Frieze : Amessi in Fiera anche Mercanti, Collezionisti, Curatori, Artisti

Frieze cambia le regole del gioco. A partire dalla prossima edizione tra gli espositori ammessi alla fiera anche collezionisti, curatori, mercanti e, potenzialmente, artisti.

Frieze New York, tra le fiere d’arte più importanti al mondo, ha apportato un’ apparentemente piccola modifica ai criteri d’ammissione per gli espositori che vorranno prenderne parte a partire dalla prossima edizione.

Fino a poco fa i requisiti necessari per la candidatura erano 3 : 1) essere un’attività commerciale, 2) collaborare con artisti di livello internazionale 3) avere all’attivo un minimo di 4 mostre all’anno all’interno degli spazi della propria galleria. La postilla di recente aggiunta recita ” le eccezioni saranno prese in considerazione caso per caso”. Queste “eccezioni” non sono meglio definite all’interno del documento, ma lasciano molto spazio all’interpretazione. Collezionisti, curatori, mercanti, ed, eventualmente, anche artisti. Insomma chiunque disponga di una collezione e/o di risorse per allestirla. 

Alcune di queste “eccezioni” si sono infatti già palesate. E’ il caso della mercante d’arte Nicole Klagsbrun che ha chiuso la sua galleria di New York nel 2013, e che sarà uno dei pochi nomi nella sezione principale a non disporre di uno spazio fisico dove “allestire un minimo di 4 mostre all’anno” e condurre “un’attività commerciale”.

 

artworkslondon.com

Le opinioni del mondo dell’arte sono discordanti. C’è chi non sa cosa pensare del destino di una delle fiere d’arte più influenti al mondo e chi invece si dichiara entusiasta e aperto al cambiamento. “Frieze è nata nel Regno Unito come una fiera d’arte” fuori dagli schemi “, afferma Wendy Cromwell, consulente artistico di New York. “Avere dei collaboratori indipendenti e di talento che contribuiscono a tenere alta la qualità dei progetti in mostra, non può che costituire un vantaggio per il brand e per tutti noi”.

A prescindere dai sentimenti che si provano per il cambiamento, è certamente un’indicazione delle sfide che molte gallerie, in particolare quelle del mercato intermedio sempre più competitivo, stanno affrontando negli ultimi anni. Non a caso Nicole Klagsbrun (di cui sopra) ha affermato riguardo alla chiusura del suo spazio a New York nel 2013 “Semplicemente non credo più nel sistema tradizionale delle gallerie d’arte”.

Quando è stato chiesto ad un portavoce di Frieze il perché del cambiamento dei criteri di selezione  ha risposto che, poiché le scorse edizioni hanno “presentato un ampio mix di gallerie e progetti” , la fiera ha voluto “riflettere meglio il tipo di dealer che esistono oggi sul mercato e che ( anche se non ce ne siamo accorti! )  hanno comunque in passato e in diverse forme già partecipato alla fiera”.

Ebbene sì, quello che Frieze ci ha appena detto è che il mondo dell’arte sta cambiando, e con esso le tipologie di attori e i metodi di interazione tra loro. Non solo, ci ha anche detto che mentre tutto questo accade nessuno se ne accorge e che il ruolo delle Fiere è appunto riflettere e interpretare il mondo dell’arte. Attendiamo con ansia e molta curiosità la prossima edizione!

 

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