Luca Ward, a Teatro una lezione anticonvenziale sul doppiaggio e sulla recitazione

In uno splendido quanto innovativo one man show, Luca Ward accoglierà il pubblico in sala con la sua voce avvolgente. Delle retroproiezioni, con un’alternanza tra foto e video, accompagneranno i racconti di Luca e del suo trascorso personale. Nostalgia, tensione, divertimento. Un racconto intimo, condiviso a tu per tu con il pubblico: **il mare, le prime esperienze lavorative, il suo enorme trascorso artistico.”

Luca Ward, attore e doppiatore italiano, è uno di quei personaggi di cui è impossibile scordare la voce. Il suo timbro grave e vellutato è infatti appartenuto a Russell Crowe, Pierce Brosnan, Samuel L. Jackson e Hugh Grant, tra gli altri, e ci ha accompagnato in innumerevoli film visti al cinema e in televisione, dove ha raggiunto la celebrità come antagonista di Alessandro Preziosi nella prima stagione di Elisa di Rivombrosa. Gli amanti del teatro lo hanno anche visto sulle scene di musical e spettacoli di prosa come “Full Monty” e “Tutti insieme appassionatamente”.

La rappresentazione al Teatro Manzoni il 13 ottobre 2024 e poi, nel corso dell’autunno, in altri teatri d’Italia, è una sua autobiografia, ma anche una lezione anticonvenzionale sul doppiaggio e sulla recitazione, mirata a coinvolgere il pubblico, a interessarlo e a divertirlo con racconti di vita, riflessioni, gatti peluche lanciati da un capo all’altro del palco e teoria del doppiaggio.
All’inizio dello spettacolo è Ward stesso, quasi nei panni di un capitano navale, che accoglie il pubblico, prima di raccontare la sua vita e i suoi inizi, aiutato da alcune retroproiezioni sul fondo di scena, immancabili gli spezzoni di alcuni notissimi film!, e dalle musiche di Jonis Bascir. Ward parla del suo stretto rapporto con il mare, del suo trascorso intimo e personale come figlio, uomo, marito e padre e del suo lavoro come artista, spesso in conflitto con il suo più grande talento e la sua fortuna, la sua voce, che ha fatto decollare la sua carriera.

Decisamente, traspare in “Il talento di essere tutti e nessuno” il desiderio dell’attore e dell’uomo di essere visto, di diventare persona in carne e ossa e non soltanto una sequenza di timbri e intonazioni che si spandono per l’etere. Al di là di una seconda parte di spettacolo divertente ed entusiasmante, in cui Ward gioca con il pubblico, chiamando anche alcuni volontari in scena, sembra quasi dire: guardatemi, valgo la pena di essere guardato.

Lo spettacolo prosegue con l’accettazione della dicotomia individuo-attore, la sua trasformazione in un’entità multicolore con il privilegio di poter essere tutti e nessuno, appunto, di potersi muovere tra le vite del marinaio, del militare o dell’agente segreto e di scomparire nell’ombra dell’anonimato subito dopo. Un concetto affascinante, senza dubbio, che però a chi scrive è sembrato più un’opera di autoconvincimento che una reale certezza. Che bisogno ha, un professionista con apprezzate doti attoriali e direttore e fondatore di un laboratorio di doppiaggio, di uno spettacolo in cui, solo sul palco, si racconta e si mostra davanti a un pubblico che partecipa e lo conosce, sì, ma che rimane estraneo? Lo stesso, immagina chi scrive, che ha spinto il citato professionista a partecipare a un reality show, disperso su un’isola semideserta. L’estremo desiderio di essere considerato e di riempire il vuoto delle sue insicurezze, com’è d’altronde umano.

“Il talento di essere tutti e nessuno” è un atto di egocentrismo, ma sufficientemente breve e piacevole da non irritare chi lo guarda. Ward prosegue nel copione, un po’ autoanalizzandosi e un po’ insegnando teatro, aiutato dall’ironia di Luca Vecchi, autore del testo in scena e direttore dello spettacolo, che ci aggiunge un po’ del ritmo e della vivacità già pienamente testati con The Pills. Nel complesso, si tratta di un modo divertente per trascorrere un pomeriggio, e magari anche di imparare qualche trucco di gestione della voce e del corpo, che torna sempre utile nella vita di chi è solo qualcuno.

3 Commenti

  1. Meglio di così non potevi descrivere lo spettacolo….hai citato tutte le sue doti…di grande personaggio di spettacolo…come sempre brava Valentina!!!!! Testo vivace…scorrevole…
    Bianca

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

La Musa surreale, Alessandra Redaelli racconta Gala Dalì in prima persona nel suo nuovo libro

Nel libro La musa surreale, Alessandra Redaelli ripercorre, attraverso la voce della stessa protagonista, la vita della musa di Salvador Dalì, non solo come compagna del celebre pittore, ma come una figura indipendente, capace di determinare il proprio destino.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno