Palazzo Merulana accoglie dal 29 marzo al 6 luglio 2025 la personale di Matteo Pugliese, NELLE TUE MANI. Gesto, Arte, Materia, a cura di Carmen Sabbatini. Un percorso espositivo che interroga il rapporto tra materia e spirito, tra immanenza e trascendenza, attraverso circa cinquanta opere in dialogo con la collezione permanente del museo. L’evento, patrocinato da Roma Capitale e sostenuto da Zurich Bank, si inserisce perfettamente nel contesto del Giubileo 2025, facendo della scultura un luogo di riflessione universale.
La cifra stilistica di Pugliese si radica in una ricerca sulla figura umana che oscilla tra tensione e liberazione. Le sue celebri serie di sculture – da Extra Moenia a I Custodi, fino agli Scarabei – parlano di un’umanità in perenne lotta con i propri confini, fisici e metafisici. Come in un’eco lontana delle figure prigioniere di Michelangelo, i corpi scolpiti sembrano sprigionarsi dalla materia, emergere da superfici che li trattengono e li vincolano. Se nei Prigioni michelangioleschi la scultura è vista come un atto di liberazione della forma dal blocco marmoreo, Pugliese porta avanti questa stessa tensione ma la radicalizza: le sue figure non si affrancano mai del tutto, restano imprigionate nella parete, simbolo di una condizione esistenziale sospesa tra resistenza e accettazione.
Accanto a questa dimensione di conflitto tra corpo e spazio, l’artista introduce una riflessione sul sacro e sulla memoria. I Custodi, enigmatici guardiani dalle forme possenti e ieratiche, sembrano provenire da un tempo remoto, evocando tanto le sculture votive etrusche quanto le figure massicce di Henry Moore. Gli Scarabei, invece, brillano di un’energia diversa: piccoli e preziosi, evocano l’arte dell’antico Egitto, dove lo scarabeo era simbolo di rinascita e protezione, ma si aprono anche a un’estetica contemporanea che richiama il pop surrealism e la scultura gioiello.
Punto centrale della mostra è l’installazione Nelle tue Mani, una reinterpretazione scultorea dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, esposta per la prima volta in Italia dopo essere stata presentata a Hong Kong e Lugano. Qui Pugliese concentra l’attenzione su un dettaglio cruciale del capolavoro leonardesco: le mani degli apostoli e di Cristo. Se nel dipinto originale il movimento delle mani racconta lo sgomento dei discepoli di fronte all’annuncio del tradimento, nella versione scultorea di Pugliese il gesto diventa il vero fulcro narrativo. Le mani scolpite si intrecciano, dialogano, si tendono nello spazio, creando un linguaggio universale fatto di tensioni e sospensioni, tra accusa e dubbio, fede e incertezza.
L’opera richiama il lavoro di scultori contemporanei che hanno esplorato il tema del gesto come linguaggio autonomo, da Giuseppe Penone, con le sue mani impresse nella materia, a Jannis Kounellis, dove il frammento corporeo diventa elemento evocativo di una presenza assente. Ma la riflessione di Pugliese non si esaurisce nella forma: la scelta di proporre questa installazione a Roma, nell’anno del Giubileo, amplifica il valore spirituale dell’opera, inserendola in un contesto che da secoli è crocevia di pellegrinaggi e meditazioni sul sacro.
La mostra si articola in quattro sezioni che si sviluppano nei vari piani di Palazzo Merulana, creando un dialogo continuo con la collezione permanente. Questo approccio consente alle opere di Pugliese di inserirsi in una narrazione più ampia, dove l’arte del passato e quella contemporanea si confrontano sul tema della sacralità nella forma.
Il percorso inizia con Extra Moenia, una riflessione sulla condizione umana oltre i limiti imposti dal corpo e dalla società; prosegue con I Custodi, figure totemiche che proteggono e sorvegliano il tempo e la memoria; continua con Pachamama, dedicato alla sacralità del femminile e all’energia generatrice della Madre Terra, fino ad arrivare agli Scarabei, piccoli esseri simbolici che custodiscono la gioia e la leggerezza.