Fino al 6 ottobre sarà visitabile la mostra BLOSSOMING: the tech-art in Formosa, allestita negli spazi del MEET di Milano e curata da Hsin-Chien Huang, artista specializzato nell’utilizzo di nuovi media e creazione di contenuti immersivi su larga scala.
BLOSSOMING è una rassegna che coinvolge i principali artisti digitali provenienti da Taiwan in un racconto corale che vede tradizione e tecnologia fondersi in un’esperienza sensoriale. La collettiva conduce lo spettatore in un percorso non convenzionale, che esce dalle sale fisiche per trasportare il pubblico in altre dimensioni. Il visore a realtà aumentata è uno degli strumenti che rispecchia maggiormente l’evoluzione digitale di cui siamo partecipi ogni giorno: un dispositivo che indossato può ricreare scene, raccontare storie senza bisogno di supporti fisici e comunicativi ulteriori, aprendo nuovi orizzonti espressivi e visivi nel mondo dell’arte.
Dal 1927 con l’invenzione del primo televisore gli apparecchi elettronici hanno accorciato esponenzialmente la distanza fisica tra l’occhio umano e i dispositivi fino ad arrivare per l’appunto al visore, un secondo paio di occhi che coinvolge tutti i cinque sensi del corpo umano. Questa collettiva orienta la visuale sulle modalità di racconto e di visualizzazione offerte dai nuovi strumenti per presentare la tradizione taiwanese al mondo occidentale in un modo mai visto prima.
Come cita lo stesso titolo “blossoming”, l’arte digitale sta fiorendo in tutto il mondo, integrandosi con i linguaggi che giá conosciamo in un intreccio stimolante e armonioso; rimane ora compito delle istituzioni farsi portavoce di questa svolta decisiva che di fatto rivoluziona il nostro modo di vedere, concepire e fruire l’arte.
Hsin-Chien Huang cura questa esposizione in quanto attore attivo dell’evoluzione della realtà virtuale negli ultimi decenni: attratto fin da studente di ingegneria dalle potenzialità della tecnologia, si avvicina prima al mondo dei videogame, che lo porta a ricoprire la posizione di art director in SEGA e Sony, per poi esplorare l’universo VR in autonomia, con partnership artistiche e produzioni avanguardistiche. Le dinamiche sociali e gli avvenimenti politici fanno parte della vita del curatore influenzandosi vicendevolmente e guidando l’ispirazione del progettista; il disastro dello Space Shuttle Challenger (1986) o piú avanti il massacro della Columbine High School (1999), sono alcuni degli eventi che segnano la storia evidenziando i pericoli e i rischi del digitale e dei mezzi piú avanzati nelle mani dell’uomo.
Gli ambienti della mostra sono ridotti a due postazioni: la prima situata nello spazio My Meet Lounge, in cui ogni visitatore ha la possibilità di immergersi nello spazio virtuale direttamente dalle postazioni dotate di controller e la seconda nel teatro immersivo, adibito alla proiezione di video e animazioni che con la tecnologia 3D coinvolgono gli spettatori a 360 gradi.
Le sei opere digitali visibili nel primo ambiente presentano episodi che possono essere concepiti singolarmente, essendo memorie e racconti spesso autobiografici, ma anche come parte di una narrazione unica, di un dipinto che raffigura la tradizione taiwanese partendo dalla storia comune per arrivare alla storia dei singoli artisti. L’approccio a queste opere permette di vivere le avventure narrate insieme all’autore e attraverso il suo sguardo: la soggettività diventa il linguaggio che accomuna creatore e spettatore, in uno spazio dove spazio e tempo si annullano e diventano interpretazioni, ricordo, esperienze.
Ogni vicenda racchiude in pochi minuti dei frammenti di ricordi, eventi reali o edulcorati dalle emozioni che gli artisti condividono con il fruitore suggerendo in questo modo un nuovo punto di vista, una diversa percezione che solo la realtà virtuale può suscitare: scelte, gesti, percorsi, sono tutte azioni che sono affidate al pubblico per renderlo realmente parte attiva e decisiva del racconto.
In Kuo Hsueh-Hu: The Reminescence of Taiwan in His Heart (2020) di Hsin-Chien Huang e Wen-Chieh Chang si respira il clima del mercato taiwanese, il calore degli artigiani, in un percorso a bordo di un carro che interpreta le memorie della madrepatria del pittore Kuo Hsueh-Hu, trasferitosi all’estero.
Childhood Revisited (2021) curato da Wen-Chieh Chang, ci porta anima e corpo dentro le limpide acque di un villaggio taiwanese, tra i giochi dei bambini nel fiume e la fauna locale che accompagna lo spettatore alla scoperta di luoghi incantati, in un quadro armonioso di serenità e gratitudine.
The Underground Haven (2024) di Hua-Hsiang Chen e Ama’s Momento (2019 remasteres 2024) di Awu Chen e Zong Chiang, sono due narrazioni intime e profonde per cui si percepisce il coinvolgimento personale degli artisti; i confini tra la vita e la morte, tra il presente e il passato sono labili e vengono costantemente ridefiniti dalle interpretazioni personali e dalla prospettiva che ognuno sceglie di adottare durante la visione.
I video proiettati nel teatro immersivo alternano animazioni che tramite immagini, storie e impatti differenti, comunicano con il pubblico incentivando l’autoriflessione: il godimento della bellezza che ci circonda traspare dal video Digital Tung Blossom “Tungether” (2024) che proietta sui tre schermi candidi petali del Tung, fiore simbolo della cultura Hakka di Taiwan, la scoperta di sé è narrata dal viaggio dell’aquilone protagonista di The Wayward Kite (2017), la topografia del territorio taiwanese è restituita dall’IA, che tramite prompt relativi a eventi sociali ed economici locali realizza un’installazione virtuale figlia del subconscio dell’artista. Anche il ruolo femminile è tra le tematiche trattate dalle proiezioni, e le due opere My Grandmother Is an Egg (2021) e The Dialogue between CiCi & ViVi (2023) riflettono sui contesti storici e sociali in cui la donna ha dovuto reprimere la propria libertà a causa di usi e costumi tradizionali, per aprire oggi nuove chiavi di lettura sulla base di queste testimonianze.
BLOSSOMING invita a condividere e diffondere la fioritura dei nuovi media e linguaggi digitali, fornendo testimonianze concrete della possibile interrelazione tra questi ultimi e la tradizione.
“Che tipo di tecnologia posso utilizzare per fare del bene? Per far capire alle persone che il mondo è fatto di bellezza e non di guerra” Hsin-Chien Huang
In vista dell’inizio della Milano Digital Week dal 10 al 14 ottobre, MEET inaugura il progetto Artificial Dreams in collaborazione con il Grand Palais Immersif di Parigi. L’intelligenza artificiale sta trasformando e spostando i limiti tra macchina e uomo stimolando interrogativi di carattere etico, sociale ed economico.
L’influenza dell’IA sulla creatività umana e sull’arte è oggetto di continui dibattiti volti a valutare l’impatto dei nuovi strumenti e lo sconfinamento verso altri immaginari; saranno le nuove strade digitali a guidare il futuro dell’arte, o rimarrà sotto il controllo della mente umana? Il concetto di bellezza subirà variazioni o manterrà lo stesso valore all’interno dei processi creativi? Artisti internazionali sono chiamati a esporre e condividere il loro rapporto con gli algoritmi e l’IA in questa nuova mostra immersiva, tra esplorazioni oniriche e universi virtuali.