Alla scoperta della stella nascente Jonathan Gardner, un ottimo investimento sul mercato dell’arte emergente.
Per i cacciatori di stelle nascenti del mondo dell’arte contemporanea emergente, un artista su cui fare un pensiero è certamente Jonathan Gardner, rappresentato negli Stati Uniti e portato in fiera dalla galleria Casey Kaplan di New York, con cui ha appena esposto ad Art Basel 2017.
Quella di Jonathan Gardner è la figurazione dei grandi riferimenti, delle citazioni. Un omaggio al ventesimo secolo in primo luogo in termini stilistici: nelle sue opere ritroviamo le geometrie umane tipiche di Picasso, gli oggetti di Magritte, gli interni di Matisse.
Ma Jonathan Gardner non si limita a innumerevoli riferimenti artistici e stilistici: oziose, desiderose di svagarsi ma spesso svogliate, le ragazze di Gardner si ritrovano protagoniste involontarie di situazioni in cui inesorabilmente noi osservatori ci troviamo catapultati. Puntellate di elementi erotici, le scene di Gardner non possono che risultare una trasposizione attuale dei momenti di inattività, di stasi, della stereotipata borghesia occidentale.
“Penso alle pitture come vedute diverse di un mondo condiviso. Non sono sicuro di una storia, ma l’idea che delle cose stiano accadendo tra i miei dipinti è intrigante”
“Sarei disonesto se non affermarsi che una delle motivazioni per cui dipingo soggetti femminili è essere un uomo attratto dalle donne. Mi rendo conto che questo possa essere politicamente scorretto e disgustoso, ma credo veramente che quando un’opera proviene da un impulso reale, romantico e corporeo, il risultato sia molto più forte di quando la produzione artistica nasce da una posizione accademica difendibile e criticamente approvata”
Photo via pinterest
Jonathan Gardner, classe 1982, è nato a Lexington, in Kentucky. Ha tenuto mostre personali, tra le altre, alla Mary Mary Gallery di Glasgow nel 2015 e da Casey Kaplan a New York nel 2016. Con Casey Kaplan ha partecipato ad Art Basel – Miami Beach nel 2015 e nel 2016 e ad Art Basel nel 2016 e 2017.
Vive e lavora a New York.
Non è rappresentato da gallerie Italiane.
Negli Stati Uniti è invece rappresentato dalla galleria Casey Kaplan.
video credits leonardo perdi