Aspettando la Bomba. L’Art Brut “resistente” di Giovanni Galli a Firenze

L’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze ospita la mostra Aspettando la Bomba. L’Art Brut di Giovanni Galli, un omaggio a uno degli autori più significativi dell’Art Brut italiana. Curata da Gustavo Giacosa e promossa dall’Associazione La Nuova Tinaia, l’esposizione celebra i trent’anni di attività di Galli nel contesto delle iniziative per i cinquant’anni de La Tinaia, il centro di attività espressive nato nell’ex ospedale psichiatrico di San Salvi. Un’occasione per riflettere sul valore di un’arte nata fuori dai circuiti accademici, profondamente legata alla dimensione autobiografica e alla necessità di esprimere un’identità in continua trasformazione. La mostra si pone inoltre in dialogo con il più ampio contesto delle ricerche sull’Art Brut, riallacciandosi idealmente all’esposizione Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider, attualmente in corso al Mudec di Milano, dove alcuni lavori di Galli sono già esposti.

L’opera di Giovanni Galli è una ricerca continua sul segno come atto esistenziale. La mostra presenta un centinaio di lavori realizzati tra il 1994 e il 2020, prevalentemente disegni su cartoncino con tecnica mista, spesso su entrambi i lati del supporto, a testimonianza di un’urgenza creativa che non conosce interruzioni. Disegno, collage e scrittura si intrecciano in una narrazione grafica che non mira a rappresentare la realtà, ma a costruire un linguaggio visivo autonomo. Galli attinge da un immaginario ricco di suggestioni, tra riferimenti alla mitologia, alla cultura popolare e alla fantascienza, senza rinunciare a una dimensione profondamente introspettiva. I suoi lavori sono pagine di un diario visivo, in cui l’artista dialoga con sé stesso, a volte in modo ossessivo, altre con una tagliente ironia.

Il tema centrale della mostra è la bomba, che per Galli assume un significato ambiguo e stratificato. Da un lato è l’elemento distruttivo, la minaccia costante di un’esplosione imminente, dall’altro è una metafora della trasformazione, del cambiamento radicale dell’identità. L’artista convoca attorno a questo simbolo una schiera di personaggi enigmatici e surreali: streghe sadiche, divinità egizie e indiane, visitatori extraterrestri e persino un maialino professore di fisica nucleare. Figure che incarnano tensioni e desideri, che danno forma a un’idea di sé in perenne evoluzione. La bomba diventa il simbolo di un corpo imprigionato, un ordigno gravido di possibilità, uno strumento di rigenerazione e rinascita. Il corpo umano è un elemento centrale in queste opere, studiato nei minimi dettagli anatomici, spesso scomposto e ricomposto in forme ibride, attraversato da un’energia ambivalente che oscilla tra il desiderio e la sofferenza.

Il testo è una componente imprescindibile del lavoro di Galli. Frasi, annotazioni, pensieri frammentati si insinuano tra le figure, talvolta nascosti sotto strati di colore, altre volte incisi con tratti decisi, come un secondo livello di lettura che obbliga il visitatore a un’osservazione più profonda. Non si tratta di mere didascalie, ma di elementi integranti dell’opera, parti di un linguaggio che mescola disegno e scrittura in un flusso continuo.

L’allestimento della mostra è concepito per amplificare il senso di immersione nel mondo dell’artista. Due grandi tavoli al centro della sala raccolgono una selezione di materiali visivi che hanno influenzato la sua produzione: copertine di fumetti, romanzi noir, libri illustrati e riferimenti iconografici, tra cui le celebri copertine dei Gialli Mondadori realizzate da Carlo Jacono. Un universo di immagini che si intreccia con la sua pratica artistica, rivelando le radici di un immaginario che unisce cultura popolare e ricerca personale. Su un lato della sala, inoltre, è stata ricostruita la postazione di lavoro di Galli nell’atelier de La Tinaia, offrendo ai visitatori la possibilità di interagire con il processo creativo. Chi lo desidera può completare con matite colorate una copia di un’opera e lasciare un commento, sperimentando in prima persona il rapporto tra segno e identità.

Sostenuta da Banca Ifigest, Fondazione Guignard di Losanna, Associazione SIC12 artstudio di Roma e Unicoop Firenze, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze, la mostra proseguirà il suo percorso oltre i confini nazionali. Da giugno a novembre 2025, sarà ospitata presso la prestigiosa Collection de l’Art Brut di Losanna, uno dei più importanti centri di studio e conservazione dell’Art Brut a livello mondiale. Un riconoscimento significativo per un artista che ha saputo trasformare il disegno in un atto di resistenza e affermazione del sé, infrangendo codici narrativi e pittorici per esplorare le possibilità inesauribili dell’identità e della sua rappresentazione.

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