Al MUDEC una mostra sulla storia del tatuaggio

Ha appena inaugurato al MUDEC di Milano la mostra “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo”, una mostra che intende far luce sulla pratica millenaria del tatuaggio attraverso un viaggio che attraversa cinque millenni di storia umana e culturale. Curata da Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni, con il contributo di Jurate Francesca Piacenti, l’esposizione si avvale della collaborazione di prestigiose istituzioni e collezioni private, tra cui il Museo archeologico dell’Alto Adige, il Museo di antropologia criminale “Cesare Lombroso” di Torino, il Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma e il Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto, nonché il Queequeg Tattoo Studio & Museo di Gian Maurizio Fercioni a Milano.

Questa mostra, prodotta da 24 ORE Cultura e promossa dal Comune di Milano-Cultura con il supporto scientifico del Museo delle Culture e Fondazione Deloitte come partner istituzionale, propone un’analisi approfondita sul significato culturale, sociale e personale del tatuaggio. Attraverso una narrazione che unisce oggetti, documenti storici, strumenti di tatuaggio, materiali audiovisivi, videoinstallazioni, infografiche, stampe e incisioni, si esplorano le diverse funzioni che il tatuaggio ha assunto nel corso dei secoli: dal segno distintivo per antichi guerrieri, alla pratica di guarigione, simbolo di status sociale, espressione di fede, fino a diventare, nei casi più tragici, un marchio forzato su schiavi e prigionieri.

Il percorso espositivo della mostra “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo”, realizzato dallo studio di design Dotdotdot, si distingue per una cura e un’innovazione che fondono insieme storia, arte e tecnologia, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva e interattiva. Lo studio ha elaborato una scenografia che va oltre la semplice esposizione di oggetti e reperti, creando un ambiente dove ogni elemento concorre a raccontare la storia del tatuaggio in modo coinvolgente.

L’ingresso nella mostra immerge immediatamente i visitatori in un ambiente che evoca la ricchezza e la complessità del mondo del tatuaggio. Utilizzando una combinazione di luci soffuse, suoni ambientali e proiezioni, lo spazio accoglie il pubblico in un’atmosfera che ricorda gli studi di tatuaggio contemporanei, introducendo i temi chiave dell’esposizione.

Man mano che si procede, il percorso diventa un viaggio cronologico e tematico che parte dalle origini del tatuaggio, con reperti e documentazioni che risalgono a 5000 anni fa, per arrivare fino ai giorni nostri. Attraverso l’uso di videoinstallazioni e infografiche interattive, i visitatori possono approfondire la conoscenza delle pratiche del tatuaggio nelle diverse culture e epoche, comprendendo come questa forma d’arte abbia influenzato e sia stata influenzata dai cambiamenti sociali, religiosi e culturali.

Particolare attenzione è rivolta alla presentazione dei materiali, che comprendono non solo oggetti e reperti storici, ma anche riproduzioni, fotografie e filmati. Questa scelta permette di offrire un racconto visivo completo del tatuaggio, mostrando non solo gli strumenti e le tecniche utilizzate nel corso dei secoli, ma anche le persone, i corpi e le storie dietro ogni singolo segno indelebile.

Il design dell’esposizione valorizza ogni aspetto del tatuaggio, dal suo significato simbolico alla sua funzione sociale, passando per la sua evoluzione tecnica e artistica. Elemento distintivo del percorso espositivo è la capacità di creare punti di interazione dove il visitatore può toccare con mano la complessità del tatuaggio: attraverso postazioni interattive, è possibile, ad esempio, scoprire i significati di specifici simboli o sperimentare virtualmente l’atto del tatuare.

Infine, il percorso si conclude con uno spazio dedicato al tatuaggio contemporaneo, dove è allestita una simulazione di un tattoo studio old-style. Qui, i visitatori possono ammirare ristampe di manifesti e pubblicità vintage che raccontano la storia recente del tatuaggio, oltre a ritratti di personaggi storici noti per i loro tatuaggi. Quest’ultima sezione rappresenta un ponte tra passato e presente, evidenziando come il tatuaggio continui a essere una forma d’espressione personale e collettiva, capace di unire persone di diverse epoche e culture.

Con “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo”, il MUDEC offre quindi un’opportunità unica per comprendere la complessità e la ricchezza del tatuaggio, celebrando la sua capacità di raccontare storie umane attraverso la pelle, in un dialogo continuo tra passato e presente.

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