A Roma una mostra racconta i paesi in via di sviluppo

Si chiama “BRIC-à-brac | The Jumble of Growth |另一种选” la mostra della Galleria Nazionale di Roma che racconta i paesi in forte crescita economica.

Lunedì siamo stati all’inaugurazione di BRIC-à-brac | The Jumble of Growth |另一种  la mostra curata da Huang Du e Gerardo Mosquera e realizzata dalla Galleria Nazionale di Roma in collaborazione con il Today Art Museum di Pechino.

Dopo avervi svelato la mostra in super anteprima nelle nostre storie su Instagram abbiamo deciso di lanciare un sondaggio il cui esito non ha lasciato dubbi. A grande richiesta ecco l’articolo sulla mostra che avete richiesto!

 

BRIC-à-brac esplora il processo di trasformazione economica, sociale e culturale dei paesi in cui l’economia di mercato cresce verticalmente e su scala globale. L’indagine è stata condotta prendendo in esame i diversi modi in cui l’arte ha partecipato o reagito ad alcuni di questi cambiamenti.

bric-à-brac” è un’espressione francese che comunemente designa un’accozzaglia di oggetti eterogenei, disposti talvolta in maniera confusa. Casualmente, il primo termine della locuzione

coincide con l’acronimo BRIC – Brasile, Russia, India, Cina – coniato nel 2001 dall’economista Jim O’Neill per parlare del ruolo economico globale attualmente svolto da questi quattro paesi. Oggi con il termine BRIC si vuole identificare proprio la forte crescita del potere economico dei paesi in via di sviluppo, risultato della globalizzazione che sta rivoluzionando il pianeta sotto ogni punto di vista. La nuova situazione coinvolge non soltanto i paesi BRIC, ma anche altre economie emergenti che stanno vivendo una notevole accelerazione della crescita economica, accompagnata da modernizzazioni rapide, disomogenee, spesso all’interno di società tradizionali: insomma, un vero e proprio bric-à-brac di situazioni disparate.

La mostra ne esplora contraddizioni e contrasti. Molti artisti reagiscono a tali temi, li esprimono o li trattano in profondità. Alcuni affrontano problemi sociali, altri sono più orientati verso le soggettività. Tutti, però, illuminano le complessità analizzate dalla mostra con opere di grande impatto artistico ed estetico.

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