui si intrecciano il flusso della vita quotidiana, le voci degli abitanti, i sogni, i pensieri e il fiume But che le divide, racchiudendo l’essenza della comunità”. L’invito è rivolto a tutta la comunità, resa protagonista dell’esperienza di ascolto.

Dolcedo, Liguria

Tre le installazioni dell’artista Sasha Tishkov a Dolcedo: nel sagrato della Chiesa raggiungibile attraverso un varco con gradino, nella nicchia sulla facciata della farmacia e sulla parete sopra un portico. Il progetto esplora le diverse dimensioni dell’ulivo nel tentativo di accostarsi alla storia di Dolcedo.

Her Branches on the Ground, Her Roots in the Sky (“I suoi rami per terra, le sue radici nel cielo”) – da un verso della poesia The Second Olive Tree di Mahmoud Darwish, poeta nato in Palestina, dove l’ulivo è simbolo di resistenza – di Sasha Tishkov è la celebrazione di quest’albero come simbolo dell’incontro tra culture e territori del Mediterraneo. Il punto di partenza è lo sguardo dell’artista sul paesaggio ligure.

Deeply Rooted (“Profondamente radicato”) rappresenta simbolicamente le radici dell’ulivo e richiama le decorazioni metalliche presenti nelle nicchie che capeggiano i portoni del borgo. Reminiscing Old Times (“Ricordando i vecchi tempi”), realizzata con la stampa 3D, riprende le antiche lampade a olio, sottolineando l’importanza dell’oro liquido e i suoi usi. With Wind It Rises, With Rain It Falls (“Con il vento si alza, con la pioggia cade”) ricorda i mulini d’acqua che una volta punteggiavano il corso del torrente.

Palazzo Pignano, Lombardia

Palazzo Pignano, nella distesa della campagna cremasca, si divide in tre frazioni, ognuna con la sua “anima”. In questo paesaggio, si installano le due grandi tele verticali che Sofia Silvia realizza per la Pieve di San Martino: Arrossire e Rosseggiare.

Allestite tra ciottoli di ghiaia, le due opere poggiano tra le rovine di una chiesa paleocristiana risalente al V secolo, in cui l’artista ha immaginato di riflettere sulla religiosità e sui temi della purezza e dell’innocenza, di cui l’emozione – e dunque l’arrossire – diventa il centro: sentimento che si percepisce quasi inconsapevolmente da bambini, che accompagna sia il senso di pudore che quello di vergogna.

San Sebastiano Curone, Piemonte

“In paese si racconta che tempo fa il suono più diffuso per le strette vie del centro era il rumore stanco degli zoccoli dei muli”. La Camminata dei Corpi Salienti dell’artista Beatrice Celli ripercorre alcuni luoghi significativi delle antiche vie, solcate da passi, ruote, carri di merci, testimoni dell’evoluzione di rapporti destinati a costruire nei secoli un paesaggio sempre diverso, fatto di relazioni, oltre che di scambi commerciali.

L’installazione dell’artista consiste in tre lampade di vetro – su un portico, su una fontana, su una finestra sulla strada – dalle forme eccentriche che, riempite di cristalli di sale, vogliono portare alla memoria “storie antiche, scambi commerciali e soste fugaci che hanno calcato il territorio e sono arrivate rarefatte fino a oggi, diradandosi per le vie come una leggenda”.

Con La Camminata dei Corpi Salienti, Beatrice Celli si fa portavoce di una tradizione collettiva, “un sortilegio dei luoghi che, re-incantati, rivelano l’inesauribile esistenza di combinazioni e analogie degli elementi per dare vita a nuovi racconti e nuove percorribili vie”.

Magrè sulla Strada del Vino, Trentino-Alto Adige

L’artista Adji Dieye, ispirandosi alla figura dell’insegnante Angela Nikoletti (Magrè sulla Strada del Vino, 1905-1930), che durante il periodo fascista aveva organizzato scuole clandestine in lingua tedesca, per permettere ai bambini di studiare la loro lingua madre, nonostante fosse vietato dal regime, ha sviluppato un progetto che ha al centro il tema dell’educazione come forma di resistenza contro oppressioni etnico-culturali.

Adji Dieye racconta così la storia di Nikoletti, vicenda simile a quella di tante donne che sono state testimonianza di resistenza e che l’artista riprende con un approccio pedagogico e presenta al pubblico nella forma del gioco. Can you see me? Mi vedi? Kannst du mich sehen? consiste in cinque grandi forme geometriche, installate nei giardini pubblici di Magrè, che accolgono cinque ritratti dietro i quali i bambini possono nascondersi per scoprirne le vite.

Verrès, Valle d’Aosta

Il progetto dell’artista Augustas Serapinas per il borgo di Verrès unisce due aspetti: il legame che gli abitanti hanno con la valle e la tradizione e la contaminazione tra due territori culturalmente distanti – da una parte, la Lituania, paese d’origine di Augustas, dall’altra la Valle d’Aosta.

Nella sua opera, legno, ferro e cuoio si intrecciano, riprendendo la tradizione dell’intaglio del legno di cui l’artista è stato testimone durante un periodo di visita presso il borgo, e presente anche nella cultura lituana. “Quando Augustas Serapinas ha visitato Verrès ha avuto l’occasione di conoscere le tecniche tradizionali della lavorazione di questo materiale naturale”. Dalla tecnica dell’intaglio, comune alle due culture, il progetto prende forma attraverso una serie di collari in legno per capre, elaborati su una sezione di muro in legno di una casa secolare lituana.

Porto Levante, Veneto

Porto Levante, circondato da acque dolci e salate, tra mare e laguna, rappresenta l’idea di una comunità che resiste e in cui l’acqua ha un valore simbolico essenziale, metafora del viaggio e della possibilità di raggiungere orizzonti nuovi e sconosciuti.

Le due opere del progetto – dal titolo They Are Looking at Us (“Ci stanno guardando”) – di Tiphaine Calmette, a partire dalla forma di una panchina, rappresentano, da una parte, un omaggio al mare e alle creature che lo abitano, e dall’altra un invito rivolto ai visitatori ad avvicinarsi al paesaggio, contemplarne i confini e immaginare di superarli.

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