Theresa Reiwer, artista tedesca che esplora il rapporto tra intelligenza artificiale (AI) ed etica, ha ottenuto il Gold Award al Lumen Prize 2024, il più prestigioso riconoscimento mondiale per l’arte realizzata con tecnologia. La sua opera vincitrice, Decoding Bias, è un’installazione immersiva che colloca gli spettatori al centro di una sessione di terapia condotta da otto avatar umanoidi governati da algoritmi di AI. L’opera affronta il tema degli algoritmi discriminatori, sottolineando come le intelligenze artificiali possano essere limitate o viziate dai dataset umani da cui apprendono, portando alla perpetuazione di pregiudizi.
Gli spettatori siedono in una disposizione circolare, in sincronia con gli avatar virtuali, vivendo così un’esperienza che mescola il reale e il digitale. Questo dialogo tra umano e macchina rappresenta una delle preoccupazioni centrali dell’arte contemporanea legata alla tecnologia, e Reiwer riesce con maestria a esplorare i confini tra etica, intelligenza artificiale e le responsabilità della società nel suo utilizzo.
Il Lumen Prize, alla sua tredicesima edizione, si conferma come una piattaforma cruciale per valorizzare le innovazioni artistiche basate sull’uso della tecnologia. Quest’anno, la competizione ha ricevuto quasi 2.000 proposte provenienti da 62 paesi diversi, un segnale chiaro dell’interesse globale verso l’arte digitale. Tra queste, solo 65 finalisti sono stati selezionati da una giuria di esperti, composta da rappresentanti di istituzioni di rilievo come il Whitney Museum of American Art, il Victoria and Albert Museum e HEK (House of Electronic Arts). Questi giudici hanno premiato opere che non solo dimostrano una profonda competenza tecnica, ma che riescono anche a proporre riflessioni significative sul mondo contemporaneo, su temi come l’intelligenza artificiale, la comunicazione umana e l’impatto sociale della tecnologia.
Un’importante novità di quest’anno è stata l’introduzione del Carla Rapoport Award, un riconoscimento che onora la fondatrice del premio, Carla Rapoport. Il primo vincitore di questo nuovo premio è UchanSun, già premiato in passato per il suo lavoro nel campo dell’arte digitale. L’opera vincitrice, AI Nüshu, si concentra su un’antica forma di scrittura cinese, il Nüshu, sviluppata dalle donne della regione di Hunan quando erano escluse dalla lettura e dalla scrittura tradizionale. Utilizzando l’intelligenza artificiale, l’artista riesce a far rivivere e reinterpretare questo antico codice, esplorando temi di genere e memoria culturale attraverso una lente tecnologica.
Il Lumen Prize 2024 ha assegnato premi in nove categorie, ciascuna delle quali ha messo in luce diverse declinazioni dell’arte digitale. Nella categoria Still Image, l’artista Diego Trujillo Pisanty ha vinto con la sua innovativa opera Blind Camera, un dispositivo che utilizza l’intelligenza artificiale per catturare immagini basate sui suoni circostanti, anziché sulla luce. Questo approccio trasforma il concetto stesso di fotografia, rappresentando una nuova frontiera per l’esplorazione visiva. Nella categoria Moving Image, l’artista filippino-americana Chia Amisola ha conquistato il premio con We Are Only Moving Towards Each Other, un’esperienza ipertestuale interattiva che esplora l’intimità online e offline attraverso una combinazione di elementi cinematografici e performance.
Un’altra opera degna di nota è Parallels, vincitrice del premio per l’Interactive Immersive, creata dagli artisti interdisciplinari Marc Da Costa e Matthew Niederhauser. Si tratta di un’installazione che, utilizzando l’apprendimento automatico, trasforma una parete a LED in un portale attraverso il quale gli spettatori possono vedere il mondo e se stessi filtrati da un sistema neurale. Questa esplorazione delle interazioni tra ambiente e tecnologia invita a riflettere su come i dati digitali ci rappresentano e influenzano.
Tra i premi assegnati vi è anche il Futures Award, vinto dal duo di designer Parsons & Charlesworth con Catalog for the Post-Human, un’installazione multimediale che riflette su come le tecnologie futuristiche influenzeranno il lavoro umano. L’opera, presentata come se fosse un vero e proprio stand fieristico di una compagnia tecnologica, propone prototipi satirici progettati per migliorare la vita umana, ma con un taglio critico nei confronti delle implicazioni etiche e sociali del progresso tecnologico.
Il Lumen Prize si è affermato negli ultimi anni come una delle vetrine più significative per l’arte creata con tecnologie all’avanguardia, mettendo in luce artisti che, attraverso le loro opere, offrono nuove prospettive sul nostro rapporto con l’intelligenza artificiale, la società digitale e i cambiamenti socio-tecnologici in atto. Questa edizione ha ribadito il ruolo cruciale del Lumen nel sostenere il dialogo tra creatività e tecnologia, spingendo gli artisti a esplorare territori sempre nuovi e stimolanti.