Dal 8 al 26 febbraio 2025, la Galleria Itinerarte di Venezia ospita Bone by Jeweled Bone / Cephalon, una doppia personale che intreccia due visioni artistiche apparentemente opposte ma unite da un’indagine comune sulla memoria, il tempo e la trasformazione. Karen Bermann e Jason Vigneri-Beane propongono due percorsi distinti: uno profondamente intimo e narrativo, ancorato all’esperienza personale e alla materialità del ricordo; l’altro visionario e digitale, rivolto a un futuro in cui tecnologia e natura si ridefiniscono in un equilibrio nuovo.
Il lavoro di Karen Bermann si sviluppa come un’installazione spazializzata in cui memoria e identità si riflettono nel dialogo tra due generazioni. Bone by Jeweled Bone è un’opera che nasce da un’esperienza autobiografica e si configura come una narrazione stratificata, in cui il racconto di un padre e di una figlia si fronteggiano su due pareti opposte. Fritz, nato a Vienna nel 1922, è costretto dalla storia a reinventarsi più volte: adolescente in fuga dall’Europa, cambia tre paesi, tre nomi, tre lingue, portando con sé la consapevolezza della precarietà e della sopravvivenza. Il suo motto, inciso nella sua esistenza, è “You can never be too careful” (non si diffida mai abbastanza). Dall’altra parte, Karen, prima generazione americana, cresce nella New York degli anni ’60 e ’70, in un’epoca in cui la libertà individuale e l’esplorazione dell’identità diventano urgenza collettiva. Il suo sguardo è aperto al rischio, al cambiamento.
Questa installazione si collega al memoir The Art of Being a Stranger, in uscita nel 2025 per University of Toronto Press, in cui poesia, prosa e disegni raccontano il trauma intergenerazionale e il fragile senso di appartenenza. La mostra assume una dimensione immersiva e teatrale, con due grandi ritratti che accolgono il visitatore e un allestimento che amplifica il contrasto tra le due prospettive di vita. Il lavoro di Bermann, nel suo intreccio di segni, materia e memoria, invita a riflettere su come le eredità del passato si sedimentano nell’identità individuale e collettiva.
Se Bermann radica la sua pratica artistica nella storia e nella dimensione umana del ricordo, Jason Vigneri-Beane con Cephalon esplora un futuro ibrido, in cui intelligenza artificiale ed ecologia sintetica ridisegnano il rapporto tra uomo, ambiente e tecnologia. Attraverso una serie di trentatré stampe digitali, l’artista immagina un mondo in costante mutazione, popolato da infrastrutture autonome, organismi bio-tecnologici e micro-macchine, in cui il confine tra naturale e artificiale si dissolve in nuove forme di interazione.
Vigneri-Beane, architetto e fondatore di Split Studio a Brooklyn, lavora con strumenti avanzati di progettazione algoritmica per esplorare il potenziale dell’architettura post-umana, della realtà aumentata e del design computazionale. Le sue opere, ispirate a microecologie cyborg e materiali fisico-virtuali, disegnano scenari di convivenza tra organismi e macchine, tra ordine e caos, tra crescita naturale e strutture autonome. L’artista si muove tra scienza e immaginazione, ipotizzando un mondo in cui l’intelligenza artificiale non è più solo un mezzo, ma un ecosistema vivente che si auto-organizza in armonia con l’ambiente.
Se il lavoro di Vigneri-Beane si sviluppa attraverso linguaggi digitali e processi algoritmici, quello di Bermann è materico, legato alla scrittura, alla memoria familiare e al racconto personale. Due direzioni opposte che si incontrano in un dialogo inatteso, mettendo in relazione passato e futuro, esperienza umana e intelligenza artificiale, radici e mutazione.
Bone by Jeweled Bone / Cephalon si configura così come una riflessione sulla trasformazione, in cui le storie individuali e le proiezioni immaginarie si intrecciano per restituire una visione più ampia sulla condizione umana. Un viaggio attraverso il tempo e la materia, in cui la memoria diventa architettura del presente e il futuro si fa spazio di possibilità.