Nell’ottica moderna in cui i musei vanno incontro ai visitatori occorre tenere a mente che tra i vari pubblici ce ne sono alcuni che hanno bisogno di una pausa necessaria ad una possibile esperienza eccessivamente impegnativa all’interno delle sale del museo.
In effetti, a pensarci bene, l’ambiente nuovo, le luci, le voci, i dissuasori e i rumori di sottofondo possono creare livelli di disagio diversi, comuni nelle persone con disturbo dello spettro autistico (ASD) o individui con differenze nell’elaborazione sensoriale, che rendono poi spiacevole la visita al museo nonché la reiterazione di questa per nuove possibili occasioni di relazione.
Tra i primi a farci riflettere sulla richiesta di una maggiore attenzione e accoglienza di persone che hanno questa particolare sensibilità è il Museo dei bambini – Explora – di Roma che ha progettato, realizzato e lanciato l’iniziativa: “Un museo a modo mio”, proponendo un modello di fruizione dei suoi spazi non solo più accessibile ma anche più inclusivo, che potrebbe essere di ispirazione per tutti i tipi di museo.
Seguendo infatti la scia del supporto che la maggior parte dei Children’s Museums internazionali ormai cerca di garantire per aiutare tutti i bambini a partecipare pianamente alle iniziative del museo e quindi della comunità di riferimento, il Museo romano ha cercato non solo di allinearsi ma di andare oltre fornendo una possibilità di fruizione che ben si inscrive nella tradizione di inclusione del nostro Paese.
Oltre che programmare per il primo giovedì pomeriggio del mese turni di visita dedicati in cui si garantiscono ingressi numericamente contingentati, musica e audio ridotti, possibilità di esplorazione libera di tutti gli ambienti ma anche di entrata e uscita in esterno continua durante il turno visita, unitamente ad un atteggiamento diffuso del personale nell’andare incontro ad altre possibili necessità specifiche, si è proposto di fare in modo che anche in tutte le altre giornate di apertura si potessero prevedere possibilità di fruizione speciali.
Questo perché si è creduto fortemente nella forza della relazione come ulteriore e necessario stimolo per la costruzione della conoscenza da parte di ogni individuo, e nonostante le difficoltà sensoriali sembrerebbero impedirlo, si è preferito, piuttosto che procedere con iniziative per persone target, lasciare libera la partecipazione ad ogni turno di visita per permettere percorsi di progressiva familiarità con l’ambiente e con le difficoltà sensoriali stesse, in modo da fare in modo che l’esplorazione passasse anche per la conoscenza dell’esperienza dell’altro.
Per questo nel museo, durante l’iniziativa ‘Un museo a modo mio’, ci si è proposti di rendere polifunzionale l’ambiente della fascia 0-3 anni come Break room, aperta e fruibile, immaginando potesse assolvere anche la funzione di ‘Pausa’ intesa come spazio dedicato e tranquillo caratterizzato da una riduzione degli stimoli sonori, visivi, tattili e olfattivi o come anche la guida CAA, risorsa disponibile in tutti i turni di visita, che con il suo linguaggio semplificato è messa a disposizione come una risorsa utile anche per chi sta iniziando ad imparare la nostra lingua.
A questo proposito, in collaborazione con RENLAB, il Laboratorio di Ricerca in Neuroscienze educative del Dipartimento di Psicologia e Scienze dell’Educazione dell’Università Pegaso sono offerte tutti i giovedì pomeriggio anche una serie di brevissime attività di 15 minuti al massimo, in cui si sono proposte delle esperienze sensoriali e interattive, ad accesso libero ed aperte a tutti – adulti e bambini – che hanno lo scopo di rendere meglio consapevoli del rapporto tra ambiente, stimolazione sensoriale e apprendimento, sensibilizzando al contempo sulla neurodiversità come possibilità di conoscenza di ognuno di noi e del nostro stesso funzionamento.
Con questi accorgimenti il Museo di Explora nell’andare incontro alle esigenze del fruitore lo qualifica contestualmente come risorsa preziosa per la comunità e, piuttosto che procedere per eliminazione o per aut aut, preferisce creare punti di contatto utili a sensibilizzare ed a moltiplicare gli orizzonti di fruizione e quindi la ricchezza della visita stessa.
Non è un caso che proprio questo museo è stato promotore della prima edizione dell’iniziativa Spark, una giornata di confronto in cui diversi servizi educativi di alcuni dei più importanti musei italiani hanno illustrato le loro pratiche didattiche, nella comune volontà di procedere insieme nella condivisione di possibilità inclusive di conoscenza, in modo da fare rete e – speriamo – continuare a mettersi in gioco sempre di più.
Credits: Archivio Fotografico di Explora