Le opere esposte raccontano il processo mentale che porta ogni essere umano fin dall’infanzia a creare la storia della propria vita.
Life Script è il titolo della mostra dedicata alla pittrice lombarda Anna Caruso, inaugurata il 28 ottobre presso Copernico ClubHouse di Brera e visitabile fino al 15 gennaio 2022.
Il percorso espositivo, curato da Giorgia Sarti e Isorropia Homegallery, è stato allestito con dodici acrilici su tela all’interno di Copernico, club elegante e sofisticato nel cuore di Milano, che accoglie ogni giorno numerosi professionisti offrendo il proprio spazio per il coworking e il networking.
Dalla collaborazione tra i due curatori sono nate diverse iniziative artistiche dal momento che Giorgia Sarti, curatrice ed organizzatrice di mostre, opera specialmente con imprese e istituzioni per mettere in dialogo sfere economiche e mondo dell’arte contemporanea; mentre Isorropia Homegallery, associazione culturale no-profit, si occupa della promozione degli artisti sovvenzionando e sostenendo i loro progetti ricorrendo anche alla collaborazione con le gallerie che li rappresentano.
Anna Caruso, pittrice di fama internazionale, ha scelto dei lavori – quasi tutti del 2021 – che ruotano attorno al tema del Life Script, ovvero il processo mentale mediante il quale ogni essere umano è portato a creare fin dall’infanzia una storia della propria vita.
Inconsciamente, e per tutta la durata dell’età adulta, cerchiamo una serie di prove volte a garantire la veridicità delle nostre convinzioni che determinano la formazione di una specifica personalità, del carattere e di determinati comportamenti.
Significativa è la tela “Fotografie, in mancanza d’altro”, l’unica del 2016, posta in apertura della mostra poichè costituisce il primo tassello che ha dato l’input al progetto poi sviluppato nel corso degli anni.
Nella prima sala sono concentrate le opere di formato più piccolo i cui temi affondano le radici in eventi biografici, manipolando memorie sconnesse e paure giovanili delineate nelle figure di esseri umani frammentati, per evocare le falsità che si celano all’interno dei ricordi.
I soggetti rappresentati, volutamente astratti dal proprio contesto, ricordano il dialogo sospeso con il presente e sono alla ricerca della propria identità.
Le tinte predominanti sono tenui per alludere ai ricordi sbiaditi, le immagini risultano sfocate e ne restano solo piccole tracce.
Nella seconda sala, invece, le tele di grandi dimensioni si focalizzano sullo spazio, sia mentale che fisico.
“Lo spazio è l’illusione della distanza su una superficie bidimensionale come una tela, un cartone o un foglio di carta. I miei dipinti si basano su una distinzione tra spazio illustrato e spazio astratto e pittorico. Il primo è mimetico e referenziale; il secondo trasformativo, e completamente incarnato da dinamiche pittoriche”.
Le opere della pittrice, a metà strada tra astrazione e figurazione, analizzano il processo che concorre alla definizione della nostra identità in base a ciò che ricordiamo, ma il nostro passato muta continuamente, non è una riproduzione effettiva di ciò che è stato. Tramite sovrapposizioni e trasparenze viene reso lo scorrere continuo dei fotogrammi in maniera frenetica, nella perenne indecisione tra il ricordare e l’andare avanti.
Tutta la mostra è un invito alla lentezza, così come la scelta della pittura – tra le pratiche più lente dell’arte contemporanea – che procede in direzione opposta a quella che sta prendendo la vita.
Cover Photo Credits: Anna Caruso, 2019, Ciascuno di coloro che perdiamo prende una parte di noi, acrilico su tela, 135×200 cm, Courtesy the artist