Passeggiando vicino al Centro Commerciale I Granai di Roma, via Mario Rigamonti, il quartiere continua a risplendere della creatività portata da questo evento unico, tenutosi dal 27 al 29 settembre 2024. Questo grande complesso commerciale, che rappresenta uno dei punti di riferimento della vita del quartiere, è lo spazio dove ha preso vita la prima edizione dello Street Art Festival. Organizzato dallo Spazio010 di Pescara, il festival è stato curato nella sua sezione street art da Enrico Peca, già direttore artistico del Pulpa Festival, evento alla sua quarta edizione che a Montesilvano (Pescara) promuove la street art come fonte di ispirazione e coinvolgimento delle comunità.
Sono ben dieci gli artisti internazionali che il curatore ha selezionato e riunito per la realizzazione del progetto: Mr Thoms, Rame 13, UMAN, Giusy Guerriero, Alessandra Carloni, Luca Ledda, Ale Senso, Ettorre, Diamond e Solo. Dieci sguardi particolari e profondamente diversi tra loro che hanno dato vita a opere altrettanto diverse incentrate sul tema comune delle donne e lo sport. A ciascuno dei partecipanti è stato affidato uno dei piloni esterni che compongono parte della struttura del centro commerciale, e che in pochi giorni hanno cambiato totalmente volto sotto gli occhi curiosi di passanti e residenti.
Così, uno di fila all’altro, possiamo ammirare il lavoro di Rame 13, che sceglie il surf e l’oceano come metafore della connessione tra la donna e la natura, il coloratissimo murale di Mr Thoms, dove la donna viene celebrata con la sua energia nell’ambiente tipicamente maschile del basket, la ballerina di Giusy Guerriero in equilibrio tra delicatezza e forza, l’opera di Luca Ledda che vuole criticare e superare i canoni di bellezza imposti dalla società promuovendo l’inclusività e body positivity. E così anche le numerose altre declinazioni del tema, che ciascuno ha sviluppato facendo perno su aspetti e suggestioni legati alla visione artistica e alla sensibilità personale.
A partire dal 23 settembre, il live painting ha portato alla realizzazione di opere permanenti, permettendo ai visitatori di assistere in diretta alla genesi delle creazioni. Gli artisti, sospesi nei loro cestelli elevatori, hanno dato forma a dei murales, accostati a grandi pannelli stampati di tela impermeabile che, grazie all’abilità tecnica e creativa degli street artist, sembrano avere una continuità fluida con le opere dipinte su parete.
Un progetto impegnativo e ambizioso, che gli artisti sono riusciti a sviluppare in tempi limitati grazie a un impegno costante e a una straordinaria cooperazione. Si è da subito creata un’atmosfera di condivisione che ha ispirato e unito il gruppo, anche nella risoluzione dei vari inconvenienti che inevitabilmente si presentano nella realizzazione di un evento simile. Questo spirito collaborativo rispecchia, in piccolo, ciò che è accaduto su scala più ampia tra gli abitanti del quartiere e i visitatori accorsi per ammirare le opere.
Il fatto di poter assistere alla realizzazione dei murales e la possibilità di interagire con gli artisti, non ha solamente avvicinato il pubblico all’arte facendo comprendere il processo creativo dietro la realizzazione di un murale. Poter seguire lo sviluppo del progetto da vicino, infatti, ha fatto sì che il pubblico potesse creare una relazione stretta con le opere. Questo, è un aspetto centrale del festival, come spiega il curatore Enrico Peca: “È fondamentale coinvolgere chi vive e percepisce lo spazio come proprio nei progetti di questo tipo. Assistendo al processo creativo delle opere e sentendole come parte della loro identità, i residenti diventano custodi e protettori di queste creazioni. Si genera così un forte senso di appartenenza e responsabilità che non solo unisce le persone, ma contribuisce anche a salvaguardare le opere da atti di vandalismo, rendendole simboli di comunità e di cura condivisa.“
L’arte non si limita a rappresentare temi di rilevanza sociale, ma attraverso un progetto di riqualificazione ha la capacità di andare ancora oltre, trasformandosi essa stessa in un motore di progresso sociale. In questo contesto, diventa un catalizzatore per il dialogo e la riflessione. Le opere diventano spazi di confronto e connessione, in cui le persone possono riconoscersi e sentirsi parte di un cambiamento più ampio. Le strade, che nei tre giorni del festival sono state animate anche da eventi collaterali, musica e attività sportive, si sono trasformate in un palcoscenico di creatività e interazione, lasciando un segno indelebile nel tessuto urbano.
Splendido