di Linda Motto
A Venezia la Fondazione TBA21, insieme alla sua piattaforma di ricerca TBA21–Academy, promuove progetti artistici interdisciplinari all’interno di Ocean Space. Questo centro, concepito come project & exhibition space, è situato nella Chiesa di San Lorenzo; un luogo simbolico per la città che dopo anni di chiusura è stato ripensato e restituito alla comunità con una nuova funzione pubblica.
“Venezia è una sentinella per tutto ciò che riguarda il cambiamento climatico. Le urgenze che la città si trova già ad affrontare ne sono più che mai l’evidenza” dichiara Barbara Nardacchione, manager del programma pubblico di TBA21–Academy a Ocean Space.
Nel 2019 l’interesse per i corpi d’acqua e gli oceani guida TBA21 a riconoscere nella laguna veneziana il luogo ideale per proseguire la propria ricerca. Oggi, inserito nel suo tessuto, Ocean Space pone l’accento sulla necessità di adottare comportamenti più responsabili nei confronti degli ambienti acquatici, degli ecosistemi e delle forme di vita che li abitano. In relazione all’intento di radicarsi in modo capillare sul suo territorio, TBA21–Academy sviluppa iniziative su scala internazionale, nazionale e soprattutto locale, per connettersi consapevolmente con il contesto circostante. Da questa considerazione, nel 2021 introduce nella sua proposta culturale la rassegna a carattere pubblico Tavole Conviviali.
Tavole Conviviali è un programma di ricerca sul campo guidato da María Montero Sierra, Barbara Nardacchione, Markus Reymann, che esplora prospettive alternative, trasformative e partecipative sul tema delle risorse alimentari e del loro approvvigionamento. Come suggerisce Barbara Nardacchione “l’idea del tavolo nel programma pubblico rispecchia la volontà di “mettere sul piatto” nuove conoscenze e proposte comportamentali, per poi porle in relazione alle realtà già attive sul territorio veneziano”.
Quest’anno, per la sua terza edizione, il programma di Tavole Conviviali si intitola Una dieta di resistenza ed è curato da Barena Bianca; collettivo veneziano fondato nel 2018 da Fabio Cavallari e Pietro Consolandi.
Una dieta di resistenza nasce dal desiderio di riflettere sul cibo come evidenza delle proprie scelte, riguardo a questioni ambientali, sociali ed economiche. Scopo del progetto è la creazione di una dieta alimentare replicabile, da condividere con luoghi e persone, che pur geograficamente distanti sono chiamate ad affrontare problematiche quotidiane simili.
“L’atto della resistenza nel progetto è inteso attraverso i concetti di ecologia e di ambiente […] vuole essere una presa di posizione rispetto a ciò che danneggia il territorio, l’ecosistema e di conseguenza l’essere umano” Fabio Cavallari, co-fondatore del collettivo Barena Bianca.
Barena Bianca pensa Una dieta di resistenza nella forma del workshop, come laboratorio di pensiero condiviso. Nei mesi il progetto si è articolato su una serie di tre incontri, che hanno avuto per protagonista un gruppo di partecipanti seleziontә, sensibilә rispetto ai temi trattati. Durante le sessioni, svolte sia nella sede di Ocean Space che all’aperto, sotto la guida di Barena Bianca, il gruppo ha dialogato con espertə sulla morfologia veneziana, sulle sue trasformazioni antropiche e sulle sfide legate alla sua conservazione.
Centrale nelle giornate è stato l’approccio laboratoriale, che ha permesso non solo di mettere in scena la performance culinaria Pesca senza pesce1, ma anche di sperimentare ricette e partecipare a sopralluoghi lagunari, tra cui sull’isola di Sant’Erasmo. Le attività hanno facilitato una conoscenza approfondita del territorio, indispensabile per collaborare alla definizione di un manifesto alimentare sostenibile.
Il risultato del workshop sarà presentato al pubblico in occasione dell’evento conclusivo di Tavole Conviviali che si terrà il 28 settembre 2024 a Ocean Space. Parlando di comportamenti consapevoli e di pratiche della cura per coesistere con il futuro, l’arte può essere immaginata come un modello valoriale a cui guardare, perché “laboratorio dove si sperimenta prima ciò che poi può diventare esperienza comune”2. In questo senso, progettualità come Una dieta di resistenza suggeriscono che già a partire dalle scelte alimentari e dai gesti quotidiani, adottare abitudini alternative non è affatto un’impresa impossibile.