PLUG MI, qualche pensiero sull’edizione 2024

Si è conclusa la due giorni di PLUG MI un evento dedicato alla cultura urbana che quest’anno ha attirato molto di più la mia attenzione rispetto al passato.

PLUG MI – Ieri e Oggi

Facciamo un passo indietro: PLUG MI nel 2019 si pone principalmente come evento dedicato al mondo sneaker, esploso proprio in quegli anni. Le collezioni, la ricerca del pezzo più raro e la personalizzazione di determinati modelli di scarpe era in quel periodo la moda più diffusa tra la gen z e ed il claim dell’evento recitava “The Sneakers Culture Experience”. Quale modo migliore per attirare una fetta di pubblico ben precisa? Però ci può stare, in qualche modo si deve iniziare.

Nel 2022 c’è stato un primo switch importante: la musica diventa il traino principale dell’evento con i Live Show di artisti come Shiva e Rhove e questa tendenza si ripeterà nel 2023 e nell’ultima edizione. Forse perché il mondo sneaker non attira più e il rap urban è esploso, o forse perché effettivamente si vuole diffondere la cultura e parlarne, non solo trarne profitto.

Oggi il PLUG MI si è evoluto ed ha iniziato ad abbracciare in maniera più ampia la cultura urbana cercando di coinvolgere più ambiti possibili. L’evento è stato enorme, con spazi dedicati al mondo skate, gabbie per sport che richiamavano i campetti improvvisati di periferia, talk, rap battle, dance battle, podcast… davvero di tutto. Oltre a questo decine di stand espositivi per brand appartenenti più o meno al mondo urban o che comunque potessero attirare l’attenzione dei/delle più giovani (“Fashion Brands On Display” per rifarmi alla locandina). 

Edizione 2024: finalmente arte urbana

Quest’anno ho finalmente intravisto una reale apertura alla cultura urbana di strada legata al writing e non alla più contemporanea streetart. Tra gli stand espositivi erano presenti due realtà importanti nella scena milanese (e non) come KeyGallyer+ASITW e The Amazing Art Project, con MrWany in live performance per riadattare un suo storico pezzo. Se vogliamo parlare di Realness, direi che ci siamo!

Se nella prima edizione la presenza di WEIK per una live performance riusciva a creare un collegamento con il mondo dei graffiti, negli anni successivi gli artisti coinvolti sono stati TV BOY e RAVO. Due nomi di altissimi livello, con un passato nel mondo urbano, ma la cui prospettiva oggi è totalmente verso la street art, l’arte pubblica e il muralismo, elementi che strizzano l’occhio alla cultura urbana, ma che fanno parte del panorama pop.

E questo apre comunque ad una grande riflessione: guardandoci attorno, la cultura urban e la cultura hip hop quanto sono vicine oggi giorno?

Troppo spazio, poca attenzione?

Ciò che mi ha lasciato un po’ interdetto sono stati gli enormi “spazi vuoti”. La location veramente figa in cui si è svolto PLUG MI è enorme e questo ha permesso di gestire al meglio gli spazi, ma per me tutto è risultato dispersivo. 

Sono stati ben distinti gli spazi dedicati agli sport come street basket, street soccer e skateboard dallo spazio dedicato ai talk ed i live. Gli stand espositivi distribuiti, ma distanti tra loro, permettevano di osservare tutto da una certa distanza ed onestamente capisco il timore di avvicinarsi ad uno stand quando non c’è nessun’altra persona, come capisco la orribile sensazione di chi gestisce lo stand che vede avvicinarsi qualcuno e non vuole pressare per aprire una conversazione rischiando di passare per “commesso di noto brand di scarpe” (che non cito, ma spero capiate).

Gen Z, ma Tik Tok?

Questa cosa non la comprendo, forse sbaglio qualcosa io, ma davvero non ce la faccio. PLUG-MI spinge forte per coinvolgere le nuove generazione, specificatamente la Gen Z, ma i canali comunicativi principali sono Instagram e Facebook. 

Dall’altra parte mi sento però di dire che la piattaforma messa a disposizione grazie al QR Code presente sui braccialetti di ingresso era davvero qualcosa di interessante. Uno spazio dedicato alla community PLUG-MI dove a distanza di qualche giorno sono ancora disponibili video dell’evento, giochi, informazioni e notizie. Peccato che mi sia stato spiegato per caso da dei ragazzi con cui mi sono fermato a parlare (ma anche qui mea culpa se non lo avevo capito).

Conclusioni di una persona che ama la cultura urbana

Ho un pensiero che da sempre porto avanti: la cultura urbana deve essere trasmessa e portata avanti. Eventi come questo possono fare del bene ad un movimento che seguo da tantissimo tempo, ma ho enorme difficoltà a condividere il fatto che il costo della cultura ricada su una generazione troppo giovane. Capisco che sono lontani i tempi in cui era possibile organizzare eventi a basso costo e quindi permettere l’ingresso a 5€, però se accedere ad uno spazio dedicato alla cultura urbana ha un costo troppo altro, allora qualcosa non funziona. Oggi il mondo è diverso, questo è vero, ma quanti ragazzi/e oggi possono permettersi di accedere ad un evento del genere, passarci la giornata pranzando e magari acquistando qualcosa? Mi sento di dire veramente pochi.

Spero che PLUG-MI il prossimo anno riesca ad avvicinare sempre più la nuova generazione, riesca a dare sempre più spazio alla cultura urbana e riesca anche a sovvertire le tristi logiche del mondo capitalistico in cui volente o nolente, ci è finito anche l’urban.

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