Invisible Jumpers: quando la fotografia incontra la sartoria

L’arte della mimetizzazione trova le radici in natura, nelle dinamiche dei predatori e della caccia, e si è progressivamente espansa nelle discipline piú disparate, dall’arte alla moda fino al design. Animali, armi e esseri umani hanno perfezionato tecniche e pratiche per secoli al fine di risultare perfettamente identici al contesto in cui sono inseriti e portare a termine la propria missione; con Liu Bolin l’ideale della mimetizzazione viene resa popolare attraverso la fotografia, il trucco e i costumi. 

Ma ci sono due artisti che hanno trovato nelle loro diverse discipline, il trait d’union per una perfetta mimetizzazione.

Nel 2018 il fotografo Joseph Ford e la sarta Nina Dodd inaugurano il progetto Invisible Jumpers, precedentemente chiamato Knitted Camouflage, una galleria virtuale che raccoglie le ingegnose immagini ideate e riprodotte dalla coppia artistica. Ford e Dodd si avvicinano alle rispettive professioni per passione: il primo si approccia al mondo della fotografia dopo aver terminato gli studi in lingue mentre la seconda segue un hobby, diventato oggi un lavoro a tempo pieno, che le permette di sfidare i limiti del materiale declinandolo in creazioni uniche. 

Gli shooting vengono realizzati sia in luoghi pubblici, come architetture urbane e paesaggi naturali, sia in spazi piú circoscritti e intimi; la precisione e la tecnica sono le skills chiave del progetto e riguardano sia la produzione dei capi in lana, sia la capacità della macchina fotografica di fissare l’attimo piú verosimile e naturale dell’incontro del soggetto con lo sfondo

Ogni filo di lana si fonde per tonalità e stile agli elementi esterni identificandosi nell’elemento che connette chi la indossa a ció che lo circonda: la ricerca che precede il prodotto finito registra i dettagli piú fini di ció che l’occhio umano darebbe per scontato restituendo al pubblico un’illusione ottica unica nel suo genere. Le tappezzerie dei mezzi pubblici sono la prima scintilla ispiratrice per Nina Dodd, che essendo un’assidua frequentatrice di bus inizia proprio dal riprodurre le fantasie e le trame che solitamente ne identificano i sedili e le pareti. 

Invisible Jumpers risveglia la vista in un’epoca storica in cui, sempre di piú, si tende a tralasciare i dettagli a favore di un apprendimento rapido e sommario; gli abiti avvicinano il soggetto al contesto, mentre i volti e i corpi degli esseri umani emergono dallo sfondo come a voler valorizzare la personalità dei personaggi fotografati. I gesti e le espressioni facciali vengono evidenziate ancora di piú in alcuni frame video che catturano qualche secondo dello scatto, ricostruendo la dinamica e il retroscena dell’immagine finale.

Davanti ai lavori di Ford e Dodd viene da chiedersi se a prevalere sia il background o i soggetti coinvolti, stimolando interrogativi sulla propria percezione sensoriale alla scoperta di propensioni e letture personali e fantasiose. Un volume edito da Hoxton Mini Clud, raccoglie le opere del duo artistico lasciando alle immagini ogni parola e tramandando al lettore la complessità e la finezza della pratica condivisa: ore di lavoro a maglia si sommano a ore impiegate ad allineare perfettamente la macchina fotografica per la giusta resa, in un capolavoro a quattro mani che ribalta le prospettive quotidiane. 

Un close up di una scala metropolitana, una banana travestita da anguria, un cane tono su tono con un cespuglio, sono tutti giochi illusionistici che strappano un sorriso e portano alla luce un’artigianalità che merita di essere conosciuta e riconosciuta

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