Dal 10 settembre al 31 ottobre 2021 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta La discoteca.
E’ la mostra personale di Jacopo Miliani a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi | NOS Visual Arts Production: una grande installazione ambientale audio-video composta dalla proiezione del film omonimo e dalla scultura luminosa al neon Babilonia, insegna della discoteca immaginaria in cui è ambientato il film.
La discoteca, progetto che comprende la realizzazione del primo feature film dell’artista, della scultura e di una pubblicazione monografica che raccoglie tutta la ricerca legata al progetto, ha vinto l’ottava edizione di Italian Council – programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura (MiC) – ed entrerà a far parte della collezione museale del Centro Pecci.
Il film La discoteca racconta un futuro distopico in cui un’autorità non ben identificata proibisce il ballo e il libero sfogo alle emozioni, ed esercita il proprio potere sulle persone trasformandole in rose. Un grottesco retro-futuro in cui un’applicazione digitale sorveglia le case e seleziona esseri umani per una serata speciale in discoteca, luogo deputato a consumare un rituale finalizzato alla riproduzione controllata della specie. Nella discoteca non vi è traccia di divertimento, imprevisto, scoperta dell’altro. È qui che Sylvester (Eva Robin’s) regina/tiranna del Babilonia, accompagnata da altri abitanti di questo luogo spettrale (Anna Amadori, Charlie Bianchetti, Kenjii Benjii e Alex Paniz), accoglie Didi (Eugenia Delbue) ed Ermes (Pietro Turano) due giovani antieroi che daranno vita a una sorprendente trasformazione.
Con La discoteca Jacopo Miliani sceglie di relazionarsi al linguaggio cinematografico attraverso la sceneggiatura e la regia, proponendo un’evoluzione e una sintesi della sua ricerca su temi come il linguaggio del corpo, il ballo, i luoghi comunitari e la performatività del sé.
Ambientato al Kontiki di Vigarano Mainarda – locale storico del ferrarese culla delle balere e delle grandi discoteche anni ’80 e ’90 cui il film rende omaggio – con un’estetica marcata e surreale, l’artista offre allo spettatore una narrazione aperta sulla costruzione dell’identità, la sfera della sessualità, la queerness, la fluidità di genere, il rapporto tra scelte personali e società.
Combinando diversi linguaggi tra cinema, arte, performance, video e danza, l’artista mette il corpo dello spettatore al centro di un’esperienza visiva e fisica, aprendo anche una riflessione assolutamente contemporanea sulle nuove regolamentazioni cui il nostro corpo è costretto, sulle trasformazioni in atto nelle relazioni interpersonali, e sulle dinamiche di controllo della società.
Parte del progetto, realizzata appositamente per il film, è la scultura luminosa al neon Babilonia, che costituisce una parte fondamentale del set cinematografico, perché è l’insegna del luogo in cui è ambientata la storia. Col suo nome allusivo e metaforico la discoteca Babilonia è uno spazio composto da luoghi diversi che fanno eco al percorso di trasformazione che si sviluppa nel film: come insieme di voci, idee, linguaggi e identità fluide Babilonia invita lo spettatore stesso a un cambiamento.
Cover Photo Credits: Jacopo Miliani, La discoteca, Pietro Turano e Eugenia Delbue sul set del film, 2021. Photo © Sara Scanderebech