Inaugurato nel 1997, all’interno del Giardino sono presenti 113 opere di grandi artisti, comprese le sue.
Si trova nella Toscana meridionale, a circa 60 km da Siena, il Giardino di Daniel Spoerri, aperto al pubblico dal 1997.
Sin dall’inaugurazione l’artista, all’interno del giardino, ha installato sculture di arte contemporanea, ben 113 opere di artisti diversi.
Tra gli artisti sono compresi nomi del calibro di Arman, Katharina Duwen, Nam June Paik, gli italiani Aldo Mondino e Mauro Staccioli o ancora Meret Oppenheim.
Dopo l’apertura, il giardino è stato riconosciuto come Fondazione culturale senza scopo di lucro dal Ministero della cultura italiano.
Si potrebbe parlare di “giardino del paradiso” poiché, da una denominazione geografica sulle vecchie mappe, lo si trova con il nome “Il Paradiso”.
La zona è una delle più rigogliose e verdi, con cipressi solitari sulle colline, infatti alcune delle installazioni sono situate all’interno di fitti boschetti come “Il Galletto e la Mantide religiosa” di Daniel Spoerri.
Morte e Eros sono temi che ritornano sempre all’interno del Giardino, come l’opera “Albero dei crani” e “Il diavolo e la donna impudica” di Spoerri. Si riconosce, percorrendo i sentieri, un intreccio autobiografico dell’artista: la sorpresa, il senso dell’incertezza, perdersi in un labirinto; sono tutti momenti che si vivono ogni qualvolta si visionano le opere di Spoerri. Accanto ai suoi lavori, molti artisti hanno donato un intervento alla Fondazione, questo perché sono gli amici che l’artista ha incontrato nell’arco della sua vita.
Daniel Spoerri è sicuramente uno dei maggiori maestri dell’arte contemporanea, nonché capofila della “Eat Art”. Da lui fondata nel 1967 come performance, l’artista da vita ad una riflessione sul cibo come rituale quotidiano, sottolineando l’unicità intrinseca di ogni pasto. All’interno del Giardino il movimento artistico gioca un ruolo importante, quasi un tributo come nelle opere “Gocciolatoio di tritacarne”, una grande fontana in cui l’acqua gocciola da tre metri di altezza, “Duodecim ultimae cenae de claris molieribus” in relazione ai pasti che celebri figure femminili mangiarono prima di morire.
Oltre alla bellezza suggestionante del paesaggio e all’intervento di imponenti installazioni artistiche che riuniscono non solo appassionati di arte contemporanea, ma anche famiglie con bambini, nel Giardino è possibile mangiare e alloggiare; ospita quattro spaziosi appartamenti per le vacanze, con vista spettacolare sul Giardino, e un ristorante “Non solo Eat Arts…”, così da poter ammirare le sculture anche di sera.
La Fondazione, con le sue opere scultoree realizzate con oggetti e materiali di scarto e i suoi interventi ambientali combinati con la natura, ricopre il ruolo di museo vivente che favorisce uno scambio quotidiano tra arte, natura e collettività.
Cover Photo Credits: Giardino di Daniel Spoerri