Venerdì 7 febbraio 2025, il Tecnopolo Manifattura Data Valley Hub di Bologna accoglie The Models, installazione audiovisiva interattiva del duo artistico dmstfctn, a cura di Sineglossa e parte di The Next Real, rassegna dedicata al rapporto tra arte e intelligenza artificiale. Il progetto, sostenuto da CINECA, ART-ER, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Bruno Kessler e finanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea, si inserisce nel programma di ART CITY Bologna 2025 durante ARTEFIERA e sarà visitabile fino al 9 febbraio. L’evento inaugurale ospiterà anche un talk su debunking e magia, con Federico Ferrazza (Italian Tech) e Mariano Tomatis, illusionista e scrittore.
La ricerca di dmstfctn si concentra sulle dinamiche di costruzione e manipolazione della verità nell’era digitale, tema reso oggi ancora più urgente dalle dichiarazioni di Meta, che ha annunciato la rimozione del fact checking dalle proprie piattaforme. L’opera nasce proprio da una riflessione su come la disinformazione si diffonda con modalità narrative seducenti, capaci di stimolare l’immaginario collettivo più dei dati e delle analisi razionali. A partire da questa premessa, il duo artistico ha concepito un’installazione che unisce tecnologia e patrimonio culturale: sfruttando l’intelligenza artificiale generativa, The Models porta in scena una serie di maschere digitali animate in 3D, ispirate alla Commedia dell’Arte, capaci di improvvisare dialoghi teatrali autonomi.
L’interazione con il pubblico è una componente fondamentale dell’opera: gli spettatori, attraverso il proprio smartphone, possono inserire oggetti scenici che rappresentano superstizioni e teorie del complotto, influenzando così la narrazione. Le maschere digitali, mosse da modelli di IA addestrati sul Supercomputer Leonardo, reagiscono a questi stimoli creando un gioco di specchi tra verità e finzione, tra manipolazione algoritmica e spontaneità dell’improvvisazione teatrale.
L’intuizione di dmstfctn è quella di esplorare le capacità persuasive dei Large Language Models, evidenziandone le contraddizioni: se da un lato questi sistemi dimostrano una fluidità linguistica sorprendente, dall’altro tendono a inventare informazioni, ripetere errori o assumere atteggiamenti ambigui, oscillando tra autorità e servilismo. In questo senso, le maschere digitali di The Models funzionano come specchi deformanti, svelando le fragilità di una tecnologia che, pur nella sua apparente oggettività, è soggetta a dinamiche di errore, distorsione e bias culturali.
Il recupero della Commedia dell’Arte non è casuale. Questa tradizione teatrale, basata sull’improvvisazione e sulla caratterizzazione archetipica dei personaggi, si presta perfettamente a mettere in scena le tendenze dell’IA generativa: figure che ripetono schemi, confabulano, creano connessioni arbitrarie e, nel loro gioco di eccessi, rivelano le stesse strategie discorsive alla base delle fake news e delle teorie complottiste.
Come sottolinea Federico Bomba, presidente di Sineglossa, l’installazione si inserisce nella logica del pre-bunking, una strategia che, attraverso l’esposizione controllata alla disinformazione, aiuta il pubblico a riconoscere e smontare i meccanismi della manipolazione mediatica. In un contesto come quello del Tecnopolo di Bologna, sede di uno dei supercomputer più potenti al mondo, l’opera acquisisce una valenza ancora più significativa, ponendosi come riflessione critica sull’uso dell’intelligenza artificiale e sul suo impatto sociale e culturale.
The Models non si limita dunque a mostrare la potenza creativa dell’IA, ma ne mette in evidenza anche le implicazioni etiche e cognitive, interrogandosi sul modo in cui questi strumenti influenzano la nostra percezione della realtà. In un’epoca in cui il confine tra vero e verosimile diventa sempre più labile, il lavoro di dmstfctn si impone come un’indagine lucida e provocatoria su come la tecnologia non solo rifletta, ma amplifichi le nostre credenze e i nostri pregiudizi.
L’opera dimostra come l’arte possa farsi strumento critico, capace di rivelare i meccanismi nascosti della tecnologia e di stimolare un dibattito sul suo ruolo nella costruzione della conoscenza. Attraverso un dialogo tra tradizione e innovazione, tra commedia e disinformazione digitale, The Models invita il pubblico a interrogarsi sulla natura della verità e sulla nostra capacità di riconoscerla in un panorama sempre più mediato dall’intelligenza artificiale.