Art Transfer è la nuova funzionalità di Google Arts che ti permette di personalizzare le tue immagini applicando gli stili dei grandi artisti.
Grazie ad Art Transfer, che come l’intero progetto Google Arts & Culture porta avanti il binomio arte e tecnologia, è possibile applicare alle proprie immagini le caratteristiche di quadri iconici.
Google Arts & Culture è una giovane applicazione gratuita e connessa alla G Suite, tutta dedicata all’arte e alla cultura visiva. Nasce con l’idea di offrire agli utenti la possibilità di fruire opere d’arte di tutto il mondo per mezzo di immagini di qualità ad altissima risoluzione. Con più di 2000 musei ed archivi divenuti partner del progetto, tra cui il MET, il MoMa, gli Uffizi, la Tate – solo per citarne alcuni, la piattaforma si è trasformata in pochissimo tempo in un vero e proprio archivio virtuale in cui conoscere ed apprendere informazioni certificate ed interessanti riguardo a tecniche, artisti, opere e luoghi. Proprio durante questo lungo periodo di lock-down è divenuta l’applicazione madre della diffusione mediatica di cultura visiva e si è arricchita di una serie di funzioni interattive e divertenti con le quali giocare imparando moltissime novità riguardo l’arte, la storia ed i suoi protagonisti.
Visualizza questo post su Instagram
Tra le varie attività vi è anche la nuovissima Art Transfer una funzione ispirata ad alcuni grandi capolavori della storia dell’arte che si trasformano per l’occasione in filtri da applicare alla fotocamera o alle immagini contenute nel nostro smartphone. Appaiono sullo schermo filtri ispirati a “Il grido” di Edvard Munch, a “The heart of the universe” di Yayoi Kusama, a “Red Barn” di Roy Lichtenstein, ma anche ad opere di artisti più di nicchia come Amrita Sher-Gil, Paul Signac, Jacob van Hulsdonck e addirittura il celebre e ultra contemporaneo Okuda. Forse Art Transfer potrebbe sembrare un po’ “kitsch”, ma, in realtà, dietro all’apparenza ludica del filtro, si cela un lato didattico poiché le foto vengono sempre accompagnate da sintetiche “pillole d’arte” sottoforma di commenti sullo stile, sulla tecnica, sulla vita ed il lavoro dell’artista. Insomma un gioco divertente e di tendenza con il quale dare sfogo alla creatività virtuale, senza scordare che l’arte nell’epoca della sua (iper)riproducibilità tecnica prima di essere utilizzata deve essere anche conosciuta, nobilitata, e così vissuta.