Un’esperienza unica nel suo genere prende vita il prossimo sabato 14 dicembre alle 18.00 presso la Galleria Susanna Orlando, dove l’arte, la danza e la musica si intrecciano per esplorare il concetto di estasi, non solo come fenomeno emotivo, ma come ponte tra umano e divino. L’evento, intitolato semplicemente ESTASI, si presenta come un viaggio che attraversa il tempo e lo spazio, con un programma che unisce opere d’arte e una performance dal forte valore simbolico e spirituale.
La serata vedrà, infatti, il suo momento culminante alle 19.00 con l’ensemble ANWAR. Protagonista sarà la danzatrice Amal Oursana, che porterà il pubblico nel mondo del rito Sufi dei dervisci rotanti. Ad accompagnarla, i musicisti iraniani Darioush e Arian Madani. Questa danza rituale, il Semà, è la preghiera dei Sufi, mistici dell’Islam.
I dervisci rotanti appartengono, appunto, all’ordine Sufi dei Mevlevi, fondato in Turchia nel XIII secolo da seguaci di Jalal al-Din Rumi, uno dei più grandi poeti mistici della storia. La loro danza è una forma di meditazione in movimento che celebra l’unione con il divino. Durante la performance, i dervisci indossano abiti tradizionali: una tunica bianca che simboleggia la purezza, un mantello nero che rappresenta il mondo materiale e un copricapo cilindrico che evoca la pietra tombale dell’ego.
Il movimento rotatorio simboleggia il ciclo universale e il percorso spirituale del danzatore: i giri costanti rappresentano l’ascesa verso Dio e il ritorno al mondo per servire l’umanità. La mano destra è rivolta verso il cielo per ricevere l’energia divina, mentre la sinistra è orientata verso la terra per trasmetterla. Questa combinazione di danza, musica e contemplazione è un viaggio spirituale che riflette l’armonia cosmica e il desiderio umano di trascendere i limiti materiali.
L’evento nella Galleria Susanna Orlando non si limita alla sola performance, ma si arricchisce con una selezione di opere che esprimono il tema dell’estasi in varie declinazioni.
Il percorso espositivo accoglierà i visitatori con opere antiche e contemporanee. Tra i pezzi principali spicca un Buddha del 700 proveniente dalla Birmania, simbolo di pace e introspezione, arricchito da laccature e dettagli scintillanti. Accanto a questo, la mostra presenta opere di artisti come Giuseppe Chiari, con uno spartito che richiama l’esperienza sonora, e Giuseppe Biagi, il cui dipinto raffigura una figura femminile in uno stato di meraviglia assoluta.
Non mancano un pastello di Omar Galliani, dedicato proprio al tema dell’estasi, e un’opera inedita di Aldo Mondino, maestro che ha spesso esplorato il legame tra rituale e arte contemporanea, qui rappresentato da una scultura di un danzatore Gnawa. Il cerchio si chiude con NUR (luce), un delicato gioiello dell’artista Rita Pedullà, e due dipinti antichi che incarnano la profonda connessione tra arte e spiritualità.
L’evento nasce dall’approfondito percorso di Susanna Orlando, curatrice della serata, sul concetto di meraviglia, un viaggio alimentato anche dall’amicizia con Aldo Mondino, il quale ha spesso esplorato nella sua arte i temi dei riti sufi e dell’estasi mistica.
Aldo Mondino ha, infatti, intrecciato nelle sue opere riferimenti alla cultura sufi e alla danza dei dervisci rotanti. La sua arte era caratterizzata da una costante curiosità per culture e tradizioni diverse, che reinterpretava con ironia e profondità. Mondino era affascinato dal rituale dei Mevlevi e lo considerava una metafora dell’arte stessa: una pratica che unisce corpo, mente e spirito in un atto creativo. Nei suoi lavori dedicati ai dervisci, l’artista esplorava il concetto di rotazione come simbolo di trasformazione e di connessione universale, creando opere che invitano lo spettatore a riflettere sul rapporto tra tradizione e contemporaneità, spiritualità ed estetica.
Il dialogo tra tradizione e contemporaneità permea tutta la mostra, invitando i visitatori a riflettere su temi quali la connessione, la spiritualità e il rapporto con il sublime.