Vediamo come se la sta cavando il frontman dei Nirvana sul mercato dell’arte.
Kurt Cobain è un personaggio iconico. Talmente iconico che viene difficile parlarne. Su di lui si è detto tutto. Se ne è abusato.
Noi usiamo però una lente d’ingrandimento inusuale, quella del mercato dell’arte contemporanea, che anche parlando di Kurt Cobain ci riesce a far raccontare qualcosa di ancora non detto.
Ma iniziamo dal principio.
Tra i milioni di fans di Cobain, i “veri fans” hanno sempre saputo che oltre alla vocazione musicale il frontman dei Nirvana aveva quella per il disegno e la pittura (la copertina di Incesticide del 1992 è disegnata da lui).
Il documentario “Cobain: montage of heck” lo ha rivelato a tutti gli altri. Nel film vengono mostrati alcuni disegni dell’artista che animati danno vita ad alcune interessanti scene carton. Cobain, parallelamente alla sua carriera di frontman di una delle band più amate della storia, conduceva anche la vita di artista figurativo in piena attività.
I disegni e gli acquerelli di Cobain rispecchiano lo stato d’animo tetro ed angosciato del cantante. Raffigurazioni di ansie e di paure che prendono forme di umanoidi sospesi in non luoghi surreali, popolati da soggetti tra i più disparati, reali o meno. Colori accesi, vivi, violenti.
Cobain, per l’appunto, non disegnava nature morte o paesaggi come passatempo alla domenica, ma esprimeva attraverso la pittura esattamente quello che esprimeva con la voce e con la chitarra: il proprio disagio. Che è diventato disagio generazionale e ne ha fatto un’icona. La considerazione è dunque che l’opera pittorica di Kurt Cobain, in quanto prodotta da Kurt Cobain e perfettamente in linea con tutto il percorso artistico e personale di Kurt Cobain, sia qualcosa di estremamente significativo e prezioso per i suoi ammiratori, per il mondo dell’arte in generale e di conseguenza per il mercato dell’arte contemporanea.
Inoltre, essendo quella pittorica una produzione collaterale a quella musicale dell’artista, ed essendo Cobain morto a ventisette anni, non circolano sul mercato che poche opere attribuite al leader dei Nirvana.
Fatto il punto della situazione non si può che esser certi che le opere di Kurt Cobain abbiano oggi sul mercato dell’arte contemporanea un valore elevatissimo in termini economici.
La situazione che troviamo spulciando i database che raccolgono i dati sulle battute d’asta è la seguente. Cobain è apparso in 3 diverse aste (Christie’s nel 2004, Phillips nel 2009 e Julien’s nel 2017) con complessivamente 6 opere. Considerando i lavori battuti all’asta, sempre molto piccoli e con soggetti in realtà non estremamente significativi per il percorso dell’artista, Cobain in asta ha fatto il suo, battendo quest’anno il proprio record personale con un acquerello 10×14 (cm) battuto a 64.000$. Prima non si erano mai superati i 18.000$.
Calate invece (stranamente) per Cobain le stime della case d’asta.
“Four raccoons in a black tree”, l’opera del record, veniva stimata soltanto 2000$-4000$.
Quello che tuttavia di Cobain non si è ancora potuto vedere in asta è un vero masterpiece.
E’ lì che bisogna andare a parare per avere delle risposte che fino ad ora il mercato non ci ha dato con chiarezza. Quanto può valere, in termini economici, un pittura davvero importante di Cobain?
Per questo bisognerà aspettare. Come detto, di suoi lavori ne girano pochissimi.
Se e quando questo accadrà, quando sugli schermi di Christie’s o Sotheby’s comparirà una vera, grande pittura di Kurt Cobain, scopriremo se la rockstar entrerà violentemente nel mercato delle stelle dell’arte contemporanea, tornando ancora a far parlare di se. Noi certo vi diremo la nostra a riguardo.