A Milano l’Armonia Urbana di “Come se Fossimo Nuovi”

Il 6 giugno la Fondazione Lazzaretto presenta l’esito della ricerca portata avanti con l’opera di arte pubblica Come se fossimo nuovi, un intervento dell’artista Gianni Moretti e della psicoterapeuta Chiara Ronzoni a cura di Lisa Parola.

“Come se Fossimo Nuovi” è un intervento artistico-psicologico che svela l’esito di un’indagine emotiva sui temi della perdita e del ricordo, tramite un audace connubio tra arte e scienza umana. Proposto inizialmente durante la sesta edizione del Festival della Peste!, il progetto ha progressivamente avvolto la comunità, trasformando la fontana di via Benedetto Marcello in un vero e proprio luogo di dialogo e riflessione.

Nell’autunno del 2023, gli artisti Gianni Moretti e la psicoterapeuta Chiara Ronzoni si sono recati nello spazio urbano milanese, incorporando quattrocento lacrime in ceramica blu nelle vasche della fontana. Questi oggetti, oltre che avere un forte impatto estetico, sono stati concepiti come catalizzatori di sentimenti e memorie, offrendo ai passanti l’opportunità di trasformare un simbolo di dolore in un messaggio personale di nostalgia o affetto. Le parole e le riflessioni raccolte durante il corso del progetto sono state poi trasformate in una composizione sonora unica che verrà fatta ascoltare proprio nei pressi della fontana da cui tutto è partito.

Questo elemento sonoro non è solo un accompagnamento musicale ma un tessuto vivo di voci ed emozioni che mira a trasformare un luogo apparentemente anonimo in una zona di vita condivisa e  dal forte significato metaforico. L’esperienza audio è curata da Lorenzo Pisanello, con il supporto del LEAV – Laboratorio di Etnografia Audiovisuale dell’Università degli Studi di Milano, che ha reso possibile la modulazione di queste voci in un tessuto sonoro altamente innovativo.

“Come se fossimo nuovi” offre non solo uno spazio fisico per la riflessione, ma anche un’opportunità per connettersi con esperienze personali e collettive grazie ad una manifestazione creativa della memoria e del sentire comune. Visitatori e residenti sono invitati a partecipare a questo rito urbano, dove i racconti individuali diventano patrimonio dell’intera comunità, ristabilendo il legame tra arte pubblica e spazio vissuto. Per coloro che desiderano rivivere  ogni tappa di questo percorso collettivo, la Fondazione Lazzaretto allestirà in contemporanea una mostra documentaria includendo foto e registrazione video del processo e delle testimonianze raccolte, rendendo questo progetto non solo un evento di chiusura, ma un punto di partenza per future riflessioni sul potere terapeutico e unificante dell’arte.

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